Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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"A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?"
Vangelo
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.
Spunti di riflessione
In questa quarta domenica del tempo di avvento la liturgia ci prepara immediatamente al mistero del Natale. Nella prima lettura troviamo la profezia riguardante Betlemme: Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele. A Betlemme era nato il grande re Davide, e a Betlemme doveva nascere il Messia, che sarebbe stato un suo discendente. Fu proprio questa profezia che portò i sacerdoti ad affermare con sicurezza, quando vennero i magi dall’Oriente, che il Messia doveva nascere in quel piccolo villaggio. Questo dominatore non doveva essere solo una persona saggia e santa, non solo una persona di pace, ma LA PACE!
La pace la desideriamo tanto nelle nostre famiglie, nella nostra società, nel nostro cuore, ma si dimentica che la pace, prima di essere una condizione, è una Persona: è Dio. E chi La “possiede” veramente, possiede la pace. Se non la pace di Dio non alberga nel cuore, si potrà forse creare una situazione di non belligeranza, di calma apparente, ma certamente non ci sarà vera pace. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi disse Gesù poco prima di lasciare questo mondo, poco prima di morire, e sono parole che ricordiamo ad ogni Santa Messa. La pace di Dio è qualcosa di più profondo di una sensazione di benessere, è qualcosa di più vero di una situazione esterna di tranquillità. Paradossalmente, si può vivere nella pace di Dio anche in mezzo ad un conflitto, durante una guerra, perché, fondamentalmente, la pace di Dio sta nella libertà. Chi è libero interiormente, chi non è schiavo di sé stesso, delle sue passioni, dei suoi progetti, chi ama veramente Dio e confida in Lui, è nella pace del Signore.
Spesso si perde la pace perché la vita non va come la si desidera, quando le cose dovevano essere in un certo modo e alla fine sono l’esatto contrario, o, perlomeno, non esattamente come le volevamo. Ma la domanda che occorre farsi è questa: ma io ho ragione? Quello che avevo pensato e desiderato, è veramente il mio bene?
Se noi siamo schiavi dei nostri progetti e punti di vista, perderemo la pace in ogni momento, perché la realtà non ci obbedisce, o quanto meno lo fa raramente: poco o nulla andrà mai come volevamo. Dio, al contrario, stupisce sempre, e, se sapremo accettare anche le situazioni non necessariamente cattive o negative, ma che non sono proprio come le avevamo pensate, troveremo quel bene nascosto che Dio aveva pensato per noi. La pace che viene da Dio sta esattamente in questo confidare in Lui, nel Suo amore di Padre, e nella Sua Provvidenza.
E chi non ha Dio nel cuore, chi non sa confidare in Lui, non sarà nemmeno un operatore di pace, non saprà portare la pace agli altri, ma solo creerà divisione. Ricordiamo le parole di Gesù nel discorso delle beatitudini: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Chi è figlio di Dio opera per la pace, e porta la pace agli altri.
La visita della Vergine Maria a sua cugina santa Elisabetta è un evento consolante, che avrà senza dubbio trasmesso una infinita pace al suo cuore così già pieno di gioia: la Vergine porta la vera Pace alla cugina, trasmettendole la presenza del suo stesso Figlio: ella è una perfetta operatrice di pace, che agisce per portare alla parente quel Dio che portava in grembo; difatti, alla voce di saluto di Maria, il bambino sussulta di gioia, ed Elisabetta viene ricolmata di Spirito Santo.
Se vogliamo anche noi essere operatori di pace, dobbiamo essere capaci di ascoltare quello che Dio ci suggerisce, al di là delle nostre attese, perché Dio parla sempre. Se avremo la pace di Dio nel cuore, la pace della sua grazia, la pace del distacco da noi stessi, allora saremo capaci di udire Dio che parla e sussurra al nostro cuore. E la voce di Dio è fonte di pace, mentre la voce del nostro io, a volte fin troppo umano, è spesso fonte di divisione e guerra. E chi vive in pace, saprà non solo trovare Dio in ogni circostanza, ma saprà anche portarla al prossimo, non portando sé stesso, ma Lui, che è La Pace. Viviamo nella Pace, e così il nostro Natale sarà una vera rinascita.
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
SECONDA PARTE
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TERZA PARTE
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