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La devozione riparatrice dei "PRIMI CINQUE SABATI DEL MESE"

Meditando i misteri dolorosi consoliamo il Cuore Immacolato di Maria

ROSARIO MEDITATO   -   5 luglio 2025

 

1. Gesù prega e suda sangue nell’orto degli Ulivi.

Uscito se ne andò al monte degli Ulivi… inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia, non sia fatta la mia, ma la tua volontà»” (Lc 22,39-45). Anche noi, “ogni giorno, nella preghiera del Padre nostro, chiediamo al Signore: «sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra». È nel «cielo» che si fa la Volontà di Dio e la «terra» diventa «cielo», cioè presenza dell’amore, della bontà, della verità, della bellezza divina, solo se in essa viene fatta la Volontà di Dio. Nella preghiera di Gesù al Padre, in quella notte terribile e stupenda del Getsemani, la «terra» è diventata «cielo». La «terra» della Sua volontà umana, scossa dalla paura e dall’angoscia, è stata assunta dalla Sua volontà divina, così che la Volontà di Dio si è compiuta sulla terra. Anche nella nostra preghiera dobbiamo imparare ad affidarci di più alla Provvidenza divina, chiedere a Dio la forza di uscire da noi stessi per rinnovargli il nostro “sì”, per ripetergli «sia fatta la tua volontà», per conformare la nostra volontà alla Sua. È una preghiera che dobbiamo fare quotidianamente, perché non sempre è facile affidarci alla Volontà di Dio, ripetere il “sì” di Gesù, il “sì” di Maria. Domandiamo al Signore di essere capaci di vegliare con Lui in preghiera, di seguire la Volontà di Dio ogni giorno anche se parla di Croce, di vivere un’intimità sempre più grande con il Signore, per portare in questa «terra» un po’ del «cielo» di Dio” (Benedetto XVI, 1/2/2012). Chiediamo a Maria SS.ma di farci capire quanto Gesù ha sofferto per i nostri peccati e per i peccati di tutti gli uomini e di tutte le donne di ogni tempo. ChiediamoLe di aiutarci a togliere dal nostro cuore tutto ciò che dispiace a Dio nostro Padre perché, compiendo la Sua Volontà, possiamo consolare Gesù per tante anime che sono ancora lontane da Lui.

2. Gesù è flagellato alla colonna.

Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?»” (Mt 27,22-26). “Pilato sa che Gesù è innocente e cerca il modo di liberarLo. Ma il suo cuore è diviso. Anche gli uomini che urlano e chiedono la morte di Gesù sono gli stessi che, il giorno di Pentecoste, si sentiranno «trafiggere il cuore» quando Pietro dirà loro: «Gesù di Nazareth … che voi avete inchiodato sulla croce per mano di empi…». Ma in quel momento, urlano perché urlano gli altri e come urlano gli altri. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla” (Benedetto XVI, 2005). E, così, la paura, l’indecisione, il rispetto umano fanno sì che il male abbia il sopravvento nei loro cuori e Gesù è condannato a morte. Accade sempre così, lungo tutta la storia. Quante volte, anche noi, preferiamo il successo alla Verità, diventiamo complici del male pur di non perdere la stima degli altri, cediamo ai compromessi per non essere perseguitati. Che lo sguardo con cui Gesù ha guardato Pietro dopo il rinnegamento penetri nelle nostre anime e indichi la direzione alla nostra vita. Nel giorno di Pentecoste, lo Spirito Santo ha donato la compunzione del cuore e la conversione a coloro che, davanti a Pilato avevano urlato “Sia crocefisso”. E così ha dato speranza a tutti noi di poter ottenere, sempre, la grazia della conversione. Chiediamo a Maria SS.ma, Lei che è stata vicino a Gesù durante tutta la Sua Passione, di impetrarci il dono della fortezza, per essere capaci di ascoltare la sottile voce della coscienza, soprattutto quando la fedeltà a Gesù e alla Verità che Lui ci ha insegnato ci chiede di saper andare contro la mentalità del mondo.

