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IV giorno della NOVENA di NATALE

"La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall'angelo"

di Sr. Elisabetta Pezzutti icms

La preparazione alla solennità della nascita di Gesù, nostro Salvatore, ci deve aiutare a riflettere e a meditare sul nostro rapporto con Dio, che si è fatto carne. Il Vangelo dell’annuncio della nascita di Giovanni Battista, unito a quello dell’Annunciazione di nostro Signore, ci mostra come Dio metta alla prova la nostra fede e la nostra fiducia in Lui. Egli, per far accadere un evento, che fa parte del suo disegno di salvezza, chiede all’uomo se crede che a Dio nulla sia impossibile. Per realizzare ciò che è impossibile, si serve della nostra umanità, della nostra povertà e piccolezza, dei nostri limiti e della nostra “sterilità”.

Zaccaria ed Elisabetta erano giusti davanti a Dio, osservanti di tutte le leggi e prescrizioni; eppure, la loro età avanzata e la loro sterilità frenavano la speranza di poter essere ancora fecondi. Ma è lì che il Signore interviene: mentre Zaccaria è in preghiera e sta offrendo l’incenso nel Tempio, l’angelo Gabriele, mandato da Dio, annuncia la prossima nascita del “Precursore”. Zaccaria ascolta l’Angelo, ma in fondo non crede; e domanda: come potrò mai conoscere questo? La fede di Zaccaria è una fede debole. Colui che diventerà padre del Battista – della “voce”– a causa della sua incredulità dovrà restare muto, fino al momento della nascita di suo figlio. Giovanni è “la voce” che grida nel deserto, “la voce” che rompe il silenzio per introdurre Cristo, che è “la Parola”, nel cuore di ogni uomo. È l’esperienza che fa Zaccaria stesso: al momento di dare il nome al figlio, si scioglie la sua lingua e gli ritorna “la voce”. Ma questa volta per dare testimonianza di quello che Dio ha fatto, nella sua famiglia.

Dio può compiere le sue “meraviglie” – i “mirabilia Dei” – non solo al di là dei nostri limiti, ma proprio a partire da essi. “Dopo quei giorni, sua moglie Elisabetta rimase incinta”. Il Natale mette radici lì, dove noi non possiamo più nulla. 

Dio non si ferma davanti all’incredulità dell’uomo, e, per sua misericordia, realizzerà ciò che ha promesso, perché la storia della salvezza è il frutto della “ostinata” fedeltà di Dio.

 

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