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La devozione riparatrice dei "PRIMI CINQUE SABATI DEL MESE"

Meditando i misteri gaudiosi consoliamo il Cuore Immacolato di Maria

ROSARIO MEDITATO

1. L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria SS.ma.

“Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine… che si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te… Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù»” (Lc 1,26-31). Fin dal primo peccato, compiuto da Adamo e da Eva, Dio aveva promesso al Suo popolo l’avvento del Messia. Egli aveva messo ogni cura nello scegliere Colei che, con il Suo Fiat generoso, sarebbe stata la Madre del Redentore. “Fin dal primo momento del suo concepimento Dio la santificò in maniera mirabile rendendola «piena di grazia»; nasce immacolata per un privilegio divino, in quanto Madre del Figlio di Dio. Anche se nessuno dei suoi concittadini se ne rende conto, questa bambina, ancor piccola e fragile, è la «donna» del primo annuncio della redenzione futura, contrapposta da Dio al serpente tentatore” (Giovanni Paolo II). Per secoli, il popolo d’Israele aveva atteso con trepidazione la nascita di questa vergine che avrebbe concepito e dato alla luce l’Emmanuele, il Dio con noi. Patriarchi santi e profeti, fedeli messaggeri di Dio, facevano parte della Sua stirpe. Ma, tra coloro che L’avevano preceduta, vi era anche chi non aveva camminato nella fedeltà a Dio Padre. Eppure, Dio sa trarre il bene anche dal male. “Come noi uomini scriviamo con la penna, il Signore scrive con il piede del tavolo, perché si veda che è lui che scrive” (San J. Escrivá). Il Signore rispetta sempre la nostra libertà, come ha rispettato quella di Maria SS.ma; “nel nostro fallimento, sa trovare nuove vie per il suo amore. Dio non fallisce. Così questa genealogia è una garanzia della fedeltà di Dio; una garanzia che Dio non ci lascia cadere, e un invito ad orientare la nostra vita sempre nuovamente verso di Lui, a camminare sempre di nuovo verso Cristo” (Benedetto XVI).

2. La visita di Maria SS.ma alla cugina Elisabetta.

“Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?»” (Lc 1,41-43). Come Elisabetta, da sempre, anche la Chiesa si rivolge a Maria SS.ma e si affida a Lei in quanto Madre del Suo Signore, La prega e La invoca come Stella mattutina che annuncia il Sole della giustizia, Cristo Signore. “L’apparizione della Madonna fu nel mondo come l’arrivo dell’aurora che precede la luce della salvezza, Cristo Gesù, come l’aprirsi sulla terra del più bel fiore che sia mai sbocciato nel giardino dell’umanità: la nascita cioè della creatura umana più pura, più innocente, più perfetta, più degna della definizione che Dio stesso aveva dato dell’uomo: immagine di Dio” (Paolo VI, 8/settembre/1964). Eppure, quanti, ancora oggi, bestemmiano il Nome SS.mo di Maria, quanti oltraggiano le Sue immagini, quanti disprezzano la Sua Immacolata Concezione, quanti non credono e combattono il dogma della Sua perpetua Verginità! Il 10 dicembre 1925, la Madonna appare a suor Lucia di Fatima “e, al Suo fianco, un Bambino. La Santissima Vergine, mettendole la mano sulla spalla, le mostrò un Cuore coronato di spine che teneva nell’altra mano. Allo stesso tempo il Bambino disse: «Abbi compassione del Cuore Immacolato della tua Santissima Madre, che sta coperto di spine, che gli uomini ingrati in tutti i momenti Vi infiggono, senza che ci sia chi faccia un atto di riparazione per strapparle». In seguito la Santissima Vergine disse: «Guarda, figlia mia, il Mio Cuore coronato di spine, che gli uomini ingrati a ogni momento Mi conficcano, con bestemmie e ingratitudini. Tu, almeno, cerca di consolarMi…”.
Sentiamo rivolto a ognuno di noi questo appello: “Tu, almeno…”. È la nostra Mamma che ce lo chiede, una Mamma che ha il Cuore trapassato di spine…

