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Beata Vergine Maria del ROSARIO

Preghiera dei piccoli, arma dei potenti

di Suor M. Stella Sgarra icms

Quanto più semplice è una realtà, tanto più sembra difficile spiegarne la meravigliosa ricchezza, che porta in sé. Avverto tale “fatica” nel dover trattare, in questo breve articolo, del santo Rosario, con la speranza almeno di rinvigorire o di riaccendere un poco l’amore per la bella preghiera che ha accompagnato, come un lieve sottofondo musicale, la vita di tanti Santi - canonizzati e non - senza fare distinzione tra ricchi e poveri, dotti e ignoranti, giovani e vecchi. Basterebbe riflettere, anche solo un attimino, su questo universale sentimento di profondo e costante attaccamento a questa devozione - che nei secoli ha accomunato una così ampia e diversificata gamma di personalità - per incuriosirci e avvicinarci ad essa con umiltà, rispetto e apertura di cuore.

Tutti ormai sappiamo che il 7 ottobre è dedicato alla Madonna del Rosario perché a questa preghiera fu attribuita la sconfitta dei Turchi a Lepanto, nel 1571: la vittoria della flotta cristiana impedì l’invasione islamica dell’Europa. Il Papa Pio V volle dedicare questa data alla Madonna delle Vittorie, per ricordare e celebrare in tutta la Chiesa un evento così importante per la storia della cristianità e del nostro continente europeo.

Ma, oggi, che cosa succede? Preso dal delirio di onnipotenza, derivante dalla sofisticata e avanzata tecnologia odierna e da tante straordinarie scoperte scientifiche - benché l’attuale pandemia ci abbia messi a dura prova  -, l’uomo abbandona sempre più spesso “la strada vecchia per quella nuova”; e, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti quello che trova: famiglie sfasciate, suicidi sempre più frequenti, giovani disperati, vecchi dimenticati, bambini usati ed abusati, omicidi efferati… e l’elenco potrebbe continuare e occupare tutto lo spazio a disposizione per l’articolo. Ma non è certo questa l’impronta che voglio lasciare, nel parlare del Rosario, il quale invece è richiamo alla gioia e alla speranza.

Nato per permettere a poveri analfabeti di pregare come i monaci, che recitavano in latino i 150 salmi del salterio, è diventato, come abbiamo visto, l’arma potente usata dal Papa per fermare l’invasione nemica. E dire che tanti hanno il coraggio di affermare che sia mera ripetizione di parole e formule sempre uguali…

Mi viene da pensare a un bambino, che chiede insistentemente alla mamma di essere aiutato: “Mamma, mamma, per favore, aiutami! dai, mamma bella, mammina mia, per favore, non ci arrivo, me lo prendi tu? Dai, mammina cara, non ci riesco, mamma, mamma!”. Quanto può resistere, una mamma, di fronte alle moine del figliolino suo prediletto, bisognoso del suo aiuto? Ecco quello che siamo noi, agli occhi della Vergine Santa, quando ci mettiamo in ginocchio a ripetere le Ave Maria, scorrendo col cuore e col pensiero i misteri della sua vita con Gesù, e le presentiamo le nostre necessità, come quelle di chi amiamo; o anche, semplicemente, le facciamo compagnia, esprimendole il nostro amore, la nostra fiducia, il nostro desiderio di imparare da lei le virtù che ci mancano. O, ancora, ci rivolgiamo a Lei per sentirci uniti al suo Cuore, legati a questa catena di grazia da Lei voluta per riportare l’uomo a Dio. E non sarà capace, la Madonna delle Vittorie, di vincere anche sulle nostre paure, sulle nostre preoccupazioni, spirituali o materiali che siano? «Pregate sempre, senza stancarvi», ci suggerisce: quando camminiamo, quando siamo in treno, quando facciamo la fila alla posta… È così bello avere tra le dita questi piccoli grani, ripetere le parole di un angelo, ripetere i nomi di Gesù e di Maria e, con umiltà, ripetere anche il nostro, insieme a quello di tanti altri “peccatori”: nome che ci ricorda che non abbiamo diritto a niente, ma bisogno di tutto… E questo “tutto” è nelle mani di Maria, l’onnipotente per grazia: non abbiamo che da rivolgerci a Lei, ripetendo non formule magiche, ma una supplica piena di fiducia, che oppone, alla grandezza della “Piena di grazia, Madre di Dio”,  la miseria e povertà di noi peccatori, perché è questa umile consapevolezza che commuove il Cuore della Mamma, lo piega e lo apre per far piovere su di noi quelle grazie e quelle benedizioni che il mondo non può dare.

Per chiudere, vorrei ricordare quello che diciamo ai bambini quando spieghiamo loro che cos’è il Rosario: è una “corona di rose” che noi offriamo a Maria, perché ogni Ave Maria è come una rosa che gettiamo ai suoi piedi, in segno di affetto e di omaggio alla sua bellezza e bontà celeste. Non sarà una definizione teologicamente alta e nemmeno molto elegante: ma, se ascoltiamo i sentimenti del cuore che ci spingevano verso la nostra mamma quando eravamo bambini (ma anche ora che siamo “grandi”!), credo che non ci dispiacerà raccogliere al più presto un bel mazzo di rose fresche e profumate, da donare a questa nostra dolcissima Mamma celeste.

 

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