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Eucarestia, autostrada per il Paradiso

di Eugenia Bardanzellu  
(dal Maria di Fatima n°6, settembre/ottobre 2020)

Un ragazzo che fa la linguaccia alla videocamera, che finge di suonare la chitarra, che ride… Carlo era un adolescente come tanti, un quindicenne con una vita normale. Eppure, sebbene apparentemente non abbia fatto alcunché di straordinario, chiunque si avvicina alla sua storia ne rimane affascinato.

 

Milano, 1991: Carlo nasce in una famiglia benestante, che non gli fa mancare niente. Insegue le sue passioni: l’informatica, in cui si rivela un ragazzo prodigio, e il sassofono, che impara a suonare da solo. Ma, prima delle partite di calcio in piazzetta, prima delle sfide ai videogiochi, per Carlo c’è sempre qualcosa di più importante.

 

      LA SANTITÀ

Non io, ma Dio. Questo è il motto di Carlo. È a Dio che continua a rivolgersi, è a lui che dedica ognuna delle sue attività di adolescente. “Non io, ma Dio” a scuola, al computer, nei giochi con gli amici. Ha compreso che “la tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio”; e, per raggiungere quella felicità che viene da Dio, si è anche inventato un kit per diventare santi. È facile, spiega ai suoi amici: basta andare a messa, dire il rosario e fermarsi in adorazione del Santissimo, tutti i giorni.
Seguendo le istruzioni del suo kit, Carlo trova la forza di portare Dio al prossimo. Gli piace aiutare i senzatetto: mette bevande e gli avanzi della sua cena in alcuni recipienti, per portarli a chi non ha da mangiare. Per chi dorme in strada, acquista coperte e sacchi a pelo con i propri risparmi. Si rende disponibile per dare ripetizioni ai ragazzi meno abbienti o con difficoltà, sta vicino a chi, a scuola, ha problemi a inserirsi.

 

    L'EUCARESTIA

Carlo ha capito che il proprio obiettivo è la santità e, sveglio com’è, ha individuato anche la via che porta dritta alla meta: l’Eucarestia è la mia autostrada per il paradiso dice. È un’intuizione che nasce in lui dal giorno della sua prima comunione, avvenuta molto presto, a soli sette anni. Fin da quel momento si rende conto di quanto sia importante accostarsi con regolarità al sacramento dell’Eucarestia.
Più Eucaristie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso. Grazie all’unione sacramentale col corpo di Cristo, Carlo sperimenta la gioia di stare alla presenza del Signore, la bellezza di vedere il mondo con i suoi occhi. L’adorazione quotidiana sviluppa in lui la capacità di vedere Cristo anche nei più poveri, nei più deboli, nelle persone sole. Se ci si mette davanti al sole ci si abbronza; ma, quando ci si mette davanti a Gesù Eucarestia, si diventa santi.

 

   IL SITO

Carlo ama i computer: in informatica è un vero e proprio prodigio. Inventa algoritmi e legge libri universitari di ingegneria. Insomma, internet è il suo parco giochi. Ma, abituato a guardare ogni cosa con gli occhi di Dio, intuisce le potenzialità di bene della rete, e non esita sfruttarle. Crea un sito di volontariato, un sito della parrocchia che frequenta e, soprattutto, un sito di miracoli eucaristici.
Insegnando il catechismo, Carlo si rende conto che molte persone non conoscono affatto l’Eucarestia, mentre per lui è il centro della sua vita. Per far in modo che anche altre persone possano scoprire la bellezza di questo sacramento, Carlo inizia a progettare un sito in cui raccogliere la storia e la documentazione di tutti i miracoli eucaristici avvenuti nel mondo. È un progetto enorme, che porterà avanti per quattro anni. Crea pannelli con foto, spiegazioni, racconti; compie viaggi, qualora il materiale a disposizione non fosse sufficiente.
Il sito riceve tantissime visite: a partire dai pannelli elaborati da Carlo, prende forma una mostra. La mostra dei miracoli fa il giro del mondo, va negli Usa, in India, Australia, Corea, Filippine, avvicinando molte persone al mistero dell’Eucarestia, e alla fede. Anche luoghi di importanti apparizioni mariane, come Lourdes e Fatima, a cui Carlo era molto legato, accolgono la sua mostra.

