Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
NEWS
di padre Edoardo Luna icms
I Santi sono proclamati tali secondo canoni stabiliti dalla Chiesa, basati sulla eroicità delle loro virtù. Tuttavia l’aspetto principale è il fatto che la santità resta sempre e comunque “un dono” di Dio.
La santità è un dono di Dio
La festa dei Santi Martiri Innocenti mette in luce l’aspetto più fondamentale della santità, che consiste nell’essere una partecipazione alla vita divina. E questo, appunto, è un dono di Dio. La logica del dono suppone che non ci debba essere necessariamente “un merito”, altrimenti più che di dono si tratterebbe di uno “scambio” e non più di qualcosa di gratuito, da parte del donante. Il dono è tale quando è causato, generato dalla generosità di colui che dona. Più ci si inoltra nelle vie di Dio, più si comprende che tutto proviene dalle sue mani: tutto è Grazia! La stessa Vita Eterna, promessaci dal Signore, nonostante tutta la nostra buona volontà e la nostra fedeltà ai suoi comandamenti, rimarrà sempre dono della sua infinita misericordia.
Il Battesimo è un dono di Dio
Il Battesimo va in questa logica del dono: è un essere immersi in Cristo fin da prima dell’uso di ragione e ci fa diventare parte del suo Corpo Mistico, per cui il battezzato è inabitato da Cristo e il desiderio di Cristo è quello di essere la vita di ciascuna persona (“Io sono la Risurrezione e la vita” Gv 11, 25). Tutti sono figli di Dio: anche i non battezzati hanno Dio per Padre, ma solo i battezzati fanno parte del Corpo Mistico di Cristo, in cui Lui è il capo e i battezzati sono le membra. Tutti i battezzati sono profondamente inseriti nella sua stessa vita.
Un padre, una madre cercano di donare le cose migliori ai propri figli, fin dalla nascita. Con il Battesimo i genitori offrono alla loro prole il bene più prezioso: la vita stessa di Gesù, di Colui che è il Salvatore. Sebbene i piccoli neonati non siano ancora in grado di comprendere il dono ricevuto, gratuitamente ne godono già i benefici - come godono, senza averne coscienza, di tutta la ricchezza di beni, materiali e spirituali, messa loro a disposizione dai genitori stessi -.
I Santi Martiri Innocenti
Questi fanciulli sono gli infanti di Betlemme, che vengono massacrati, per ordine di Erode, a causa della venuta di Cristo, nostra salvezza e nostra vita: sono “innocenti”, perché tutti al di sotto dei due anni di età. Sono “martiri”, perché vengono uccisi per Cristo. La loro è una testimonianza donata: ci offrono, cioè, di fatto, il dono di testimoniare Cristo, ancor prima di poterlo confessare con la loro bocca. Sono: "i primi che meritano di morire per Cristo" (San Cromanzio di Aquileia, Commento al Vangelo di Matteo 6,2; da “La Bibbia commentata dai padri” - Nuovo testamento 1/1 Battesimo 1-13 - Città Nuova 2004 Roma pagg.77/78).
Il Battesimo è un divenire parte del corpo di Cristo, per cui il battezzato è inabitato da Cristo, vive della sua stessa vita. Per Sant’Agostino è impensabile che questi bambini, uccisi a causa di Cristo, possano rimanere fuori dalla vita di Cristo stesso. [Discorso 373 n.3 da: Opere di Sant'Agostino. DISCORSI. Nuova Biblioteca Agostiniana, Città Nuova Editrice 1989, Vol.VI (341-400)]. Dio può tutto ed Egli vuole sempre il bene: non avrebbe, dunque, permesso che quei bambini potessero morire per testimoniare la venuta di Cristo se non per una maggiore loro felicità.
Cito ancora Sant’Agostino: "lungi da noi il pensare che Colui che è venuto a liberare gli uomini, che sul legno della croce pregava per quelli che lo uccidevano (cfr. Lc 23, 24), non abbia fatto nulla per il premio di coloro che furono uccisi per lui" (op. cit. c.s. pag.533).
E, sempre Sant’Agostino, nel discorso 375 n.1 (Pag. 513), dice che Cristo venne nel mondo e quei bambini - che con il loro sangue testimoniarono la venuta del Salvatore - salirono al cielo.
