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La CROCE è la CATTEDRA di DIO nel mondo

Da una omelia di Giovanni Paolo II

 «"Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente"» (Mt 16,15-16).

Questo dialogo tra Cristo e i suoi discepoli è sempre attuale nella vita della Chiesa e del cristiano. In ogni ora della storia, specialmente in quelle più decisive, Gesù interpella i suoi e, dopo averli interrogati su quello che di Lui pensa "la gente", stringe il campo e chiede loro: "Voi chi dite che io sia?".

Abbiamo sentito risuonare, in sottofondo, questa domanda durante tutto il Grande Giubileo dell'Anno Duemila. Un'unica solenne confessione di fede: Tu sei il Cristo! Questa confessione di fede è il grande dono che la Chiesa offre al mondo all'inizio del terzo millennio, mentre avanza nel "vasto oceano" che le si offre davanti (cfr Novo millennio ineunte, 58). La festa odierna pone in primo piano il ruolo di Pietro e dei suoi Successori nel guidare la barca della Chiesa in questo "oceano".

 "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa" (Mt 16,13-19).

Nell'"oggi" della liturgia, il Signore Gesù rivolge anche al Successore di Pietro questa sua parola, che diventa per lui impegno di conferma nei confronti dei fratelli (cfr. Lc 22,32

"Quale Vescovo di Roma so bene - l'ho riaffermato nell'Enciclica sull'impegno ecumenico Ut unum sint - che la comunione piena e visibile di tutte le Comunità, nelle quali in virtù della fedeltà di Dio abita il suo Spirito, è il desiderio ardente di Cristo" (n. 95). Come non ricordare che il ministero di Pietro, visibile principio di unità, costituisce una difficoltà per le altre Chiese e comunità ecclesiali? (cfr Enc. Ut unum sint, 88). Al tempo stesso, però, come non riandare al dato storico del primo millennio, quando la funzione primaziale del Vescovo di Roma venne esercitata senza incontrare resistenze nella Chiesa, tanto di Occidente quanto di Oriente? Vorrei oggi, insieme con voi, pregare il Signore in modo particolare, affinché il nuovo millennio, in cui ci siamo introdotti, veda presto il superamento di questa situazione ed il ripristino della piena comunione. Lo Spirito Santo dia a tutti i credenti la luce e la forza necessarie per realizzare l'ardente anelito del Signore.

"Così dice il Signore: Io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura" (Ez 34,11).

La liturgia ci ripropone il celebre oracolo del profeta Ezechiele, in cui Dio si rivela come il Pastore del suo popolo. La cattedra, infatti, è inseparabile dal bastone pastorale, perché Cristo, Maestro e Signore, è venuto a noi come il Buon Pastore (cfr Gv 10,1-18). Così lo ha conosciuto Simone, il pescatore di Cafarnao: ha sperimentato il suo amore tenero e misericordioso, e ne è stato conquistato. La sua vocazione e la sua missione di apostolo, riassunte nel nuovo nome di Pietro ricevuto dal Maestro, si basano interamente sul suo rapporto con Lui, dal primo incontro, a cui lo chiamò il fratello Andrea, fino all'ultimo, in riva al lago, quando il Risorto lo incaricò di pascere il suo gregge (cfr Gv 21,15-19). In mezzo, il lungo cammino della sequela, in cui il divin Maestro conduce Simone ad una profonda conversione, che conosce ore drammatiche nel momento della Passione, ma sfocia poi nella gioia luminosa della Pasqua.

 "Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede" (Lc 22,32).

Così disse il Signore a Simon Pietro, durante l'Ultima Cena. Questa preghiera, che scaturisce incessantemente dal cuore del Buon Pastore, sia sempre, carissimi, la vostra forza! Non dubitate che, come è stato per Cristo e per Pietro, così sarà anche per voi: la vostra più efficace testimonianza sarà sempre quella segnata dalla Croce. La Croce è la cattedra di Dio nel mondo. Su di essa Cristo ha offerto all'umanità la lezione più importante, quella di amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi (cfr Gv 13,34): sino all'estremo dono di sé.

Sotto la Croce sta sempre la Madre di Cristo e dei discepoli, Maria Santissima. A Lei il Signore ci ha affidati quando disse: "Donna, ecco il tuo figlio!" (Gv 19,26).

La Vergine Santa, Madre della Chiesa, come ha protetto in modo speciale Pietro e gli Apostoli, non mancherà di proteggere il Successore di Pietro e i suoi collaboratori.

(dalla Omelia di Giovanni Paolo II del 22 febbraio 2001)

 

QUALCHE DATO STORICO

di Oscar Sanguinetti

La festa della Cattedra di San Pietro fu istituita, nel Rito romano, nel III secolo e fissata, a seconda delle fonti, il 18 o il 22 di febbraio, giorno in cui si è conservata fino a oggi.

San Paolo VI (1963-1978), nell’Udienza generale celebrata nella Basilica di San Pietro il 22 febbraio 1967, disse: «A che cosa si riferisce questo culto? Il primo pensiero corre alla Cattedra materiale […]. Si chiama ancor oggi cattedrale la chiesa dove il Vescovo risiede e governa». Dunque l’oggetto di questa festa è in primis il culto al “seggio” occupato da Pietro, pastore e maestro, e dai Pontefici successivi. La Chiesa di Roma ne ha conservato una reliquia — di origine alto-medioevale — che Urbano VIII (1623-1644) nel 1656 incaricò Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) di incastonare nel solenne altare da lui realizzato sul fondo della basilica di San Pietro, dove tuttora è visibile.

Ma — prosegue Paolo VI — «a prescindere dai cimeli archeologici [questa festa] vuole […] riferirsi a ciò che dalla Cattedra è simboleggiato, la potestà pastorale e magistrale di colui che occupò la Cattedra stessa [piuttosto che alla] sua entità materiale».

E conclude: «Noi faremo bene, Figli carissimi, a dare a questa festività la venerazione, che le è propria, ripensando alla insostituibile e provvidenziale funzione del magistero ecclesiastico, il quale ha nel magistero pontificio la sua più autorevole espressione». «Onorando […] il magistero gerarchico della Chiesa onoriamo Cristo Maestro e riconosciamo quel mirabile equilibrio di funzioni da Lui stabilito, affinché la sua Chiesa potesse perennemente godere della certezza della verità rivelata, dell’unità della medesima fede, della coscienza della sua autentica vocazione, dell’umiltà di sapersi sempre discepola del divino Maestro, della carità che la compagina in un unico mistico corpo organizzato, e la abilita alla sicura testimonianza del Vangelo».

 

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