Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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FEDELE AL FIGLIO FINO ALLA CROCE
di P. Gianni Schido icms
Vogliamo rivolgere uno sguardo tutto speciale alla Vergine Maria, in questi giorni in cui meditiamo la Passione di Nostro Signore.
La presenza di Maria, sotto la Croce e lungo la Passione, è una presenza silenziosa. Sicuramente il dolore era terribile, ma non ci viene riportata nessuna parola di Maria. Eppure, l’Evangelista Giovanni era lì, al suo fianco, ma per lui ciò che conta, del cammino di Maria, a fianco a Gesù, è la sua presenza costante e il suo silenzio. Pietro aveva tentato nell’orto degli Ulivi di difendere Gesù, sguainando la spada e ricevendo un sonoro rimprovero da parte del Maestro; il “Buon ladrone” difende Gesù dagli insulti dell’altro malfattore, ma Maria non dice nulla. Lei segue suo Figlio, camminano insieme lungo la via del Calvario.
La Vergine, nonostante lo strazio più crudele, che solo una Madre può provare, un tormento esasperato dal vedere il Figlio di Dio, il Signore degli uomini e del mondo, aver scelto di soffrire in quella condizione, a causa della malvagità degli uomini, rimane in silenzio. Le sue purissime lacrime hanno addolcito e fecondato la nuda terra del monte Calvario, il suo Cuore ha pregato nello strazio del dolore. Maria non ha permesso mai al Suo Cuore di essere separato, neanche un istante, neanche al vedere il terribile colpo di lancia, da quello di Gesù. Si mostra vicina al Figlio, per alleviare, con la sua presenza, le sue sofferenze: mentre era ancora vivo e dopo morto, steso nel sepolcro. Maria, che aveva notato il disagio causato dalla mancanza di vino alle Nozze di Cana – e quel disagio l’aveva mossa a intercedere per gli Sposi – per suo Figlio non dice niente.
Dopo questa intercessione, Ella non parla più: soltanto ascolta e medita. “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore”[1]. S. Luca così esprime, in queste semplici parole, la vita dell’Immacolata. La Vergine accoglie il piano di Dio, cercando di meditarlo nel cuor suo. Anche nella Passione del Signore, Maria non si lamenta, non cerca di aiutare il Figlio, non perché lei è una fragile donna che non può ostacolare i soldati romani o i Giudei. La Serva del Signore non si oppone in alcun modo al Figlio Suo. Lei sa bene che il Signore Gesù si trova in quella dolorosa situazione non perché non ha potuto fare nulla contro gli uomini, contro i soldati, contro Giuda e chicchessia. Se avesse voluto, avrebbe potuto dare ordini a legioni di angeli per difenderlo[2]. Ogni azione, ogni passo del Figlio, Ella sa bene, sono frutto della sua libertà amante, della sua scelta libera di consegnarsi interamente nelle mani degli uomini. Questo era testimoniato dal suo modo unico di dare la vita: Lui stava donando la Vita, non la stava perdendo.
Maria, Madre del Verbo Incarnato, conosceva meglio di chiunque altro la Parola di Dio, per la sua intimità con Gesù, unica Parola del Padre. Conosceva i passi del Servo Sofferente, la vicenda di Abramo e Isacco, le parole di Simeone le ritornavano alla mente. Conosceva il lamento di Geremia: “Me infelice, madre mia! Mi hai partorito uomo di litigio e di contesa per tutto il paese! Non ho ricevuto prestiti, non ne ho fatti a nessuno, eppure tutti mi maledicono”[3].
Maria serve il Signore con cuore indiviso. Lei condivide, nonostante lo strazio materno, l’intenzione del Figlio. Vuole seguirlo, non prendere iniziativa. Continua a meditare ogni passo, ogni dolore; ogni pena le entra nel Cuore, lacerando anche il suo, ma scegliendo intimamente di condividerla, di abbracciarla, di amarla. Perché, per ognuno di quei dolori, Cristo sta compiendo il suo volere di donarsi interamente e di amare l’uomo. Quindi, anche lei lo segue. Lei è la creatura che mostra più luminosamente l’amore del Padre. Lo strazio di Maria è lo strazio del Padre, che vede il Figlio soffrire. Il Figlio non le è strappato, ma è Lei che ad ogni passo sceglie di donarlo agli uomini.