3. Gesù è coronato di pungentissime spine.

I soldati, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”. E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo” (Mt 27,27-31). Gesù è spogliato delle Sue vesti e rivestito del manto dei folli. Ora Lui non è più nessuno: è lì, coperto di sputi e deriso proprio da coloro per i quali sta offrendo la Sua vita. Egli assume, ancora una volta, la condizione dell’uomo caduto, che ha perso la “prima veste”, cioè lo splendore dell’“immagine e somiglianza” con Dio. Gesù sperimenta su di Sé tutte le conseguenze dei peccati degli uomini, ma ogni attimo della Sua Passione diventa, in tutta la sua amarezza, un passo della Redenzione: è proprio così che Egli riporta a casa la pecorella smarrita. È proprio così che Egli dà significato a tutte le nostre sofferenze, anche le più piccole; sofferenze che il mondo di oggi ci mostra, invece, come inutili e prive di valore. Egli ci ricorda che Dio custodisce noi e la nostra storia nelle Sue mani di Padre. Ma Egli chiede anche a ciascuno di noi di collaborare all’opera della Redenzione, come ha fatto Maria SS.ma. A Lei, che è nostra Madre, consacriamo ogni respiro, ogni palpito, ogni più piccolo gesto delle nostre giornate, perché Lei lo possa offrire a Dio Padre in unione al Sangue di Gesù, per la salvezza di tante anime.

4. Gesù porta la pesante croce al Calvario.

Sulla Via Crucis di Gesù c’è anche Maria, Sua Madre. Durante la Sua vita pubblica si fece da parte, per lasciare spazio alla nascita della nuova famiglia di Gesù, la famiglia dei Suoi discepoli. Dovette anche sentire queste parole: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre». Adesso si vede che Ella, non soltanto nel corpo, ma nel Cuore, è la Madre di Gesù. Ancora prima di averLo concepito nel corpo, grazie alla Sua obbedienza, Lo aveva concepito nel Cuore. Le fu detto: «Ecco concepirai un figlio… Sarà grande… il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre». Ma poco dopo aveva sentito dalla bocca del vecchio Simeone un’altra parola: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima». Ora tutto questo diventa realtà. Nel Suo Cuore aveva sempre custodito la parola che l’angelo Le aveva detto quando tutto cominciò: «Non temere, Maria». I discepoli sono fuggiti, Ella non fugge. Ella sta lì, con il coraggio della Madre, con la fedeltà della Madre, con la bontà della Madre, e con la Sua fede, che resiste nell’oscurità. Come ha creduto quando l’angelo Le aveva annunciato ciò che era incredibile – che sarebbe divenuta Madre dell’Altissimo – così ha creduto nell’ora della Sua più grande umiliazione. È così che, nell’ora della croce, nell’ora della notte più buia del mondo, è diventata Madre dei credenti, Madre della Chiesa. «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» Sì, in questo momento Gesù lo sa: troverà la fede, quella forte di Sua Madre. Questa, in quell’ora, è la Sua grande consolazione” (Benedetto XVI, 2005).

5. Gesù è crocefisso e muore in croce.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna e gliela accostarono alla bocca” (Gv 19,28-29). “Nel manifestare la Sua sete Gesù ha dato prova di umiltà, esprimendo una elementare necessità fisica, come avrebbe fatto chiunque. Anche in questo Gesù si fa e si mostra solidale con tutti coloro che, viventi o morenti, sani o malati, piccoli o grandi, hanno bisogno e chiedono almeno un po' d'acqua... Per noi è bello pensare che ogni soccorso, prestato a un morente, è prestato a Gesù crocifisso! Ma Gesù disse: «Ho sete» anche «per adempiere la Scrittura». Nella Sua sete, il Cristo morente cerca ben altra bevanda che l'acqua o l'aceto: come quando al pozzo di Sicar aveva chiesto alla samaritana: «Dammi da bere». La sete fisica, allora, era stato simbolo e tramite di un'altra sete: quella della conversione di quella donna. Ora, sulla Croce, Gesù ha sete di un'umanità nuova, quale dovrà sorgere dal Suo sacrificio. La sete della croce, sulla bocca di Gesù morente, è l'ultima espressione di quel desiderio da Lui manifestato in vita. «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!». Ora quel desiderio sta per compiersi, e con quelle sue parole Gesù conferma l'ardente Amore con cui ha voluto ricevere quel supremo «battesimo» per aprire a noi tutti la fonte dell'acqua che veramente disseta e salva” (Giovanni Paolo II, 30/11/1988). Chiediamo a Maria SS.ma di ottenerci la grazia della conversione, proprio per dissetare la sete di Gesù sulla Croce e ricambiare il Suo infinito Amore.

 

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