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W I PASTORELLI - Santuario di Birgi

Impressioni sulla festa dei Pastorelli

Impressioni sulla festa dei Pastorelli – di… un’animatrice dell’oratorio di Birgi.

 

Quest’anno alla festa dei Pastorelli organizzata dall’Opera-Santuario Nostra Signora di Fatima per i bambini dell’oratorio mi sono sentita una testimone.

Ma chi è il testimone? Etimologicamente questo termine deriva dalla parola greca “mártys” (poi in latino “martyr”) e indica “un soggetto produttore di testimonianza”. Il testimone, quindi, è colui che consegna qualcosa di sé e lo tramanda. Il martire è il testimone per eccellenza perché si consegna fino a dare la vita.

Ma perché testimone ad una festa per bambini? Adesso ve lo racconto…

 

Io sono una veterana animatrice dell’oratorio di Birgi e più passa il tempo più mi rendo conto della preziosità di questo piccolo servizio. Gesù dice: “Se non diventerete semplici come i bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”. Per me l’oratorio è gustare un angolo di Paradiso e fare pienamente esperienza di Dio, perché per me l’oratorio è incontrare Gesù nei bambini quando si divertono giocando, quando li vedo sorridere, quando imparano qualcosa di nuovo, quando pregano e anche incontrarlo nella comunione fra gli animatori, che seppur con difficoltà e a volte anche inconsapevolmente, danno gloria al Padre Eterno.

Trepidazione, gioia, entusiasmo e copiosa grazia di Dio hanno contraddistinto l’intero pomeriggio di sabato 19 febbraio dove un gruppo di giovani animatori, insieme a Madre Costanza, Padre Carlo e Padre Tullio si son dati da fare per rendere indimenticabile la festa dei Pastorelli, molto sentita!

Alle 15:30 sono arrivati i bambini, li ho accolti con meraviglia: alcuni non venivano da molto tempo e altri erano “nuovi”. Dopo un primo momento di accoglienza fra canti e giochi improvvisati ci siamo spostati tutti quanti in chiesa, dove ad attenderci c’era il Re dei Re. È sempre bello, da animatrice, far pregare i bambini e insegnar loro -a partire dal Segno di Croce e dalla genuflessione- come si adora, contempla e prega Dio. È simpatico quando durante la preghiera i bambini che ti stanno vicino ti guardano per vedere come son messe le tue mani, o dove guardi e poi fanno come te: mettono le mani una contro l’altra e fissano i loro occhi sul glorioso Crocifisso. Dopo aver salutato il Padrone e la Padrona di casa, abbiamo ascoltato cosa Padre Tullio e Madre Costanza avevano da dirci. Entrambi ci hanno parlato dei Pastorelli di Fatima, tre bambini semplicissimi e “difettosi” come tutti i bambini del mondo e di come, dopo l’incontro con l’Angelo e con la Madonna, la loro vita sia cambiata completamente. Quei bambini hanno dato il permesso alla Madonna di trasformarli, ed è così che si sono fatti santi; anche se certe “gobbe” erano piuttosto prominenti e hanno richiesto molti rosari, molti sacrifici e molta sofferenza. La Madonna, però, non li ha mai abbandonati ed è stata per loro via e conforto. I padri e le suore ci hanno spiegato che la santità non è irraggiungibile ma che è la chiamata che Dio fa personalmente a ciascuno di noi, con modi e tempi diversi. Dopo aver reso lode a Maria con un canto, gli animatori hanno distribuito ad ogni bambino un palloncino gonfiato ad elio e ci siamo diretti, pregando una decina del rosario, verso il piazzale dove si è tenuto il “tradizionale” lancio dei palloncini. Quei palloncini erano segno di preghiere e affetto che salivano direttamente in Cielo e soprattutto hanno ricordato la Patria: chi ci aspetta e dove dobbiamo e vogliamo giungere. Il pomeriggio si è concluso con una dolcissima merenda con zucchero filato, cioccolata calda e torte deliziose e con gli ultimi giochi che hanno permesso ai bambini di imparare ancora qualcosa su Francesco, Giacinta e Lucia attraverso cruciverba, puzzle, indovinelli, mimi e gare di canto.

Alla fine della giornata avevo il cuore pieno: ero felice di aver trasmesso e di aver ricevuto. Poter parlare di Dio e dei santi, poter cantare a Maria, poter trasmettere cose che a mia volta ho appreso in questo luogo, mi riempie di gratitudine.

Ecco perché mi sentivo una testimone, sicuramente indegna, ma pienamente grata al Padre Eterno e ai Pastorelli di Fatima.

 

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