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Il Miracolo Eucaristico delle SACRE PARTICOLE di Siena

di Marilena Pilati

Il miracolo eucaristico delle Sacre Particole che si conserva nella Basilica di San Francesco a Siena è davvero singolare. Si differenzia da tutti gli altri perché solitamente, quando accadono questi prodigi, le ostie si trasformano in carne e sangue: spesso in una parte di muscolo cardiaco, il miocardio. In questo caso invece, sono le stesse particole consacrate che si conservano intatte da oltre 290 anni, sovvertendo le leggi naturali.

Ma veniamo ai fatti. Il 14 agosto 1730, vigilia dell’Assunta, nella Basilica di San Francesco qualcuno rubò una pisside d’argento contenente 351 particole consacrate. I Senesi furono sconvolti da quell’atto scellerato e fecero processioni e preghiere per riparare al sacrilegio commesso. Grazie a Dio tre giorni dopo, il 17 agosto, nel Santuario di Santa Maria in Provenzano un chierichetto intravide qualcosa di bianco in una cassetta delle elemosine. Erano proprio le ostie rubate che furono devotamente raccolte e riposte in una nuova pisside. Il ritrovamento fu festeggiato in tutta la città con adorazioni, processioni e celebrazioni solenni. Al momento fu deciso di non consumare le particole, ma di conservarle per poterle venerare al fine di riparare la profanazione. Si decise perciò di sigillare la pisside che le conteneva e di custodirla devotamente. Dopo trent’anni si effettuò una ricognizione e si constatò che le particole erano intatte, fresche, come appena consacrate. Nel corso degli anni furono controllate più e più volte e sempre sono state trovate incorrotte, nonostante siano state travasate, contate e perciò toccate da più mani, esposte all’aria. Questo è veramente inspiegabile: per la loro composizione sarebbero molto deteriorabili perché facilmente attaccate dalle muffe e decomposte dai microrganismi. Tiberio Borghesi, che dal 1772  per 20 anni fu arcivescovo di Siena, già meravigliato dal fatto che le Sacre Particole risultassero intatte dopo 40 – 50 anni, volle fare una controprova. In un contenitore fece sigillare alcune particole non consacrate. Dopo 10 anni fu controllato lo stato delle ostie e si trovarono solo vermi e briciole di pane decomposto. Questo infatti è ciò che accade a tutte le sostanze organiche: vanno incontro al disfacimento.  Non così per le Sacre Particole che ad ogni controllo risultano sempre “fresche, intatte, fisicamente incorrotte, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione”.

Nel 1914 furono sottoposte ad approfondite analisi chimiche e biologiche. Il risultato fu che le particole, che avevano conservato il loro aspetto originario, erano ancora composte da farina di pane azzimo, senza batteri, muffe o acari che invece sono stati rinvenuti sulle pareti interne della pisside nella quale erano conservate. Nella conclusione del verbale redatto dagli scienziati che hanno eseguito le analisi si leggerà: “Le Sante Particole di Siena sono un classico esempio della perfetta conservazione di Particole di pane azzimo consacrate nell’anno 1730, e costituiscono un fenomeno singolare, palpitante di attualità che inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica. È strano, è sorprendente, è anormale: le leggi della natura si sono invertite, il vetro è diventato sede di muffe, il pane azzimo è stato invece più refrattario del cristallo. È un fatto unico consacrato negli annali della scienza”.

Il 10 settembre del 2014, trascorsi 100 anni dall’ultima analisi, è stato compiuto un nuovo controllo sulle ostie, che “conferma che le Sacre Particole conservate nella Basilica di San Francesco, a Siena, si stanno ancora mantenendo miracolosamente intatte, contro ogni legge naturale”.

Le particole rimaste ora sono 223 e non più 351 perché quelle che mancano, dopo essere state sottoposte alle tante analisi, furono distribuite come Comunione ai fedeli, per avere la conferma che anche il sapore non fosse alterato: nessuno riscontrò differenza con il gusto di quelle appena consacrate.

Per la Chiesa questo evento soprannaturale è permanente grazie alla reale presenza del Corpo di Gesù Cristo nelle ostie consacrate. Quello di Siena è un miracolo eucaristico continuo, perché siamo dinanzi non ad una reliquia di quanto accadde nel 1730 (come avviene quando la particola o il vino si trasformano in carne e sangue): lì c’è la presenza reale di Gesù Eucarestia, perché il pane si è mantenuto fresco nel tempo. Il Catechismo, al numero 1377, dichiara: “La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche…”

Ce lo fa capire bene, in maniera significativa, ciò che disse Giovanni Paolo II, il 14 settembre 1980, in visita a Siena. Il Pontefice, dopo aver sostato in adorazione davanti alle Sacre Particole, con grande commozione sussurrò: “È la Presenza!”.

 

 

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