 

   UN'ECCEZIONE

Carlo sa di essere diverso dagli altri ragazzi, ma non ha paura di esserlo. Non ha paura di andare in chiesa, prima che al campetto, di sembrare strano. L’incontro quotidiano con Gesù dà a Carlo il coraggio di essere sé stesso, di usare ogni lato della propria personalità a fin di bene, di essere completamente originale. Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie dice.
Carlo muore per una leucemia fulminante nell’ottobre del 2006. Ha quindici anni. Prima di morire, fa una preghiera: “offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio e andare dritto in paradiso”. Anche nei suoi ultimi momenti di vita, Carlo tiene bene a mente la meta, quel paradiso a cui ha sempre aspirato. Al suo funerale sono presenti tantissime persone, tanto che la stessa madre di Carlo confessa di essersi sorpresa “non sapevo che Carlo conoscesse così tanta gente”. Erano tutte le persone a cui Carlo aveva fatto del bene.

 Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie

   LA BEATIFICAZIONE

Inizia a circolare la voce che Carlo fosse santo. Come tante persone abbiano scoperto la vita di questo ragazzo e si siano accostate alla fede grazie al suo esempio, è un mistero. Un ruolo importante in questo processo sicuramente l’ha avuto il web - lo strumento di informazione prediletto da Carlo. Il suo sito riceve visite continue e i genitori di Carlo sono inondati di lettere provenienti da gente di tutto il mondo, che vuole ringraziare per il bene ricevuto dall’esempio del loro figlio. Nel 2018 papa Francesco nomina Carlo ‘Venerabile’. Finché avviene un miracolo.
Nel 2019, la consulta medica della Congregazione delle cause dei santi si pronuncia positivamente circa un miracolo avvenuto per intercessione di Carlo. Un bambino brasiliano, in fin di vita a causa del pancreas deformato, è guarito grazie alle preghiere rivolte al giovane Acutis: il pancreas è infatti tornato nella norma, senza alcun intervento chirurgico. Papa Francesco ha dunque annunciato che la beatificazione di Carlo avverrà il 10 ottobre 2020 e verrà celebrata ad Assisi, un luogo molto importante per Carlo, che riconosceva in San Francesco un modello fondamentale.

 

   UN ESEMPIO

Muoio felice, perché non ho mai sprecato un minuto della mia vita in cose che non piacciono a Dio. Le foto di Carlo sono foto di un ragazzo sorridente, che va in bici, gioca a calcio, fa film con la sua videocamera, o gioca con i suoi cani. A volte ci chiediamo se sia possibile essere santi nel 2000: la vita di Carlo sembra una risposta eloquente a questa nostra domanda. Anzi, lui stesso era solito dire che noi siamo più fortunati di chi viveva ai tempi di Gesù, “perché loro per incontrarlo dovevano andarlo a cercare nei villaggi, mentre noi possiamo scendere nella chiesa sotto casa e trovarlo realmente presente nell’Eucarestia”.
Carlo sembra dirci che non dobbiamo accontentarci di cose piccole, di essere fotocopie di un modello mediocre. Bisogna puntare in alto, al cielo, a una felicità vera e piena, che è possibile trovare nello sguardo di Dio. Vedere la nostra vita e le persone che ci circondano con gli occhi di Dio: in questo sta la felicità. “Una vita è veramente bella - diceva - solo se si arriva ad amare Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come se stessi”. Per arrivare ad amare così, Carlo frequentava l’Eucarestia. Era il suo segreto, la sua scorciatoia per amare di più, per pregustare il paradiso, per poter dire ogni giorno, a scuola, davanti al computer o sul campo da calcio il suo famoso motto: “non io, ma Dio”.

 

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