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I SACRATISSIMI CUORI DI GESU' E DI MARIA

INESAURIBILI FONTI DI ETERNO AMORE

I CUORI DI GESÙ E DI MARIA

INESAURIBILI FONTI DI ETERNO AMORE

 di P. Angelo Tognoni icms

 

Di una persona di esemplare bontà si usa dire: è “di buon cuore”. Viceversa, per rimarcare la cattiveria di qualcuno, si afferma che è “senza cuore”. Comprendiamo, così, che il riferimento al cuore va ben al di là dell’aspetto fisiologico e mira invece a descrivere ciò che ciascuno porta nel proprio intimo e che lo muove ad agire: “buon cuore”, insomma, è sinonimo di “buona volontà”, orientata a compiere il bene e che si rallegra nel poter far felice il prossimo.

In tal senso cuore ed amore vanno a braccetto e l’uno si identifica nell’altro, al punto che l’amore viene simbolicamente raffigurato con il cuore. Dunque, meditare e contemplare il Sacratissimo Cuore di Gesù e il Cuore Immacolato di Maria - accomunati anche liturgicamente nelle rispettive celebrazioni, del venerdì e del sabato successivi alla Solennità del “Corpus Domini” - significa lasciarsi immergere in un pacificante “calore d’amore”, tanto necessario per rinfrancare non pochi animi affranti.  Dai Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria si irradia una luce capace di vincere le tenebre di angoscia, dubbio, solitudine - e talora anche di disperazione - che gravano su tante anime.

Abbiamo bisogno di comprensione, di affetto, di essere accompagnati e sostenuti nell’arduo cammino della vita. L’odierna “città degli uomini” è spesso contrassegnata da competizione, sopraffazione, interminabili contrasti. Quanti pretesti per accentuare divisioni e scatenare violenza! Pure l’ambito coniugale e famigliare, che dovrebbe essere culla e sorgente d’amore, non se la passa bene! Prendendo a prestito una espressione medica, potremmo descrivere il cuore dell’attuale umanità fortemente “infartuato” e prossimo al collasso. La cura?

Eccola: tornare all’infinita bontà e misericordia del Cuore Sacratissimo di Gesù e alla premurosa maternità del Cuore Immacolato di Maria. Dal mal d’amore non c’è altra cura che il risolutivo abbraccio di Gesù e di Maria: occorre tendere le braccia verso l’alto e lasciarsi stringere ai loro Cuori, proprio al pari di un bimbo che, spaventato e piangente, ritrova pace e sorriso solo sul cuore amorevole del papà e della mamma.

Sono verità semplici, che possono apparire inutili e superate agli occhi dei “sapienti” di questo mondo, tutti intenti a escogitare complesse formule e ambiziosi programmi per risolvere i guai che ci affliggono. NO! Il nostro problema non è risolvere ciò che materialmente ci circonda, ma ciò che spiritualmente ci portiamo dentro.

A una persona, affranta per la perdita di colui che amava, tu puoi mettere davanti anche dei tesori preziosi: ma, per quanto essi siano di grande valore, non riusciranno mai a trasformare il pianto in sorriso. È necessario Qualcuno che ti guarisca dentro, che con il calore impareggiabile del suo amore ti rianimi il cuore, colmandolo di fresca speranza. Dice Gesù: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro»; e aggiunge: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11,28-29).

Il primo passo per riprendersi, per sbrogliare l’intricata matassa di un vivere povero di senso e di consolazioni, è quello di aprire, anzi di spalancare la porta del cuore a Gesù e a Maria, nostra Madre: cuore a cuore con loro, istante dopo istante, con la grazia dei Sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia, dove Gesù prende il peggio di noi e ci dona il meglio di sé; e senza trascurare la recita quotidiana del Santo Rosario, durante la quale la Vergine Santa, da vera Mamma, ci stringe al Suo Cuore Immacolato, prega con noi e prega per noi. Occorre attingere dai Cuori di Gesù e di Maria ogni dono di amorevolezza, misericordia, sostegno, conforto e domandare anche veri miracoli, perché quei Cuori ardono dal desiderio di effondere queste grazie sulle anime, che a loro si rivolgono con fedeltà e perseveranza.

A suggello di queste verità, suggerisco due citazioni. La prima, biblica, è tratta dal libro del profeta Isaia: “Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Ebbene, anche se una madre si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49,14-15). La seconda, invece, è la risposta che a Fatima - nell’apparizione del 13 giugno 1917 - la Madonna diede a Lucia. La fanciulla, particolarmente afflitta, le chiedeva se sarebbe rimasta sola: «No, figlia. E tu ne soffri molto? Non ti scoraggiare. Io non ti lascerò mai. Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio».

Ai piedi del Crocifisso e accanto alla Madre Addolorata, contemplando i loro Cuori traboccanti d’amore e orribilmente oltraggiati dall’ingratitudine, dall’indifferenza e dal disprezzo di troppa umanità, rinnoviamo il nostro impegno di fedeltà e di riparazione per la gloria di Dio, il bene nostro e la conversione di tanti poveri peccatori.

 

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