Pillole di SpiritualiTà
Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace. (dalle Memorie di suor Lucia)
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MISTERI LUMINOSI
PRIMO MISTERO: Gesù è battezzato nel Giordano
“Il giorno dopo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!»” (Gv 1,29). Con queste parole, il Battista sembra quasi rispondere al giovane Isacco, che Abramo stava conducendo sul monte per offrirlo in sacrificio come Dio gli aveva chiesto: “«Padre mio! Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?» «Figlio mio, Dio si preparerà da sé la vittima per l’olocausto»” (Gn 22,7-8) gli aveva allora risposto Abramo. Ora, il Battista ci rivela che Gesù è la Vittima che Dio ha preparato per l’olocausto, per la Redenzione dell’umanità. Gesù è l’Agnello di Dio, perché Dio Padre non offrirà un agnello qualsiasi, ma lo stesso Suo Figlio come Agnello per il sacrificio. E volontariamente Gesù si offrirà come Vittima; per Amore e solo per Amore, non perché costretto o sopraffatto da altre forze umane, sopporterà su di Sé tutto il dolore della Passione e della Morte in Croce. Maria SS.ma, Corredentrice con Gesù, è l’Agnella di Dio, Corredentrice con Gesù dell’umanità. “«E anche a te una spada trapasserà l’anima» (Lc 2,35). Una spada ha trapassato veramente la tua anima, o santa Madre nostra! Quando, non rispettando neppure la sua morte, (la lancia) gli aprì il costato, ormai non poteva più recare alcun danno al Figlio tuo. Ma a te sì. A te trapassò l'anima. L'anima di lui non era più là, ma la tua non se ne poteva assolutamente staccare. Perciò la forza del dolore trapassò la tua anima, e così non senza ragione ti possiamo chiamare più che martire, perché in te la partecipazione alla passione del Figlio superò di molto, nell'intensità, le sofferenze fisiche del martirio” (S. Bernardo).
SECONDO MISTERO: Gesù compie il primo miracolo alle nozze di Cana
“Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà»” (Gv 2,3-7). Non è il maestro di tavola, ma Maria SS.ma, ad accorgersi che gli sposi “non hanno più vino”. E lo fa presente a Gesù, perché sa che Lui può salvare la gioia di quella festa. Al Tempio, Lei aveva offerto Gesù a Dio Padre “per la salvezza e la risurrezione di molti” e Simeone Le aveva predetto che “anche a lei una spada avrebbe trapassato l’anima” (cfr. Lc 2,35). “A Cana, trovò conferma la profezia fatta da Simeone nel tempio: da quel momento, cioè, qualunque cosa avesse coinvolto il Figlio Suo avrebbe coinvolto anche Lei; qualunque cosa fosse accaduta a Lui sarebbe accaduta a Lei. Se Egli era destinato alla Croce, anch'Ella vi era destinata. Com'Ella Gli stava accanto mentre Egli dava inizio alla Propria Ora, così Gli sarebbe stata accanto nel momento culminante del termine di essa. Adesso, Egli Le aveva detto che la Sua Ora non era ancora giunta, ma Ella Lo esortò a principiarla, ed Egli obbedì. A Cana, Ella diede Lui, Salvatore, ai peccatori; sulla Croce, Egli diede Lei, Rifugio, ai peccatori. Quando Egli fece intendere che il Suo primo miracolo Lo avrebbe tratto alla Croce e alla morte, e che da quel momento Ella sarebbe diventata una Madre Dolorosa, Ella si rivolse subito ai servi mescitori, dicendo: «Fate tutto quello che vi dirà». Maria rispose, e fu l’ultima volta che parlò nella S. Scrittura, accettando di collaborare pienamente all’opera di redenzione di Suo Figlio” (F. Sheen).
TERZO MISTERO: Gesù annuncia il Regno di Dio e invita alla conversione
“Una donna… gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»” (Lc 11,27-28). Quante volte siamo portati a pensare che può essere santo solo chi non fa mai peccati, chi sta sempre in Chiesa, chi prega sempre. Gesù ci dice che siamo beati, sì, quando preghiamo, partecipiamo alla Messa, collaboriamo in parrocchia; ma, allo stesso tempo, quando, nelle nostre vite nascoste – perché quotidiane – ci mettiamo tutto l’amore e tutto l’impegno come sposi, come genitori, come figli, come sacerdoti e religiose, pur con tutte le nostre debolezze e difficoltà. “Amare Dio, amare i fratelli per lui significa fare subito, ora, adesso, in questo minuto, la volontà di Dio, non la tua. La vita non è fatta che di attimi presenti e valgono quelli, per chi vuole operare qualcosa. Il passato è già passato e mettiamolo nella misericordia di Dio, il futuro ancora non c’è. Ci sarà quando diverrà “presente”. È il presente che conta, che per me, per te, per noi, deve essere vissuto bene, fino in fondo, facendo in quello ciò che Dio vuole da noi: studiare, camminare, dormire, mangiare, soffrire, godere, giocare… Impara ad ascoltare nel profondo della tua anima la voce di Dio, la voce della coscienza: essa ti dirà ciò che Dio vuole da te in ogni momento” (C. Lubich). Come ha fatto Maria SS.ma, che è beata perché ha portato in grembo Gesù e Lo ha allattato; ma è ancora più beata perché in ogni istante della Sua vita ha cercato, con tutta Se stessa, di fare la Volontà di Dio.
