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IL MISTERO DEL SANTO NATALE DI GESÙ

Il Natale è un quadro di suggestiva tenerezza e amore, di delicatezza e affabilità, che ci svela il vero volto di Dio

di P. Angelo Tognoni icms

L’uomo comune, quello che si affatica nelle mille vicende quotidiane, che soffre per l’ingiustizia e la violenza nel mondo – senza riuscire a dare un nome al proprio desiderio di felicità, di compimento – ha mille domande nella propria vita. L’uomo contemporaneo “grida” in attesa di una risposta; l’uomo “chiede salvezza”, cioè felicità vera.
Ritiene centrale la salute fisica e, dunque, cerca in tutti i modi di salvaguardarla, con l’ausilio di medici e terapie in cui ripone fiducia, a volte esagerata: ciò lo rende sicuro? Ha la certezza di conservare l’integrità fisica e di superare qualsiasi malattia?
Crede risolutiva la sicurezza economica e sociale, puntando su persone e raggruppamenti politici che, a parole, con bei discorsi, garantiscono “il meglio”, il benessere. A dire il vero, a ben considerare l’affluenza alle elezioni politiche, in cui si fatica a raggiungere la metà degli aventi diritto al voto, bisogna riconoscere che anche in questo caso c’è grande disillusione e ben poca speranza di validi cambiamenti.
Anche nell’ambito della famiglia, luogo privilegiato per la manifestazione di ricchezza di amore, di ri-spetto e sostegno reciproci, in cui i piccoli dovrebbero essere favorevolmente educati, più con l’esempio che a parole, si evidenziano allarmanti cadute e fallimenti. In un rapporto annuale dei Carabinieri, si segna-lava che la radice del diffuso disagio minorile, contrassegnata da innumerevoli reati, è la mancanza della famiglia, in particolare della genitorialità.
Va tutto bene, se non intorno a me, dentro di me? Che cosa manca per giungere alla tanto sospirata pa-ce: personale, sociale, nazionale e internazionale?
Da dove veniamo? Qualcuno deve pur aver posto in vita la prima coppia di uomo e donna, da cui è scaturito il genere umano. Siamo abbandonati a noi stessi o c’è una verità che ci contraddistingue e deter-mina? Visto che il più delle volte operiamo scelte, le cui conseguenze presentano risvolti piuttosto negati-vi, che suscitano rimorsi e rimpianti sintetizzati nella classica espressione: “Se potessi tornare indietro…!”, non c’è proprio modo di conoscere la via sicura per non fallire e trovare gioia e ardore di vita?
Il grande problema che affligge l’uomo non dipende da ciò che lo circonda ma, innanzitutto, da ciò che si porta dentro, da ciò che determina il suo modo di intendere e agire. Solo chi conosce perfettamente le “istruzioni” per l’utilizzo di un complicato prodotto tecnologico, la verità del suo funzionamento, può disporne fruttuosamente, con successo. Solo chi ha studiato e compreso le verità di una materia scolastica può superare l’esame; solo chi conosce la verità delle leggi scientifiche può trarne benefiche applicazioni.
E l’uomo? E noi? Possiamo vivere bene senza conoscere chi siamo, ignorando la verità su noi stessi? Trascinati da sollecitazioni esteriori, acconsentendo acriticamente all’opinione della maggioranza, al “tutti fan così, tutti la pensano in questo modo”, abbiamo trovato la soluzione per ottenere serenità e pace, per superare indenni gli ostacoli, i sacrifici e le prove che la vita riserva a ciascuno?
Una lunga premessa, che può ben essere rappresentata dalla propria storia personale e che trova la deci-siva risposta in un evento sconvolgente e inimmaginabile: la Ss. Trinità, il nostro Dio e Creatore, prende in Cristo vita e forma umana nel grembo della Vergine Maria e viene in mezzo a noi, addirittura dentro di noi – l’Eucaristia adorata e ricevuta. Quale ne è il significato? Uno solo: Gesù, vero uomo e vero Dio, ci mo-stra chi siamo, “al pari” di Lui: figli del Padre, creati a Sua immagine e somiglianza, in un impeto d’amore che non riserva per sé la gloria del suo Paradiso, ma la vuole condividere con noi.
Creati dall’Amore, che mai si preoccupa del proprio bene, ma di quello altrui – e solo così lo vive e lo gusta in pienezza –, siamo caratterizzati non da meccanici istinti o pulsioni, ma dalla libertà di scelta, indi-spensabile per fondare una relazione d’amore. L’albero della conoscenza del bene e del male, del quale Dio aveva raccomandato ai progenitori di non cogliere e mangiare, pena la morte, è l’evidenza di questa nostra libertà: chi ci ama – Dio – non ci obbliga ad accoglierlo, non ci impone indicazioni e comandi, ma ci chiede di corrispondergli liberamente. Quello che è avvenuto agli albori dell’umanità lo sappiamo ed è la causa del male, di ogni male: la nostra cronica disobbedienza all’Amore, a Dio… e la morte imperversa, oggi più che mai!
Potevamo essere abbandonati al nostro destino: perché mai la Ss. Trinità avrebbe dovuto rinunciare alla sua eterna, perfetta, impareggiabile gloria e beatitudine, per preoccuparsi di noi? Invece, ecco il Natale di Gesù, in cui si svela la nostra vera natura, chi siamo, dove siamo destinati: figli di Dio, partecipi a pieno titolo della familiarità con la Ss. Trinità e, dunque, “divini”, non “laici”, come intende il mondo condizio-nato dal peccato.
Se non rispetti le istruzioni, la verità di un utensile, lo rovini e lo rompi; se non rispetti i Comandamenti di Dio, la verità della natura umana, creata a immagine e somiglianza di Dio e che si rivela pienamente in Gesù, ti degradi fino a distruggerti.
Il Natale è un quadro di suggestiva tenerezza e amore, di delicatezza e affabilità, che ci svela il vero volto di Dio: Gesù poteva nascere a Nazareth, nella sobria casa di Giuseppe e Maria, dove però tutto era pronto per una nascita dignitosa. Ma là c’erano porte, finestre, una siepe a far da recinto e qualcuno poteva sentirsi escluso. A Betlemme, in quel rifugio per animali, aperto ai quattro venti, tutti possono entrare, tutti sono accolti, tutti sono amati.
Questo è il gran dono di un santo Natale: prendilo nel tuo cuore, Gesù, ricevilo dalle braccia della Vergine Maria e di San Giuseppe; vivi per Lui, vivi con Lui – l’Eucaristia –; confrontati con il suo esempio di vita nel Vangelo, confidati con Lui – la preghiera –; non aver timore di riconoscere i tuoi peccati – la Confessione –: Lui ti perdona, ti ridona la luce della sua Grazia, ti infonde pace, ti rende capace di amore. Gesù nasce per l’insopprimibile desiderio, che neppure l’orribile sofferenza della Croce ostacola, di ripor-tarci a casa con Lui, nel suo Paradiso, in quella vita eterna e gloriosa che attende quanti lo accolgono e a Lui si conformano, in un rasserenante cammino di Fede, di Speranza e Carità.

 

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