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INTERVISTA ESCLUSIVA AD ANDREA BOCELLI

parlando di musica e di Cielo

intervista a cura di p. Andrea Matteucci icms (domande in grassetto)

L’arte nasce come profondo desiderio dell’uomo di elevare il cuore e la mente alla bellezza e alle realtà dello spirito. Puoi illustrarci brevemente la tua esperienza?

Intanto, inizierò col dire che l’arte che nasce dal talento è figlia del Cielo, perché nessun talento è merito di chi lo porta. Una voce bella, una capacità straordinaria di dipingere, di scolpire, tutto quello che si vuole, non sono mai merito di chi ha questi talenti, ma sono doni che il Cielo fa.

E il Cielo, come sempre, lascia liberi gli individui, le persone, di usare i propri talenti come meglio credono. Ci sono artisti che fanno buon uso di questi talenti e altri meno.

È il principio basilare che Dio ha lasciato agli uomini: la libertà. Se non li avesse lasciati liberi, se non avesse lasciato liberi i nostri progenitori tutto sarebbe stato diverso. Il peccato originale nasce da quello, e tutto il resto... lo stesso Lucifero ha commesso quello che ha commesso perché ha potuto godere di una libertà assoluta, sennò non avremmo a che fare tutti i giorni con Satana!

Dunque, tornando a noi, l’arte è frutto di un talento, e il talento è un dono; quindi, se il dono viene usato bene e crea bellezza, in senso assoluto, allora si realizza quello che disse a suo tempo Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. È vero, perché un talento, usato bene, che parla al cuore della gente per elevarlo verso il Cielo, non può essere che uno strumento che salva il mondo.

La musica, in particolare, tocca le fibre più sensibili dell’anima e suscita forti emozioni. Può essere un valido strumento di educazione alla conoscenza di se stessi, al vero amore, all’incontro con il prossimo, alla solidarietà, alla pace?

Credo assolutamente che sia così. Mi piace anche ricordare quello che scrisse sant’Agostino: “Chi canta prega due volte”. In questo senso, io a volte, scherzando, dico che in questo modo ho emendato molto alla mia scarsa preghiera…

Chi canta prega due volte

La musica suscita delle emozioni forti e, come si diceva prima, queste emozioni possono essere di varia colorazione. Se la musica mira ad elevare lo spirito, allora è sicuramente un grande strumento nelle mani di Dio, da un lato; ma anche nelle mani di chi possiede questi talenti, per dissodare il cuore degli uomini. Catone Uticense sconsigliava ai soldati di ascoltare la musica, perché diceva – giustamente – la buona musica fa perdere quello spirito belligerante che deve avere un soldato, per andare in guerra a uccidere il nemico. Allora, dal momento che noi non vogliamo dei soldati, ma vogliamo dei buoni cittadini, armati di buona volontà e non di armi, allora, possiamo sicuramente confidare in quella buona musica, che eleva lo spirito.

Dunque, è proprio così: “Chi canta prega due volte…”

Come dicevo, penso che sia proprio vero: perché, se è vero, allora io ho pregato molto, oltre alla recita del Rosario o delle preghiere classiche, che impariamo fin da bambini! Quindi, io spero che sia così.

Ascoltando la tua musica, davvero il canto tocca qualcosa di profondo nell’anima.

Io ho registrato, tanti anni fa, un disco di “Arie sacre”, con l’orchestra di Santa Cecilia, diretta da Myung-Whun Chung, un grande direttore coreano. Questo disco, incredibilmente, che nessuno voleva fare (neppure la mia Compagnia, perché diceva: a chi vendiamo un disco di arie sacre, ai tuoi parenti, alla nonna, alla zia?), è stato il disco di musica classica più venduto al mondo, da sempre; ha superato abbondantemente i 5 milioni di copie, un disco di Arie sacre!

Questo sta a significare, probabilmente, che c’è sempre bisogno anche di questo tipo di musica, di questo tipo di sollecitazioni.

