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IL SANTO DELLA DOLCEZZA, DELL’AMABILITÀ E DELL’OTTIMISMO!

San Francesco di Sales

di p. Adriano Cozzi icms

Il 24 gennaio ricorre la Festa liturgica di San Francesco di Sales, proclamato “Dottore della Chiesa” da papa Pio IX e che cambiò notevolmente la teologia e la spiritualità cristiana. La sua mansuetudine, la carità e la dolcezza ispirarono san Giovanni Bosco, a tal punto da spingerlo a chiamare la Congregazione “salesiana”, proprio in onore del santo Vescovo di Ginevra.

San Francesco di Sales nasce nel castello di Sales (Alta Savoia francese) il 21 agosto 1567. Studia filosofia e teologia a Parigi e si laurea in Diritto Civile ed Ecclesiastico a Padova. Viene ordinato sacerdote il 18 dicembre 1593 e si offre al Vescovo per ricondurre i Calvinisti dello Chablais alla fede cattolica. Fatto Vescovo di Ginevra l’8 dicembre 1602, ma con residenza ad Annecy, svolge un’ampia predicazione e attua le riforme del Concilio di Trento. Spirito nobile, acuto, dotto umanista, fu grande Direttore spirituale; aprì a tutti le vie dell’ascetica (Filotea), mostrando l’essenza della vita spirituale nell’amore di Dio (Teotimo). Intuì l’importanza della stampa; quale uomo di azione istituì a Thonon un’Accademia che raccoglieva le menti più elette per l’approfondimento della scienza e per avviare i giovani a una formazione professionale. Con Santa Giovanna di Chantal fondò e diresse l'Ordine della Visitazione. Morì a Lione il 28 dicembre 1622; il trasporto della salma ad Annecy (24 gennaio 1623) è all’origine della data dell’odierna festa.

  • Dalle sue opere si evince la sua personalità

È stato definito il santo della dolcezza, dell’amabilità, dell’ottimismo. Esercitò, nei suoi innumerevoli contatti con le persone, di qualsiasi estrazione sociale (casate di nobili o poveri e diseredati), si trattasse di amici o di avversari, una grande mansuetudine, un’infinita carità. Questo comportò un grande controllo di se stesso, una violenta reazione contro la propria natura ribelle, un esercizio veramente eroico della pazienza.

San Francesco di Sales fu un uomo di azione, ma con un temperamento conciliante ed accondiscendente, pronto a cedere quando non erano in gioco i diritti di Dio; portato a considerare gli uomini benevolmente e paternamente, pronto a scoprirne più i lati buoni che i difetti, a perdonarne le colpe e a incitarli alla virtù.

Questo suo stile nel trattare le persone ha portato alcuni autori a definirlo un “sentimentale” e un “affettivo”. Certe lettere a Giovanna Francesca di Chantal, se non rettamente intese, potrebbero accreditare un giudizio simile. La sconfessione proviene dallo stesso Santo: “Io amo le anime indipendenti, vigorose e non effeminate; perché una grande tenerezza scompiglia il cuore, l’inquieta e lo distrae dall’orazione amorosa verso Dio, impedisce la rassegnazione e la perfetta morte dell’amor proprio” (Oeuvres, XX, p. 216).

San Francesco di Sales impostò in modo deciso la sua formazione fin da giovane e la continuò inalterata anche da Vescovo. Un’ora di meditazione ogni giorno, due ore di studio, recita attenta del Breviario, Santa Messa celebrata devotamente, confessione (due o tre volte alla settimana, esami di coscienza, frequenti giaculatorie: questo il quadro spirituale di una giornata.

Il lavoro: una corrispondenza intensa, le udienze a tutte le categorie della popolazione in qualsiasi tempo, le confessioni, la direzione spirituale, la predicazione, le visite agli infermi, ai poveri, ai prigionieri… Un tenore di vita simile non s’improvvisa e nemmeno è facile continuarlo; esso è il frutto di una fede intensa e di un amore profondo verso Dio. Ed è l’amore di Dio che spiega la personalità di San Francesco di Sales, le sue azioni, il suo insegnamento, i suoi discorsi, i suoi scritti.

  • Dalle sue lettere quante massime (centinaia le indicazioni pedagogiche …) che sono utili per la nostra vita spirituale. Ne accenno alcune:

“Abbandonatevi completamente alla volontà di Dio. Non si serve mai Dio meglio di come lo vuole Lui”.

“Non c’è nulla da temere in una tentazione, finché la tentazione vi dispiacerà”.

“Non si può pretendere che nessuna foglia del vostro albero sia agitata da vento. È sufficiente che rimanga attaccata all’albero …).”

“Siate contenta di considerarvi ben poca cosa, perché la vostra miseria serve al buon Dio per esercitare la sua misericordia”

“Ciò di cui abbiamo bisogno è una tazza di comprensione, un barile di amore e un oceano di pazienza.” “Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole.” “Non perdere coraggio nel considerare le tue stesse imperfezioni, ma datti immediatamente da fare per rimediarle - ed ogni giorno ricomincia da capo.”

Scriveva Benedetto XVI al termine della sua catechesi su San Francesco di Sales:

“ … in una stagione come la nostra che cerca la libertà, anche con violenza e inquietudine, non deve sfuggire l’attualità di questo grande maestro di spiritualità e di pace, che consegna ai suoi discepoli lo “spirito di libertà”, quella vera, al culmine di un insegnamento affascinante e completo sulla realtà dell’amore. San Francesco di Sales è un testimone esemplare dell’umanesimo cristiano; con il suo stile familiare, con parabole che hanno talora il colpo d’ala della poesia, ricorda che l’uomo porta iscritta nel profondo di sé la nostalgia di Dio e che solo in Lui trova la vera gioia e la sua realizzazione più piena.”

 

Per approfondire:

Trattato dell'amor di Dio

Filotea. Introduzione alla vita devota

Trattenimenti spirituali

Benedetto XVI Udienza Generale Mercoledì, 2 marzo 2011 - San Francesco di Sales

 

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