Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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“NON PRENDETE NULLA PER IL VIAGGIO”
di Sr. Elisabetta Marzotto icms
Gesù, Tu hai scelto i Dodici e, ancora oggi, scegli ognuno di noi, prima di tutto perché stiamo con Te, perché è solo stando con Te, guardandoTi, ascoltandoTi, parlando con Te, che la Tua vita diventa anche la nostra vita.
E, poi, ci mandi a raccontare la bellezza di questo stare con Te. Che fiducia grande nutri verso di noi, Gesù, se ci chiedi di essere apostoli e di aiutarTi in questa Tua missione di testimoniare agli altri quanto Dio ci ama, quanto il Regno di Dio è vicino, perché, con Te, il Padre ha scelto di farsi nostro compagno di viaggio. E ce lo ricordi spesso che saremo apostoli di successo – quello vero! – solo se partiremo da lì e ritorneremo lì: all’unione con Te, al nostro rapporto intimo e personale con Te.
Sei Tu che ci hai voluti e che ci hai chiamati, prima di tutto e di tutti; sei Tu che dici-bene di noi; sei solo Tu che, per noi, desideri tutta la gioia, tutta la felicità. Il nostro “Eccomi” sgorga dalla nostra risposta, libera e riconoscente, a questo Tuo dono che ci precede. Ci chiami, in Te, con Te e per Te, ad essere santi e immacolati nella carità. Ma non ci hai scelti perché siamo “bravi” e dobbiamo, con le nostre capacità, dimostrare a Te e al mondo la nostra efficienza, procurandoTi tanti followers (come si dice oggi), tanti “seguaci”.
No, noi andiamo a nome Tuo e tutto possiamo in Colui che ci dà la forza. Tu non ci mandi a dire o fare qualcosa, ma ci chiedi solo di essere Tuoi, di vivere come Te, in memoria di Te. E, allora, solo allora, saremo credibili agli occhi del mondo, oltreché credenti. Ci mandi a due a due, perché dove in due o tre siamo riuniti nel Tuo nome, lì Tu sei in mezzo a noi; ci riconosceranno come Tuoi discepoli, solo se avremo amore gli uni per gli altri. E quelli che ci incontreranno, potranno dire di noi, come dei primi cristiani: “Guardate come si amano!” e sentire il desiderio di essere anche loro di Cristo. Ecco, perché, Gesù, Tu ci comandi con forza di andare per il mondo spogli di tutto, anche dell’essenziale, ma a due a due. È la predica più convincente, il segno più eloquente che davvero, in noi, c’è un qualcosa di più, un Qualcuno che vale la pena incontrare se, nel Suo Nome, si riesce a camminare insieme, pur con tutte le fatiche, incontro a Te.
Non vuoi, Gesù, che per il viaggio, portiamo pane, né sacca, né denaro nella cintura, né due tuniche; solo, un bastone e i sandali calzati ai piedi. E noi vogliamo fidarci di Te, che vesti i gigli del campo, anche se loro non faticano e non filano, perché sei Tu, Signore, il nostro bastone ed è solo il vincastro della Tua croce
che ci dà sicurezza. E, se accamperemo la scusa della nostra debolezza e della nostra inettitudine, ricordaci che ci basta la Tua forza, che si manifesta nella croce, perché quando siamo deboli, è allora che siamo forti.
Non ci farai mancare il pane quotidiano, ma, soprattutto donaci, ogni giorno, l’Eucaristia, il Pane dei forti. Non servirà portarci la bisaccia, dove mettere le provviste del viaggio, perché Tu sai di che cosa abbiamo bisogno e, se nutri gli uccelli del cielo, non farai lo stesso con noi, che valiamo molto più di loro? Non metteremo denaro nelle nostre cinture e non porteremo due tuniche perché, se vogliamo testimoniare Te, non ci è consentito “tenere il piede in due scarpe”. Non dobbiamo scendere a compromessi con la fedeltà al Vangelo e con la povertà radicale che Tu hai vissuto e che chiedi anche a noi di vivere; ne perderebbe di forza la nostra testimonianza. E, se le cose si mettono male, insegnaci a non cercare un’eventuale via di uscita, perché chi ha messo mano all’aratro e poi si volta indietro, non è adatto per il Regno di Dio.
Calzeremo solo i sandali ai nostri piedi, per camminare nella libertà che ci viene dall’essere figli di Dio e per annunciare a tutti, con coraggio, la Verità che Tu ci hai insegnato. Con Te e per Te, entreremo nelle case della gente, ascolteremo le loro storie, asciugheremo le loro lacrime, infonderemo la Tua speranza nei loro cuori, perché, anche oggi, Tu vuoi essere prossimo ad ogni cuore, ma hai bisogno delle nostre mani, dei nostri piedi, del nostro cuore. Mangeremo di quello che ci verrà messo davanti e non passeremo di casa in casa, perché le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma anche Tu non hai dove posare il capo e non hai scelto, in base ai tuoi gusti e alle tue preferenze, dove andare e con chi stare. Non ci fermeremo a salutare lungo la via, perdendoci in discorsi e relazioni terra terra, che non portano gli altri a Dio, ma solo a noi stessi. Quando, in qualche luogo, non ci accogliessero e non ci ascoltassero, ce ne andremo con tanta pace, scuotendo la polvere sotto i nostri piedi come testimonianza per loro, perché ci ricordiamo che il potere di scacciare i demoni e di guarire i malati non dipende da noi e che Tu, lasciando tutti liberi di accogliere o meno il Tuo Amore, dai sempre un’altra possibilità. Se, come tralci, staremo attaccati a Te, unica vera Vite, per ascoltare le Tue parole, per abbandonarci al Tuo Amore, allora anche noi, con Te, in Te e per Te, porteremo frutto.
Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo,
prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare,
perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane,
ma va’ da coloro a cui ti manderò
e annunzia ciò che io ti ordinerò.
Non temerli,
perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca
e il Signore mi disse: «Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca.
Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli
e sopra i regni per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».
(Ger 1,4-10)
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