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CHIARA CORBELLA

"PICCOLI PASSI POSSIBILI"

di Diletta Lago

Queste parole, che Chiara scrive al figlio Francesco poco prima di morire, riassumono la sua storia: come ragazza, sposa, madre, ma soprattutto come cristiana, ha saputo donarsi fino in fondo, senza tralasciare nulla.

E la sua storia lo dimostra.

Chiara nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Fin da piccola, vive un profondo rapporto con la fede (fa parte, con la sorella del Rinnovamento nello Spirito).

Nel 2002, a Medjugorje, conosce Enrico, suo futuro sposo. Chiara capisce di essere chiamata al matrimonio, e vive il periodo di fidanzamento come un momento di profondo discernimento: sa che quella al matrimonio è una vocazione, e che pertanto deve essere vissuta in pienezza, in profonda unione con Dio.

Proprio per questo, definisce il fidanzamento come “la prova più grande della sua vita”: è qui, infatti, che lei ed Enrico imparano a mostrarsi veramente per quello che sono, ad accettarsi e, soprattutto, ad affidare tutto a Dio, rinunciando al controllo totale della propria vita.

Grazie anche al percorso con un padre spirituale ed alla conoscenza dei frati francescani, i due fidanzati maturano consapevolmente la scelta di donarsi completamente l'uno all'altra, avendo come fondamento Dio. Ciò sarà essenziale per le prove che in futuro saranno chiamati ad affrontare. Il matrimonio viene celebrato il 21 settembre 2008, nella chiesa di s. Pietro, ad Assisi.

Meno di un mese dopo, Chiara è già in attesa della loro prima figlia, Maria Grazia Letizia. Con i primi esami, però, i medici riscontrano nella piccola un'anencefalia (mancanza del cervello) e giungono ad una conclusione: la bambina non potrà sopravvivere dopo la nascita.

Molti le consigliano di interrompere la gravidanza, ma Chiara, appoggiata dal marito, non ci pensa nemmeno: sana o malata, con lunghe prospettive di vita o meno, sa che quella che porta nel grembo è una creatura amata e voluta da Dio.

Durante i nove mesi di gravidanza, quindi, Chiara ed Enrico vivono con serenità, accettando con fiducia la volontà di Dio; questo atteggiamento non li abbandonerà nemmeno durante il parto e dopo, nei soli 40 minuti di vita di Maria Grazia Letizia.

Il momento in cui l'ho vista è stato un momento che non dimenticherò mai: ho capito che eravamo legate per la vita” scriverà poi Chiara.

La stessa serenità e lo stesso affidamento a Dio non vengono meno nemmeno un anno dopo, quando, di nuovo incinta, scopre che anche questo figlio, Davide Giovanni, non riuscirà a sopravvivere alla nascita (a causa di alcune malformazioni agli organi): Chiara ed Enrico si abbandonano a Dio e con serenità accompagnano il piccolo fin dove Egli glielo consente.

Anche Davide Giovanni, dopo meno di un'ora dal parto, sale in Cielo con la sorellina.

Molti tra i presenti ai due parti sono rimasti sconvolti dall'atteggiamento di Chiara e del marito: non solo consideravano i due bambini come degli esseri umani in tutto e per tutto, ma vedevano anche la loro morte prematura con serenità: “ogni momento passato con loro ci ha riempiti e siamo usciti pieni del loro amore (...) i nostri volti erano pieni di gioia” dirà Chiara, in riferimento ai momenti vissuti con i due primi figli.

Poco tempo dopo, arriva la terza prova.

Chiara dopo aver scoperto una nuova gravidanza, (di Francesco, un bambino sano in tutto e per tutto), fa degli esami medici a causa di un'afta alla bocca. L'esito è sconvolgente: un carcinoma.

Si tratta di un tumore molto aggressivo estremamente raro tra le donne giovani (Chiara ha solo 26 anni), e quindi dell'ennesima prova per lei ed il marito. Anche in questo caso, però, Chiara non abbandona Dio, ma Gli si affida più che mai, chiedendogli di starle a fianco.

Si sottopone ad una prima operazione, ma rifiuta categoricamente qualsiasi terapia anche minimamente lesiva per il bambino.

Francesco nasce il 30 maggio 2011, e, pochi giorni dopo, Chiara inizia le terapie.

Il tumore (che lei chiamava “il drago”), però, purtroppo, non si ferma. Chiara deve sopportare operazioni, terapie dolorose ed un indebolimento fisico che le impedisce anche di allattare il figlio per diversi periodi.

Nonostante le difficoltà, però, non perde mai la fede, ma, al contrario, si preoccupa di chi le sta accanto, facendo tutto il possibile per fargli mantenere la pace e la speranza.

 Il 13 giugno 2012, dopo un anno di lotta, Chiara muore.

Debilitata nel fisico, non perde mai il suo sorriso, ma lo mantiene fino all'ultimo istante.

Ti voglio bene. Vi voglio bene. Vi voglio bene a tutti!” sono le sue ultime parole, rivolte al gruppo di amici e parenti che le stava intorno in quei momenti.

Muore serena, raggiungendo i suoi due bambini in Cielo, e dimostrando come si possa vivere una vita bella, gioiosa, piena anche attraverso prove umanamente insormontabili, la più piccola delle quali basterebbe a gettare nello sconforto molti di noi.

Chiara ci dimostra che veramente con Dio tutto è possibile, e che accettare la Sua Volontà, anche quando non la capiamo, è l'unico modo per vivere davvero la nostra vocazione.

La sua vita agli occhi del mondo potrebbe sembrare spezzata, spesa invano in una serie di sofferenze, ma in realtà pochi hanno saputo vivere fino in fondo come lei. Concludo con queste parole, tratte dalla lettera che scrive, poco prima di morire, al figlio Francesco.

Qualsiasi cosa farai, avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna. (...) Non scoraggiarti mai, figlio mio, Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti tanto di più”.

 

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