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L’INCONTRO

di Marco Mussini

La vita, di giorno in giorno, sembra sempre più accelerata. Le tante attività, gli impegni lavorativi sempre più esigenti, i conti da far quadrare, i tempi da rispettare, il timore di sbagliare, … non fanno altro che incutere in noi uno stress che non sempre si riesce a controllare. Questo si ripercuote inesorabilmente nelle nostre relazioni, anche quelle più importanti, che vorremmo proteggere perché riguardano le persone a noi più care e amate, come, ad esempio, i nostri familiari.

Tutto ciò accade perché il mondo ci porta a confondere e a nascondere il cammino e la missione a cui siamo chiamati. Come possiamo allora orientarci e capire come affrontare questa lotta quotidiana?

Per me e per mia moglie Vera è stato determinante l’incontro con la FCIM. Mi è stato chiesto, quindi, di scrivere una testimonianza del mio cammino di fede. Mi rendo assolutamente conto dei miei limiti e di quanto debba ancora camminare, ma, nonostante oggi debba affrontare difficoltà e sfide sempre più ardue e faticose, con la presenza del Signore, sento che la vita mi sorride.

Mi chiamo Marco Mussini, ho 52 anni, sono nato in Italia ma vivo in Portogallo dall’ ottobre del 2002. Sono sposato con Vera (anche lei italiana) dal 1999. Abbiamo quattro figli e viviamo ad Aveiro. Il motivo della nostra emigrazione in Portogallo ha a che fare con il mio lavoro. Lavoravo già nell'azienda di famiglia (gruppo industriale specializzato nella produzione e vendita di pavimenti e rivestimenti in ceramica) con un ruolo interessante e prestigioso, essendo all'epoca direttore marketing di uno dei nostri marchi italiani. Nel 2002 la nostra azienda italiana acquistò uno stabilimento in Portogallo e questo mi diede la possibilità di fare una progressione a livello professionale. Era necessario, infatti, trovare un manager che amministrasse questa nuova fabbrica.  Nonostante i dubbi e le preoccupazioni, grazie al supporto di mia moglie, decidemmo di partire per il Portogallo pensando di rientrare in Italia dopo 2 o al massimo 3 anni.

Di anni ne sono però passati già 21, e siamo ancora in Portogallo! In questi anni mi sono successe tante cose.

La nostra famiglia è cresciuta, sono nati i nostri quattro figli (Luca, Stella, Gioia Maria e Valentino) e anche l'azienda è cresciuta molto. In particolare, in Portogallo, la nostra azienda conta oggi tre unità industriali nelle quali trovano lavoro molte famiglie.

La cosa che, però, ritengo più rilevante in questi anni è stato il fatto di aver “incrociato” sulla mia strada la FCIM.

Venivo da Sassuolo (MO), dove frequentavo una parrocchia molto attiva, nella quale ero cresciuto e nella quale ero integrato; era un buon riferimento. Nei primi anni in Portogallo, invece, devo dire che mi sentivo un po’ perso; ad Aveiro non avevo gli stessi riferimenti.

Avevo però sottovalutato il fatto di essermi avvicinato a FATIMA e nel 2007 incontrai i Servi e le Serve del CIM.  Così ebbi modo di conoscere il messaggio di Fatima e, a poco a poco, il Carisma del nostro Fondatore.

La FCIM mi ha cambiato la vita: mi ha, in un certo modo, “aperto gli occhi”, o meglio, mi ha fatto rinascere.

In un modo inconsapevole ero alla ricerca, come tutti gli esseri umani, di qualcosa che desse senso alla mia vita e che mi facesse conoscere quali erano i miei fini e obiettivi.

L’ho scoperto un po’ alla volta in questi ultimi 15 anni. Devo dire che la pazienza del Signore è grande e mi aspetta continuamente. Rispetta la mia libertà e i miei tempi.

Il mio percorso di fede, che sto condividendo con mia moglie Vera e con altri amici portoghesi, è iniziato un po’ controvoglia e con molta fatica, nonostante si trattasse di fare solo un incontro mensile. Tuttavia, il programma e il percorso di fede che prevede la FCIM per i laici ha avuto modo di convincermi e un po’ alla volta di plasmarmi (c’è ancora molto da fare!!!).

La cosa che posso sicuramente dire oggi è che mi sento molto più felice, realizzato e capace di vedere e riconoscere quante occasioni e momenti speciali il Signore mi riserva e mi regala.

Ho capito che la nostra vita spirituale non può essere separata dalla vita familiare e lavorativa. Vanno avanti insieme. La fede non è una cosa intima e distaccata, ma entra in tutto e deve permeare tutto.  

Quando la fede si separa dalla vita quotidiana, iniziamo a sbagliare, a vivere male ed essere - senza accorgercene - incoerenti e falsi prima di tutto con noi stessi, poi con gli altri e, a quel punto, cadere nel peccato è un attimo.

Nella mia azienda oggi tutti sanno realmente chi sono. Tutti gli anni benediciamo il luogo di lavoro e celebriamo negli uffici una S. Messa. Chi entra nel mio ufficio nota, al lato della mia scrivania, la statua della Madonna, quella di S. Giuseppe e nel mezzo della parete è appeso un bel Crocifisso. Questo sappiate mi rende molto orgoglioso, felice e libero.

I primi passi di questo cammino sono iniziati sicuramente grazie alla preghiera del Rosario, poi alla comprensione dell’importanza del Sacramento della Confessione e Riconciliazione, a seguire la pratica dei cinque primi sabati del mese. Ho capito così l’importanza dei nostri incontri a Fatima e, soprattutto, l’importanza degli Esercizi Spirituali.

Ho capito il valore dell’Eucarestia (approfondito poi con la partecipazione quotidiana alla S. Messa) e il significato della Croce (attraverso l’esperienza della malattia di un mio fratello che poi è venuto a mancare, ma che sicuramente è salito alla casa del Padre). Ho capito che, se riuscissimo a fare diventare L’Eucarestia il centro della vita, faremmo qualcosa di fantastico. Su questo ci sto lavorando.

Mi viene quasi da ridere nel vedermi partecipare quotidianamente alla Messa. Eppure, quando decisi di chiedere di diventare Figlio del Cuore Immacolato di Maria, pensavo di non avere il tempo per una Messa tutti i giorni. Le scuse erano tante: troppi impegni, la famiglia, il lavoro, riunioni, viaggi… e non dimentichiamo la bicicletta (il mio sport e passatempo preferito) …

Tutte scuse con una soluzione semplice: dovevo impegnarmi a trovare un po’ di tempo in più per il Signore. Lui mi stava aspettando ed io facevo finta di non saperlo.

Oggi mi rendo conto che la ricchezza di questo momento si riflette nella mia vita. Vivo meglio le relazioni con gli altri, sia in famiglia che sul lavoro. La cosa più bella è, però, il fatto di condividere tutto questo con mia moglie. Anche lei oggi è Figlia del CIM e sentiamo la gioia di appartenere alla FCIM. Il nostro cammino di sposi è stato benedetto dal Signore e il timbro della Madonna di Fatima ci continua a far crescere insieme nell’amore e nella consapevolezza della nostra missione: “Per mezzo del Cuore immacolato di Maria portate Cristo al Mondo”

Grazie Gesù, grazie Maria, grazie alla Famiglia del Cuore Immacolato di Maria, grazie al nostro P. Fondatore!

 

 

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