3. Gesù nasce nella povera grotta di Betlemme.

“Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo» … Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono” (Mt 2,1-11). È il Fiat di Maria SS.ma che ha permesso a Dio di farsi Carne e di entrare nella storia dell’umanità. È Maria SS.ma che offre il piccolo Gesù all’adorazione dei pastori e dei Magi. “Fra Gesù e Maria si è avuta una vita di unione sia fisica sia spirituale, la più completa e sublime che si possa pensare. La vita fisica in Gesù e Maria era data dalla comunanza della stessa natura umana fra la Madre e il Figlio. La vita spirituale era data dall’unione di pensieri, di affetti, di sentimenti, di impegni lungo l’intero arco della vita, lungo l’intero svolgimento della missione salvifica redentrice che entrambi, Madre e Figlio, dovevano portare a compimento attraverso la Passione e Morte fisica di Gesù sulla Croce e attraverso la Compassione e Morte mistica di Maria ai piedi della Croce di Gesù Crocifisso sul Calvario. Chi potrà mai descrivere almeno qualcosa di quei trent’anni vissuti insieme da Gesù e da Maria a Nazareth, nel segreto di un’intimità tutta divina, pregando insieme, meditando insieme, lavorando insieme, mangiando insieme, tutto e sempre insieme? Questa umile casetta è il luogo più santo della terra: è la casa della santità. Qui abita il Figlio di Dio, cioè il Santo, la santità stessa. Qui abita la Madre di Dio, la piena di grazia, immacolata sin dal primo istante della sua concezione. Gesù, concepito verginalmente, fu la copia della Madre sua non solo per quanto riguarda la bellezza del corpo, ma anche per quanto riguarda i sentimenti e le aspirazioni. In tal modo il Padre preparava la sua dolcissima figlia ad essere la Corredentrice vicino a suo Figlio, con perfetta identità di amore per gli uomini e di desiderio di salvarli, anche a costo delle più atroci sofferenze” (P. Stefano M. Manelli).

4. Gesù Bambino è presentato al Tempio.

“Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele»” (Lc 2,34). Qualche anno più tardi, San Paolo, folgorato dalla Grazia sulla via di Damasco e divenuto Apostolo di Gesù, scriverà alla comunità di Efeso: “Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo… In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità, predestinandoci a essere per Lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà... In Lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia” (Ef 1,3-12). Per i meriti dell’Incarnazione e della Redenzione operata da Cristo, tutti siamo scelti da Dio Padre per essere santi e immacolati nella carità. Cristo ha già vinto il peccato con la Sua Passione, Morte e Risurrezione; non permettiamo al male di prendere di nuovo il sopravvento su di noi, a causa di tutte quelle debolezze e miserie che possono sviarci dai nostri propositi di bene. Come per Gesù, anche la nostra vittoria sul male passa necessariamente dalla Croce, ma è una croce che non portiamo da soli. Gesù ci ha donato i Sacramenti, ci ha donato la Sua presenza reale e continua nell’Eucaristia. E ci ha dato per Madre la Sua stessa Madre. È Lei – la prima dei redenti e la donna concepita Immacolata – che ha offerto Gesù al Tempio, perché diventasse Ostia santa, vivente e gradita a Dio. È a Lei che ci affidiamo, perché anche noi possiamo diventare, “per la misericordia di Dio, sacrificio vivente, santo, gradito a Dio” (Rom 12,1). Ed è Lei che, a Fatima, quando ci esorta a non offendere più Dio che è già tanto offeso, ci chiede di vivere secondo il Vangelo di Gesù, come ci ricorda lo stesso San Paolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rom 12,2).

 5. Gesù è ritrovato fra i dottori del Tempio.

“Al vederlo, restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo»" (Lc 2,48). Quante volte, forse anche a noi, la Madonna fa sentire questo dolce rimprovero nel cuore: Figlio, perché ci hai fatto questo? Quante volte la Madonna, che è Mamma buona e ci vuole tutti con Lei in Paradiso, ci fa capire che stiamo sbagliando strada, che dobbiamo convertirci, che non dobbiamo più offendere Dio, che è già tanto offeso… Quante volte Lei è apparsa, piangendo lacrime, anche di sangue. Ed è, il Suo, un Cuore spezzato dal dolore, perché Lei non desidera altro che il bene dei Suoi figli e vede, invece, tante anime che vanno all’inferno, perché non c’è nessuno che preghi e si sacrifichi per loro. Eppure, molto spesso, noi pure rimaniamo indifferenti al dolore di questa Mamma; ci commoviamo quando ne parliamo, ma poi non riesce a farsi strada in noi un vero desiderio di conversione. Quanto hanno da insegnarci i Pastorelli di Fatima! A Lucia, che gli domandava se gli piacesse di più consolare il Signore o convertire i peccatori, il piccolo Francesco rispose: “Mi piace di più consolare il Signore. Non hai notato come la Madonna, anche nell’ultimo mese, diventò così triste quando disse di non offendere più il Signore Dio, che è già tanto offeso? Io vorrei consolare il Signore e poi convertire i peccatori, affinché non l’offendessero più”. E Francesco diventò il piccolo “consolatore di Gesù. “La visione dell’inferno riempì Giacinta di un orrore così profondo che tutta la penitenza e l’umiliazione non erano nulla per lei se solo avesse potuto salvare le anime e impedire loro di cadere all’inferno. Spesso diceva: «Dobbiamo pregare molto per salvare le anime. Ci sono così tanti che vanno all’inferno! Ce ne sono così tanti! Quanto soffro con gioia per Nostro Signore e Nostra Signora, solo per consolarli”. A Lucia la Madonna aveva detto: “Il Mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio...”: se anche il nostro cuore potesse diventare un rifugio, dove i SS. Cuori di Gesù e di Maria potessero trovare amore, consolazione e riparazione da tanti oltraggi, sacrilegi e indifferenze!

 

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