Anche a Lei possiamo riferire le parole del Signore: “Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso”[4]. Infatti, la Vita è il Signore, la vita di Maria è il Signore Gesù, Lei che è l’unica creatura ad averlo amato secondo il comando: “Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze”[5]. Che cos’è il Cuore Immacolato se non un Cuore in cui tutto è orientato a Dio, un amore davvero indiviso, anche nell’abbracciare la spada del dolore, che glielo ha trafitto. Di Lei veramente possiamo dire che ha “con-patito”, non nel senso dolciastro del termine, ma che ha vissuto una “con-passione”. Ha accettato intimamente che suo Figlio fosse offerto in sacrificio, trasformando così ogni dolore del Figlio in un dono all’umanità e rispondendo alla malvagità umana, al peccato umano, che Lei non ha conosciuto personalmente, perché immacolata, ma subendone le conseguenze.
Come il Figlio accetta di rispondere a tutto il male, che si scatena contro di Lui, con amore inarrestabile, così Maria sceglie di rispondere a tutto il male che si scatena contro il Figlio, offrendolo per il bene nostro, insieme all’offerta del suo dolore. “Davvero il coraggio che ti ha sostenuto non sarà dimenticato dagli uomini, che ricorderanno per sempre la potenza di Dio”[6]. La sua presenza silenziosa, accanto a Gesù, seppur grandemente sofferta, era la sua scelta di amare il volere di Gesù più di quello che la sua tenerissima e dolcissima maternità avrebbe desiderato: morire Lei stessa al posto del Figlio. Il suo desiderio era quello di essere per Gesù un costante aiuto, incoraggiamento, sprone e consolazione, nel compiere il Suo Dono totale.
“Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette, soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio”[7].
Le parole di S. Giovanni Eudes, grande cantore del Cuore Immacolato di Maria, ci illuminano su questo mistero: “un'altra cosa ancora perfeziona la rassomiglianza del Cuore di Maria con l’Eterno Padre. Disse Gesù a conforto degli uomini: «Dio ha tanto amato il mondo da dargli l'unico, Figlio!»[8]. Lo stesso si può dire di Maria: il Cuore di Maria è così ricolmo di carità per il mondo che gli ha dato l'unico suo Figlio. Perciò siamo vivamente tenuti a lodarla, a ringraziarla senza posa, specialmente dopo aver ricevuto il suo Gesù nel SS. Sacramento; poiché a Lei, dopo che a Dio, dobbiamo riconoscenza per l'immenso tesoro che possediamo tutte le volte che andiamo a riceverlo. Grazie infinite, eterne siano rese, o Madre di Gesù, alla carità immensa del vostro Cuore, così meravigliosamente simile al cuore dell'Eterno Padre!”[9]
Per Giovanni, il culmine della scena del Calvario è dopo la morte, è il colpo di lancia che squarcia il Cuore di Cristo. Ci svela il suo segreto, ha potuto comprendere il mistero del Cuore di Cristo, il mistero di amore di Dio per gli uomini solo dopo aver accolto la Vergine Maria, solo lei può condurci nella profondità e nell’intimità di questo amore.
«O Vergine ottima,
volgi i tuoi occhi benigni
sui tuoi poveri servitori;
Tu in cui, dopo Dio,
abbiamo messo tutta la nostra speranza;
Tu che sei la nostra vita, la nostra gloria,
in certo modo la nostra sussistenza!»[1]
[1] Gv 10,17-18
[1] Dt 6,5
[1] Gdt 13,1
[1] LG 58
[1] Gv 3, 16
[1] S. Giovanni Eudes, Il Cuore ammirabile della SS. Madre di Dio, Propaganda Mariana 1960 p.47
[1] Eutimo Monaco
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
SECONDA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
TERZA PARTE
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La Rivista ufficiale della
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