Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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L’AZIONE ATTIVA DI UNA GIOIA CHE SA TRASFORMARE
di Teresa Spagnolo
Il “Giubileo degli artisti” fa venire subito in mente a chiunque due parole semplici e complesse allo stesso tempo: giubilo e arte.
Se da un lato la parola “arte” è più nota e utilizzata, seppure a volte in modo discutibile, dall’altra il termine “giubilo” è decisamente desueto. Non so voi quante volte lo utilizzate per comunicare: io, personalmente, mai; eppure ha un significato molto bello! Ho indagato per la prima volta il senso di questa parola durante una ricerca universitaria e, come spesso accade ai curiosi, ho scoperto molteplici significati, applicati a diversi ambiti e situazioni, ma tutti avevano in comune “l’azione attiva di una gioia che sa trasformare”.
Ed è bellissimo soffermarsi su quanto siano legate tra di loro l’espressione artistica e la capacità trasformativa che ha su di noi la gioia, quando è così intensa da non poterla contenere, così piena da renderci creature bellissime, riflesso del cuore di Dio al di là delle nostre piccolezze spirituali e al di là delle nostre imperfezioni. È talmente forte come concetto da spiegare perché non tutte le opere d’arte sono così impattanti nella nostra vita spirituale, ma solo quelle capaci di suscitare in noi il desiderio profondo di una vita più conforme a quella di Gesù. E questo può accadere soltanto se l’artista unisce il suo talento creativo a una vita conforme al Vangelo, tale da far diventare, le sue opere, una via verso Dio. Penso ovviamente al Beato Angelico, ma anche alle meravigliose icone russe, la cui realizzazione è preceduta da una lunga preghiera di affidamento alla Madonna.
Compito dell’artista cristiano è usare il proprio talento per educare, attraverso la bellezza, alle Sue opere.
Immagino di varcare la Porta Santa in san Pietro, dove la prima opera d’arte che tutti incontriamo è la Pietà di Michelangelo, meravigliosa catechesi che ci ricorda che anche noi, affidandoci alla Mamma celeste, possiamo essere plasmati dalle mani di Dio attraverso suo Figlio Gesù. Che, se siamo docili e lo lasciamo lavorare per smussare gli spigoli e le brutture del nostro cuore, andrà talmente a fondo da far affiorare la parte migliore di noi.
L’artista crea, trasferendo sulla materia la sua esperienza di fede, usando il suo ingegno e le sue abilità. Ogni affresco, scultura, miniatura, opera architettonica, sono state nei secoli lo strumento perfetto per alfabetizzare gli analfabeti, catechismo iconografico per i poveri, ammonimento per i peccatori, dichiarazione e contemplazione della gloria divina, narrativa ispirata dal divino, predicazione senza parola, rivelatori di emozioni sconosciute, invito alla conversione. È interessante chiedersi quali linguaggi artistici adoperare nei tempi moderni.
Le immagini hanno un impatto emotivo profondo su di noi, da sempre: lasciano traccia. Anche il mondo dello spettacolo, del cinema, della musica, della televisione e dei social esplora il culto, i valori morali, la testimonianza cristiana, e usa questi canali per evangelizzare e avvicinare chi è lontano, dare speranza. L’arte è un linguaggio che, se calato nel tempo in cui viviamo, può trovare la modalità adatta per promuovere e trasmettere valori e conoscenza. E, per citare Papa Francesco, ha la capacità di far «sognare nuove versioni del mondo, introducendo novità nella storia e mettendo al mondo qualcosa che così non si era mai visto».
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