Quando la componente umana e spirituale si uniscono, si genera un profondissimo connubio…

Certo! E poi, di ogni dono, di ogni talento, l’uomo può fare quello che vuole. La lama può diventare un bisturi, per curare delle malattie; oppure un pugnale, per uccidere. Tutto dipende da come uno usa di quello che ha.

La voce, come ogni altra qualità, o talento personale, è un dono che scopriamo con stupore e con gratitudine di possedere. Il credente riconosce in Dio la sorgente di ogni bene per la sua vita. Puoi accennare al tuo cammino di fede, magari a qualche episodio o incontro determinanti per la tua vita?

Ho scoperto di avere questo dono sin da ragazzino, quando parenti, amici, mi chiedevano di cantare; ma anche a scuola i miei compagni; in chiesa, la domenica, alle feste di compleanno. Io da sempre obbligato a cantare! Tutto ciò mi ha fatto capire che avevo questo dono!

Il mio cammino di fede è stato lungo, ma abbastanza costante. Sono nato in una famiglia tutto sommato cattolica, mia nonna era molto devota. Ho avuto una maestra elementare molto religiosa, che ogni anno iniziava il racconto dell’Antico Testamento e lo terminava alla fine dell’anno. Quindi, per 5 anni noi abbiamo avuto il racconto della Bibbia, adeguato alla nostra età; e ogni anno che passava lo faceva in modo sempre più approfondito!

Poi c’è stata l’adolescenza… a un certo punto della vita avevo cominciato a definirmi agnostico, mi piaceva questo termine colto, con questo alfa privativo, che voleva dire che di Dio non sapevo e che non potevo sapere, perché era una cosa più grande di me. Finché poi questa cosa non mi è più bastata e sono andato in cerca di quelle che possono essere definite le “impronte digitali” di Dio, le impronte di Dio.

Le “impronte digitali” di Dio

Penso di essere arrivato alla fede con un ragionamento molto semplice, che non ho inventato io. Mi son trovato davanti a un bivio: da un lato c’era Dio, dall’altro il caso. Siccome non avrei mai potuto credere all’esistenza di un orologio senza pensare a qualcuno che l’abbia costruito, tanto più diventava impossibile pensare alla creazione dell’universo, della vita stessa, dal nulla, senza un Autore.

I Padri del deserto dicevano: a favore e contro Dio si possono trovare tutte le prove che vogliamo, ma cosa si può dire di fronte alla vita? È vero: la vita, con l’uomo, con la consapevolezza, con la propria capacità di giudicare, di decidere, è una prova incontestabile di una volontà superiore che ci ha creati. E da quel momento in poi, fatto questo primo passo nella direzione di Dio, sono andato in cerca di Lui, ovunque. L’ho fatto attraverso le letture, partendo dalle Sacre Scritture, per continuare poi con i libri che ho trovato importantissimi, come i Pensieri di Pascal, La Confessione di Lev Tolstoj, e tante altre opere. E gli scritti di Maria Valtorta, che mi hanno veramente, non dico trasformato, ma cambiato la vita.

Se vai in cerca di Dio, Dio si fa trovare. Io ho avuto la fortuna – anzi, la grazia! – di conoscere dei mistici, persone che hanno avuto dei doni importanti da Dio e mi sono stupito che tante cose che accadono a questo mondo, tanti miracoli che Gesù aveva promesso – e che continua a fare, giorno per giorno – e che dovrebbero essere, a mio parere, sulle prime pagine di tutti i giornali, non si trovino da nessuna parte...

Se vai in cerca di Dio, Dio si fa trovare

E allora, devi andare tu in cerca: se vai in cerca di queste cose, le trovi tutte. Io mi ricordo di aver sentito da qualche parte la storia di un miracolo clamoroso avvenuto a Medjugorje, pochi anni fa, di una persona che si chiama Cristian Felici, affetto da una gravissima malattia, la sclerosi multipla: aveva già il respiratore ed era in carrozzina, non si poteva muovere. Con moglie e figlioli ha sentito il desiderio di andare a Medjugorje e lì ha avuto un miracolo clamoroso. Ai piedi del monte, in carrozzina – spinto da quei pochi volontari che c’erano – ha sentito forza alle gambe, si è alzato, è andato in cima al monte da sé ed è guarito completamente.

