Pillole di SpiritualiTà
Il vero spirito di fede porta una persona a staccare lo sguardo da se stessa, per volgerlo verso Dio. (Beato John Henry Newman)
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“Un ragazzo normale con un’anima speciale”
di Katiuscia Iacchini
“Un ragazzo normale con un’anima speciale”. Sono queste le parole pronunciate dalla mamma di Carlo per descrivere suo figlio. Un ragazzo gioioso, amante della vita, dello sport, della musica e della tecnologia. Un autodidatta dell’informatica, che lui metterà a servizio della sua fede, realizzando un sito sui Miracoli eucaristici che farà il giro del mondo.
Carlo ha infatti una particolarità che lo rende speciale: scopre l’Amore di Dio, che appaga e affascina profondamente la sua vita.
Carlo Acutis nasce a Londra nel 1991, cresce poi a Milano, dove la famiglia benestante si era trasferita. Viene battezzato nella chiesa dedicata alla Madonna Addolorata. A soli sette anni riceve la Prima Comunione e da quel giorno non lascerà più solo Gesù. L’Eucaristia diviene “la sua autostrada per il cielo”. Vive i suoi anni in armonia, con semplicità e intensità. La sua fede “contagia” anche i genitori e si estende a tutti i suoi vissuti quotidiani.
Per Carlo la tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi; la felicità, invece, è lo sguardo rivolto verso Dio.
Questo sguardo Carlo continuerà sempre a rivolgerlo verso l’alto e si tradurrà in carità reale, semplice, immediata; la conversione, dice Carlo “non è altro che spostare lo sguardo dal basso verso l’alto, basta un semplice movimento degli occhi”. A scuola difende i deboli, per strada guarda negli occhi i poveri, li conosce per nome, parla con loro, diviene loro amico, utilizza i propri risparmi per donare loro piccole grandi cose, necessarie per la sopravvivenza. Sono quei poveri, quegli ultimi, quelle persone che gli altri a malapena scorgono che nel giorno dei suoi funerali si accalcheranno per dare a Carlo l’ultimo saluto.
Carlo ama un luogo con predilezione: Assisi. Lì si sente a casa, è profondamente affascinato dalla radicalità e dall’originalità di San Francesco, così come dalla storia della vita dei santi giovani, in particolar modo di Giacinta e Francesco.
La sua vita sarà accomunata in modo particolare a quella dei Pastorelli di Fatima per la donazione che Carlo farà della propria sofferenza, per La Chiesa e per il Papa.
Quando Carlo scopre di essere malato non nasconde i propri timori, ma sa che quella è l’occasione giusta per offrire. La sua malattia sarà fulminea, andrà via in tre giorni, per una leucemia di tipo M3, che era silente.
Carlo si era sempre comportato come se avesse chiaro che non sarebbe vissuto a lungo. I medici e gli infermieri che lo assistono nell’ultimo periodo della vita non lo sentono mai lamentarsi, nonostante gli atroci dolori, poiché diceva che altri soffrivano più di lui. Sorella Morte corporale non era per Carlo da temere, poiché non aveva sprecato il suo tempo a far cose che non piacevano a Dio.
Non muore come una fotocopia, Carlo: la sua vita luminosa è un continuo scoccare frecce di carità per glorificare il Padre celeste e il suo esempio di vita è sorprendente. A soli 15 anni dipinge dinnanzi ai nostri occhi un quadro d’Amore meraviglioso, destinato a fondersi con la luminosità dei suoi amati santi predecessori che, dal Cielo, continuano a donarci esempi di vita straordinari.
Quanto diverse e sorprendenti potrebbero essere le nostre armonie se, come diceva Carlo, riuscissimo a morire non come banali fotocopie, ma come degli “originali”.
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