Leggiamo, dalla CATENA AUREA di san Tommaso (Commento al Vangelo di Matteo, cap. II, n.8), una riflessione del venerabile Beda: “Nella morte di questi fanciulli viene prefigurata la preziosa morte di tutti i martiri di Cristo. Il fatto che sono stati uccisi in tenera età vuol dire che si perviene alla gloria del martirio attraverso il merito dell’umiltà; il fatto, poi, che sono stati uccisi a Betlemme e in tutta la regione circostante dimostra che in Giudea - dalla quale prese origine la Chiesa - e dovunque nel mondo sarebbe infuriata la persecuzione; il fatto che sono stati uccisi a due anni indica una perfezione di dottrina e di opera: infatti l’età tenerissima, da due anni in giù, indica la semplicità; il fatto poi che sono stati uccisi, ma che Cristo scampò, fa comprendere come i corpi dei martiri possono essere uccisi dagli empi, ma che Cristo non può però essere tolto di mezzo da loro”.
Ascoltiamo anche una illuminante riflessione della studiosa Elena Zocca: “La massima apertura sui temi dell’infanzia si incontra in Leone Magno. Questi non solo considera la strage dei Betlemiti una dispensatio divina (cioè una volontà divina), capace di manifestare la nascita di Cristo non meno della stella, ma vede anche nella muta confessio degli infantes (cioè nella muta professione di fede degli infanti) uno specifico miracolo del Verbo, quasi dicesse tacitamente: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli» (Mt 19, 14).
In particolare, i primordia infantiae (cioè l’essere piccoli) gli appaiono essere stati consacrati da Cristo con duplice fine: da un lato, dimostrare che nessuna età dovesse ritenersi incapace di accogliere il sacramento divino; dall’altro, proporre proprio l’infanzia come modello di umiltà e conversione. In questo contesto riemerge sia un richiamo a Mt. 18,1-5, l’invito a convertirsi e farsi come bambini per entrare nel regno dei cieli, sia la citazione di 1 Cor. 14,20 («non comportatevi da bambini nei giudizi, ma siate come bambini quanto a malizia»), mentre fra i due passi citati si dispiega un autentico inno all’infanzia, composto da San Leone Magno: «Cristo ama l’infanzia, che lui stesso per primo accolse, nell’anima e nel corpo. Cristo ama l’infanzia, maestra di umiltà, regola di innocenza, modello di mansuetudine. Cristo ama l'infanzia, sulla quale vuole modellati i costumi dei grandi e alla quale vuole ricondotta l’età senile; e piega a seguire l’umile suo esempio coloro che poi innalza al regno eterno»”. Sono gli adulti, perciò, a doversi fare bambini, imitandone le caratteristiche peculiari e in modo speciale la dipendenza e la confidenza, la semplicità e l’umiltà, il rialzarsi se uno è caduto.
Concludiamo con un passo tratto dai “Discorsi” di San Quodvultdeus (Liturgia delle Ore, Ufficio delle Letture nella festa dei Santi Innocenti 28 dicembre): “I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mentre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora. Colui che era venuto per regnare, regna in questo modo. Il liberatore incomincia già a liberare e il salvatore concede già la sua salvezza. Ma tu, o Erode, che tutto questo non sai, ti turbi e incrudelisci e mentre macchini ai danni di questo bambino, senza saperlo, già gli rendi omaggio.
O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria”.
I Santi Martiri Innocenti, dunque, aprono la schiera dei martiri per Cristo, indicano a noi la strada della sofferenza vissuta per Cristo e con Cristo, convertono il dolore in grazia, offerta e preghiera, trasformano certe lacrime in perle di gloria. Nel regno dei cieli il loro martirio è celebrato come una grande festa e le lacrime di Rachele si tramutano in un giubilo di gioia.
VI DOMENICA DI PASQUA-25 maggio 2025-ANNO C
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto
«NELL’UNICO CRISTO SIAMO UNO»
Lo Stemma di Papa Leone XIV: spiegazione
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
Con una piccola donazione puoi riaccendere la speranza di uomini, donne e bambini in Brasile e, anche in Italia...
La Rivista ufficiale della
Famiglia del Cuore Immacolato di Maria
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)