Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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“L’istruzione è una questione di cuore”
di M. Giovanna Di Latte
I giovani sono considerati da sempre essenza viva e pilastro solido della società. In questa particolare epoca storica si parla molto dei giovani e gli anziani, in modo particolare, sembrano preoccupati dell’agire delle nuove generazioni. Io, invece, sono più ottimista. Penso che i ragazzi di oggi, come quelli di ieri, abbiano bisogno di sentirsi amati e che ogni individuo, se si sente amato, dà sicuramente il meglio di sé. Noi adulti dobbiamo un po’ guardarci dentro e chiederci: “Diamo davvero fiducia e amore puro ai nostri giovani?”… Un esempio di considerazione e “presa in carico” della crescita dei ragazzi, attraverso l’amore, è San Giovanni Bosco.
Per lui era impossibile educare un giovane attraverso la ragione, senza che qualcuno lo amasse, capisse i suoi problemi e lo supportasse per risolverli. Le intimidazioni o le punizioni erano bandite dal suo sistema educativo. “L’amore o l’amorevolezza serve a far guadagnare il cuore dell’allievo e ognuno deve farsi amare se vuole farsi stimare…” diceva Don Bosco. E ancora: “Solo l’amore può aprire il cuore dei giovani che è come una fortezza sempre chiusa al rigore e all’asprezza: l’amore include la ragione e la religione. Religione e ragione sono le due molle di tutto il mio sistema educativo”. Attraverso la pazienza e l’empatia amorevole i giovani potevano istruirsi e formarsi nel corpo, nel cuore, nella mente e nello spirito. “ L’istruzione è una questione di cuore”… sottolineava ancora il Santo: riflessione che accompagna quotidianamente il mio agire di insegnante.
Eh sì, Don Bosco capisce sin dalla più tenera età che tutto parte dal cuore. Un sogno premonitore avuto a 9 anni gli aveva tracciato la strada che avrebbe percorso la sua luminosa vita. A soli 10 anni si prodiga ad aiutare i suoi compagni più fragili e bisognosi e a 14 si accentua in lui l’aspirazione alla vocazione educativa e sacerdotale. La sua vocazione raggiunge il culmine quando, il 5 giugno 1841, viene ordinato sacerdote. Il suo amore per i giovani lo porta a fondare il primo oratorio che ospiterà ottocento ragazzi e, in seguito, fonderà la “Congregazione Salesiana” al servizio della gioventù. L’ Ordine prende il nome dal Santo a cui Don Bosco era molto devoto: San Francesco di Sales. “Carità” e “Bontà” erano e sono ancora gli assunti teorici e pratici dell’agire di questa Congregazione.
Devotissimo di Maria Ausiliatrice, nel 1868 fonda l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l’educazione della gioventù femminile.
Da lui tanti gli spunti educativi e pedagogici su cui possiamo riflettere e trarre insegnamento: “Io mi regolo con questo principio, che i miei allievi lavorino con amore e non con l’attività”.
Con queste parole Don Bosco riassume il proprio sistema educativo, affermando di lasciare ai giovani la libertà di fare le cose che preferiscono, perché, come ben si sa, ognuno fa con piacere ciò che sa fare. L’educazione è intesa anche come preparazione alla vita terrena tramite l’apprendimento di un mestiere o di una professione individualmente e socialmente utile.
L’educazione è la grande arte di formare gli uomini affinché diventino cittadini onesti e bravi cristiani. A tal proposito dice: ”..beneficare il prossimo specialmente con l’educazione della gioventù, allevandola negli anni più pericolosi, istruendola nelle scienze e nelle arti ed avviandola alla pratica della religione e delle virtù”.
Per Don Bosco il lavoro è il mezzo e fine dell’educazione e serve all’elevazione educativa e sociale del popolo.
Il cuore del metodo dell’illustre Santo è l’AMORE: “dolcezza in tutto” diceva… Lui predicava amorevolezza paterna e affettuosa come base della relazione tra educatore e ragazzo.
Ci sarebbero ancora tante lodevoli riflessioni e imprese svolte da Don Bosco, ma voglio fermarmi a questo suo importante aspetto educativo che trova applicazione nel mio agire quotidiano da docente. Da quando ho approfondito la vita del Santo ho sempre fatto riferimento al suo modo di rapportarsi con i ragazzi e mi ha fatto guardare all’insegnamento con occhi diversi. Quello di Don Bosco è un apostolato educativo fondato sull’amore, modello a cui ogni educatore dovrebbe aspirare e cercare di mettere in pratica nei vari ambiti in cui opera.
Vedere la gioia negli occhi dei propri alunni penso che sia la gratificazione più alta per un insegnante. San Giovanni Bosco diceva: “La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l’amore” e allora amiamola e pratichiamola!
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