QUARTO MISTERO: Gesù si trasfigura sul monte Tabor
“E fu trasfigurato davanti a loro… Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo»” (Mt 17,2-8). Come nel Battesimo di Gesù al fiume Giordano, anche ora, nella Sua Trasfigurazione, la stessa voce dal Cielo rinnova l’Amore incondizionato di Dio Padre per Suo Figlio. E fa risuonare questo invito: “Ascoltatelo!”. Quante volte Dio si era già rivolto al popolo d’Israele esortandolo: “Ascolta, Israele, Io sono il Signore Dio tuo!”. Ora ci chiede di ascoltare Suo Figlio, di guardare a Gesù e alla Sua vita tutta vissuta in obbedienza alla Volontà del Padre. Obbedire alla Parola viva, che è Gesù, è impegnarci a vivere da figli di Dio, così come Lui è vissuto. Solo allora anche noi saremo trasfigurati, perché non saremo più noi al centro, ma Lui; non vivremo più solo in base a quello che ci piace o non ci piace, il criterio delle nostre azioni non sarà più quello che ci sentiamo o meno di fare, ma la Verità che Gesù stesso ci ha rivelato. Ascoltare Gesù non ci toglie le difficoltà o le croci, ma ci dà la Grazia di accettarle e offrirle. Ascoltare Gesù trasfigura la nostra esistenza perché, in Lui, tutto acquista un significato e un valore nuovo. Come ha fatto Maria SS.ma, Donna dell’ascolto, come hanno fatto i Pastorelli di Fatima, come hanno fatto tutti coloro che si sono messi alla sequela di Gesù. Quando ascoltiamo Gesù, Parola di Dio, anche la nostra vita diventa una parola viva di Dio per chi ci sta accanto, testimoni di Gesù, consolatori di Dio e strumenti di salvezza per le anime che ancora non hanno conosciuto l’Amore di Dio.
QUINTO MISTERO: Gesù istituisce l’Eucaristia nell’ultima Cena
“Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi»” (Lc 22, 14-20). “Quando partecipate alla Messa, Egli vi aspetta perché gli doniate voi stessi. Allora, quando giunge il momento della consacrazione, il sacerdote, obbedendo alle parole del Signore, «Fate questo in memoria di me», prende il pane nelle sue mani e dice: «Questo è il mio Corpo»; e poi dice sul calice del vino: «Questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza». Cristo non è da solo sull’altare; noi siamo con lui. Dunque, le parole della consacrazione hanno un duplice senso; il primo significato è: «Questo è il Corpo di Cristo; questo è il Sangue di Cristo»; mentre il secondo è: «Questo è il mio corpo; questo è il mio sangue». Chi assiste alla Messa, solleva la croce dal suolo del Calvario per piantarla al centro del proprio cuore. Questo è il solo perfetto atto d’amore, di sacrificio, di ringraziamento e di obbedienza con cui possiamo ripagare Dio; precisamente, quello che è offerto dal suo Figlio divino incarnato. Da noi stessi non siamo in grado di toccare il cielo, perché non siamo abbastanza alti. Da noi stessi non possiamo toccare Dio. Abbiamo bisogno di un mediatore, qualcuno che sia Dio e uomo, che è Cristo. Nessuna preghiera umana, nessun atto umano né abnegazione, nessun sacrificio è sufficiente a squarciare il cielo. Solo il sacrificio della croce può farlo ed è ciò che avviene nella Messa. Quando la celebriamo, per noi è come essere appesi alle sue vesti, aggrappati ai suoi piedi durante l’ascensione, stretti alle sue mani piagate mentre offre se stesso al Padre celeste. Nascondendoci in lui, le nostre preghiere e i nostri sacrifici hanno il suo stesso valore. Nella Messa siamo una volta di più sul Calvario, associati a Maria, alla Maddalena e a Giovanni mentre vediamo tristemente alle nostre spalle i carnefici che disputano ai dadi le vesti del Signore. Il sacerdote che offre il sacrificio semplicemente presta a Cristo la propria voce e le proprie dita. È Cristo il Sacerdote; è Cristo la Vittima” (F. Sheen, Il Calvario e la Messa).
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