CUSTODE DEL REDENTORE

di Marco Mussini

Siamo nel mese dedicato a San Giuseppe. È il Santo dei bisognosi, di chi soffre, dei moribondi, dei forestieri, dei carcerati, dei lavoratori…

È davvero speciale questo Santo, eppure nei Vangeli appare sempre in secondo piano, nonostante sia a capo della Sacra Famiglia di Nazaret. Uomo di poche parole o “del silenzio” (nessun Evangelista cita le sue frasi), ma uomo dell’ascolto.

Questa caratteristica mi ha sempre colpito, insieme alla grande umiltà di Giuseppe. Tutto questo per me derivava dalla sua fiducia totale nel Signore. Ad ogni sogno dell’angelo risponde infatti prontamente e senza esitare. Forse non capisce immediatamente il suo ruolo, ma accetta subito di seguire quanto il Signore aveva previsto per lui: doveva essere il custode della Sacra Famiglia, cioè, “padre putativo” del Figlio di Dio e Sposo di Maria.

Pensando alle nostre vite, possiamo riconoscerci in una missione molto simile, perché anche molti di noi siamo padri e mariti. Per questo la figura di San Giuseppe può essere un vero esempio e una guida nella nostra vita familiare.

San Giuseppe si è aperto ad accogliere Maria e l’arrivo di Gesù in un servizio umile, ma concreto. Nessuno nella storia li ha amati così tanto e così profondamente.

Fin da subito affronta grandi difficoltà: la nascita di Gesù in un luogo sicuramente non degno, poi la fuga con Maria in Egitto per proteggere il loro piccolo… poi si è dedicato a Lui e alla sua educazione, insegnandogli a vivere. Pensate che privilegio, ma che responsabilità!

San Giuseppe, pur nella sua “piccolezza” di figura umana, ha trasmesso a Gesù tutto ciò che di meglio poteva insegnare. Penso subito all’umiltà e alla dolcezza.

Quanto è difficile per noi papà seguire questo esempio con i nostri figli o le nostre mogli. Quanto è difficile essere umili e quante volte la nostra figura di guida viene superata da una figura di potere o di possesso? In San Giuseppe questo non avveniva, in quanto era cosciente del suo ruolo di custode di un tesoro unico e grande.

San Giuseppe era un uomo di azione, non si è mai tirato indietro, ha affrontato le difficoltà e le prove che il Signore gli poneva. Sono state prove per S. Giuseppe e per Maria, ma sono stati passi importanti e fondamentali nel cammino di crescita di Gesù. Anche noi genitori e coniugi abbiamo questo compito che il Signore ci affida nell’educazione dei nostri figli, affinché crescano sotto le tre dimensioni: età, sapienza e grazia.

Come per la famiglia di Nazaret, è un cammino difficile, nel quale la fede e l’amore coniugale diventano strumento, fonte e forza di questo percorso educativo.  Mentre cresciamo i nostri figli, cresciamo anche noi genitori come figli di un Padre misericordioso, che non smette mai di amarci.