Una cosa del genere, dico, mah... allora io non mi sono accontentato di sentire questa storia, ho voluto verificarla, ho cercato il numero, gli ho parlato per telefono, lui mi ha raccontato tutto quello che gli era successo. La cosa ridicola è che la sua grande difficoltà è stata quella di ottenere una certificazione di guarigione e di restituire la pensione. Lui era pensionato, come invalido totale, e si è detto: io torno a lavorare, non posso riscuotere una pensione che non mi spetta più! Nessuno voleva fargli il certificato di guarigione. Questa è una delle tantissime cose che mi lasciano interdetto, perché se il mondo mettesse a disposizione di tutti queste informazioni, forse il mondo sarebbe diverso, ci sarebbe più speranza, più fede, più fiducia. Ma, io ripeto: i miracoli accadono, ce ne sono tanti, a Lourdes, a Fatima, a Medjugorje, ma nessuno ne parla, quasi ci si vergognasse a dire che è accaduto un miracolo, quasi che ci si vergognasse di esser considerati dei creduloni. Ma di fronte alla realtà? Piuttosto, sulle pagine dei giornali trovi di tutto: chi ha vinto Grande Fratello, chi partecipa a X-Factor, chi vince le elezioni nel Burundi… ma un fatto straordinario, come quello, non lo trovi da nessuna parte!

È la deriva del mondo moderno che non accetta il soprannaturale. A proposito: so che sei un vero “innamorato” della Vergine Maria.

Sì, sono innamorato della Madonna. Non ho mai affrontato o approfondito teologicamente un discorso mariologico, però, leggendo la Valtorta, ho seguito la vicenda di Anna e Gioacchino, l’attesa di una figlia in età avanzata. In quegli scritti c’è tutta la storia di Maria, fin dalla nascita: e non puoi non affezionarti a questa ragazzina, che è veramente “piena di Grazia”. Appena nata, capisci subito, da come ti viene descritta, che è una bambina mandata dal Cielo, e allora, necessariamente, piano piano le vuoi bene. Nasce un affetto profondo per questa persona “unica”.

Nel racconto della Valtorta, la descrizione che lei fa della nascita di Gesù Bambino è talmente precisa, talmente alta, che, se uno ci riflette, si spiega anche il motivo per cui la Madonna rimane Vergine: una luce improvvisamente inonda tutta la Grotta, un evento che fa quasi pensare ad un fenomeno di fisica quantistica. Forse un giorno gli scienziati capiranno come può avvenire una cosa di questo genere, che a noi ancora oggi risulta impossibile, lontana dalla realtà. Ma, ovviamente, basterebbe pensare che per l’Altissimo, per Colui che ha fatto il mondo, una cosa di questo genere è un gioco da ragazzi! Gesù, attraverso quell’opera, ci ha voluto forse far capire come questo sia avvenuto, ci ha voluto spiegare come Lui è entrato nel mondo, come sia passato per Maria, attraverso una Luce: un fenomeno fisico che noi non conosciamo… ma chissà quanti fenomeni non conosciamo ed esistono in questo universo! Perciò, anche tutto questo mi ha colpito molto.

Carissimo Andrea, grazie di cuore! Garantiamo la nostra preghiera per te e per tutta la tua attività. Vuoi lasciare, in chiusura, un saluto alla nostra Rivista?

Come si chiama?

“Maria di Fatima”

Sai che tra l’altro ho fatto un concerto a Fatima: anni fa, sono stato a Fatima e ho fatto il percorso  in ginocchio... Allora: a tutti i lettori di “Maria di Fatima” un saluto e un abbraccio da Andrea Bocelli!

Grazie, Dio ti benedica!

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