Pillole di SpiritualiTà
Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace. (dalle Memorie di suor Lucia)
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di Fratel Paolo Li Calzi
Spesso si pensa al perdono come una cosa che dobbiamo dare o ricevere, ma è realmente così?
Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo capire le sue dinamiche.
Prima di tutto il perdono è legato a un “debito”. Cioè il perdono è un condono, un semplice azzeramento del debito. Non toglie la giustizia, che vorrebbe la restituzione del maltorto, ma la supera. Il perdono è trovare una via alternativa per ristabilire la giustizia tra debitore e creditore.
Giustizia?
La definizione di giustizia è “dare a ognuno il suo”; quindi non sarebbe giusto perdonare, in quanto chi perdona non riceve nessun “indennizzo” per il torto subito e a chi lo riceve, non viene chiesta nessuna penitenza per il male fatto. Questo ci urta profondamente, perché siamo sempre tendenzialmente giustizialisti, non per nulla ci ricordiamo il detto di Gesù: “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”, che, però, nel vangelo non c’è scritto. Nel vangelo si trova: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” (Lc 6:31 e Mt 7:12), che poi noi abbiamo ribaltato per poterci difendere dal male altrui. Questa che sembra una semplice differenza semantica, in realtà è un cambio essenziale di visuale. È la differenza che c’è tra la pace durante la guerra fredda e la pace vera. Perché se non faccio male per paura di riceverlo, non per questo faccio il bene e costruisco la pace.
Perdono
Se la giustizia e l’equità sono cose che comprendiamo naturalmente ed esigiamo, il perdono non solo non è naturale, ma spesso ci sembra assurdo, impossibile e perfino ingiusto alcune volte. Un giorno, mentre guardavo il tg, intervistarono una mamma a cui era stato ucciso un figlio, che, al posto della solita frase “voglio giustizia”, disse: “Io lo perdono (riferendosi all’assassino) perché nessuno potrà ridarmi mio figlio”. I commenti di quelli che la sentirono, ma tutti avevano in fondo l’idea che quella donna aveva fatto una cosa meravigliosa, così meravigliosa che nessuno l’avrebbe mai fatta. Un po’ come quando si cerca di far fare pace a due bimbi che litigano, non si dice “digli che lo perdoni” ma “chiedigli scusa”. Siamo sempre portati a punire il colpevole, non ad aiutarlo, offrendogli gli strumenti per rimettersi in piedi.
Rispondo
Il perdono è una cosa che dobbiamo dare o ricevere?
Il perdono ci piace riceverlo, perché non pagare è sempre una cosa piacevole, è un segno di stima e amore. D’altro canto diamo il perdono solo se l’altro ci deve qualcosa e ci sentiamo particolarmente magnanimi. Un po' come quando facciamo l’offerta a un povero, siamo noi a fare qualcosa per lui, ci sentiamo superiori e vorremmo anche essere ringraziati e omaggiati. Perdonare ci fa sentire superiori.
In realtà il perdono - lo dice la parola stessa - si dona e si riceve: per-dono. Perché, non essendo una cosa naturale, anche donarlo è una grazia. Non è una cosa così complessa da comprendere, ma ha dei passaggi che, se li conosciamo, possiamo imparare a viverlo appieno e a donarlo senza pensare che sia impossibile.
Il percorso del perdono
Allora, il perdono è un dono che si riceve e contemporaneamente si dona. Cioè dobbiamo partire dall’idea che siamo in debito con Dio da sempre e che non solo ci perdona, ma desidera farlo, anzi, ci ha creato per trovare nel perdono il suo riposo. Una volta che siamo certi di questo e lo rinnoviamo ad ogni confessione, manca solo un altro tassello. Ci manca il segreto che ci ha rivelato con Gesù, “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25:40). Così la mappa è completa: si parte da noi peccatori, bisognosi di perdono e si torna a Dio, che è felice di donarcelo e ce lo viene a richiedere per poterlo ricambiare nei poveri e in chi ci “fa del male”.
Perdonare perché siamo stati perdonati noi per primi.
Bonus
E se questo non bastasse:
“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio»”. Lc 6,36-38
Perdono perché quando sarò davanti a Lui avrò una moltitudine immensa di peccati, ma quando mi dovrà condannare userà il mio metro e se avrò perdonato tutti, sarà costretto a perdonare anche me…
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