Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
NEWS
La fecondità di sposi che rivela quel “lato” tenero di Dio
di Deborah Cabiddu
Il 12 luglio si celebra la memoria liturgica dei Santi Louis e Zélie Martin, una coppia di sposi che visse in modo esemplare il sacramento del Matrimonio, attraverso la pratica costante della preghiera umile e fiduciosa, la frequenza ai sacramenti, il lavoro onesto e il pieno abbandono alla Volontà di Dio. Canonizzati da Papa Francesco il 18 ottobre 2015, sono noti per essere i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino, la Santa della “Piccola Via”, che riconobbe in essi dei genitori “più degni del Cielo che della terra”.
Louis Martin, nato il 22 agosto 1823 a Bordeaux, avrebbe voluto farsi monaco, ma non poté coronare questo suo desiderio perché non conosceva il latino, che in quel tempo era indispensabile per poter accedere alla vita monastica.
Anche Zélie, nata il 23 dicembre 1831 a Gandelain, avrebbe voluto consacrarsi a Dio, ma non fu ammessa perché di salute cagionevole.
Provvidenziale fu il loro incontro presso il ponte Saint Leonard ad Alençon, che li portò a conoscersi e a sposarsi dopo appena tre mesi. Inizialmente, pensando di assecondare il desiderio di appartenere soltanto a Dio, decisero di vivere il matrimonio verginalmente; ma, a seguito del consiglio del proprio direttore spirituale, capirono che Dio li chiamava a vivere pienamente la loro vocazione di sposi e genitori.
Ebbero nove figli, di cui quattro morirono in tenera età a causa dell’alto tasso di mortalità infantile dell’epoca. Ciò nonostante, e pur nella sofferenza, non misero mai in discussione la propria fede e accettarono con umile rassegnazione la volontà di Dio.
Louis Martin era una persona meditativa e amante del silenzio. Come professione aveva scelto di fare l’orologiaio. Trascorreva tante ore nel suo laboratorio, ma faceva molta attenzione a non violare i precetti della Chiesa, osservando rigorosamente il riposo domenicale.
Zélie era un’abile ricamatrice e gestiva un’attività per il confezionamento di merletti, avvalendosi della collaborazione di diverse operaie, che stimava a tal punto da considerarle come sue figlie.
La loro vita in famiglia era fatta di semplici cose, in cui Dio era sempre al primo posto: carità per i poveri, solidarietà per i vicini, frequenza alla Eucaristia quotidiana. La loro partecipazione alla Messa delle cinque e trenta del mattino era talmente assidua che i vicini di casa, sentendoli uscire, esclamavano: “Ecco i santi coniugi Martin che vanno alla Messa!”
Per le figlie, Zèlie era una mamma premurosa, affettuosa ma anche attenta nell’educazione ai valori evangelici: la giornata delle ragazze iniziava “offrendo il cuore al Signore”; l'esame di coscienza per la confessione avveniva sulle ginocchia della mamma; tutte le difficoltà della vita venivano affrontate con il principio del “far piacere a Gesù”.
Oltre alla perdita dei quattro figli, i coniugi Martin dovettero affrontare tante sofferenze: la stessa Zélie fu colpita da un incurabile cancro al seno. Nonostante la terribile malattia, ella pretese fino all’ultimo di essere accompagnata alla Santa Messa festiva, non ritenendosi così ammalata da poterne essere dispensata. Diceva: “Sono come i bambini che non si preoccupano del domani, aspetto sempre la felicità”.
Dopo la morte della moglie, Louis decise di trasferire la famiglia a Lisieux, affinché le figlie potessero crescere sotto gli sguardi materni di una zia saggia e generosa. Lo stesso Louis ebbe il dono di farsi ancora più sensibile e premuroso, tanto che in una lettera la primogenita Maria scrisse un giorno al padre: “In questa vita tu sei, con Gesù, il Paradiso delle tue figlie”.
E fu così che presto sbocciarono – una dopo l’altra – le vocazioni alla Vita Consacrata di tutte le sue figlie: la prima a partire per il Carmelo fu Paolina, poi Maria. A quindici anni anche Teresa chiese al padre di poter entrare nel Carmelo. Scriveva Teresa: “Egli non disse nemmeno una parola per distogliermi dalla mia vocazione; si limitò a farmi osservare che ero troppo giovane… Ma io difesi così bene la mia causa che papà, con la sua natura semplice e retta, fu ben presto convinto che il mio desiderio era quello di Dio stesso…”
In seguito, fu colpito da paralisi e da arteriosclerosi cerebrale e morì a 71 anni, guardando intensamente la figlia Leonia che accanto a lui recitava la preghiera: “Gesù, Giuseppe e Maria: vi dono il cuore, la vita e l’anima mia”.
Con il loro esempio di vita i coniugi Martin rappresentano un punto di riferimento per tutte le famiglie: la loro fecondità di sposi sta nel rivelare quel “lato” tenero di Dio che si manifesta nelle piccole gioie dell’amore sponsale, fatto di sguardi, attese, sorrisi e tanta semplicità.
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
SECONDA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
TERZA PARTE
Con una piccola donazione puoi riaccendere la speranza di uomini, donne e bambini in Brasile e, anche in Italia...
La Rivista ufficiale della
Famiglia del Cuore Immacolato di Maria
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)