Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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Meditando i misteri gaudiosi, consoliamo il Cuore Immacolato di Maria
Suor Lucia risponde ad alcune domande:
- Quando sentì la manifestazione della devozione dei 5 sabati?
“Il 10 Dicembre 1925. Apparendomi il Signore e la Santissima Vergine, mostrandomi il suo Cuore Immacolato coronato di spine, chiedendo riparazione”.
- Quali sono le condizioni richieste per compiere tale devozione?
“Per 5 mesi (consecutivi), il primo sabato, ricevere la Santa Comunione, recitare la Corona del rosario, fare 15 minuti di compagnia alla Madonna meditando sui misteri del Rosario e fare la Confessione con la stessa intenzione. La Confessione potrà essere fatta in un altro giorno purché la Santa Comunione si riceva in grazia di Dio”.
- Quali grazie si promettono a chi la farà?
“Alle anime che in questo modo cercheranno di consolarmi (parla la Madonna), prometto di assisterle, in punto di morte, con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.
- Perché devono essere 5 sabati?
Gesù rivelò a Suor Lucia il la motivazione per cui i primi sabati devono essere cinque:
“Figlia mia, il motivo è semplice: sono 5 le specie di offese e bestemmie contro il Cuore Immacolato di Maria:
MISTERI GAUDIOSI
1. L’annuncio dell’arcangelo Gabriele a Maria Santissima.
“Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»” (Lc 1,38). È una donna, Maria, che, con il suo “sì”, permette a Dio di entrare nel mondo, di essere il Dio-con-noi, Uomo tra noi uomini. Dio si presenta come lo Sposo e Maria Santissima, Sposa, ci insegna come accoglierlo. Perché, di fronte a Dio, ogni creatura è come Maria: una sposa. Ogni anima deve imparare ad entrare in questo mistero della Sposa. La Chiesa stessa è fondamentalmente Sposa e Madre. È la donna che fa entrare il sacro nel mondo. Per questo “la Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate a Dio nella verginità; per le donne dedite ai tanti e tanti esseri umani, che attendono l’amore gratuito di un’altra persona; per le donne che vegliano sull’essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana; per le donne “perfette” e per le donne “deboli” per tutte: così come sono uscite dal Cuore di Dio in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità; così come sono state abbracciate dal Suo eterno Amore” (Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem).
2. La visita di Maria Santissima alla cugina s. Elisabetta.
“Maria rimase con lei circa tre mesi” (Lc 1,56). Maria Santissima porta in grembo il Figlio di Dio ed è l’Amore che la muove “in fretta” (Lc 1,39) a mettersi al servizio dell’anziana cugina, anche lei in attesa di un bimbo. Quante persone, coppie, famiglie rimangono, invece, oggi, sole con i loro problemi. In molte delle nostre case, forse non abbiamo più fame di un pezzo di pane, ma c’è qualcuno che non è voluto, non è amato, non è protetto, è dimenticato. Maria Santissima ci insegna che l’amore inizia proprio in casa nostra. Colui che ama, ha la vita e genera la vita. Una vera civiltà si fonda sulla gioia del dono della vita e sul rispetto che essa ha per i suoi membri più deboli. L’uomo di oggi ha una grande paura di soffrire e di morire. Del resto, chi mai vorrebbe andarsene nel dolore? Ma, ciò che ci viene proposto, allora, è di “morire in modo dignitoso” con l’eutanasia. Assolutamente no! Soffrire e morire con dignità è soffrire e morire essendo amati!
I malati sono mendicanti del nostro amore e della nostra compassione. Chiediamo, noi sani, a Maria Santissima questa capacità di stare accanto alla loro sofferenza con amore, anche solo tenendo loro la mano, come ha fatto Lei con la cugina Elisabetta. La risposta all’eutanasia è l’amore che si dona fino alla morte!
3. Gesù nasce nella povera grotta di Betlemme.
“Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo” (Lc 2,7). Bisogna avere molto coraggio per essere oggi padri e madri di famiglia. Bisogna avere un animo forte, virtù che spinge a fare cose grandi, per osare l’avventura di una famiglia cristiana. Nel XXI secolo, essere genitori cristiani e impegnarsi ad educare cristianamente i propri figli, talvolta è un quotidiano martirio, perché occorre affrontare il disprezzo del mondo, soprattutto quando si sceglie di donare la vita. Si devono affrontare la precarietà e l’incertezza del domani. Ma i genitori hanno una grande missione! Sono la grande speranza per il mondo e per la Chiesa! E il sorriso e la gioia innocente dei bambini sono il più bel regalo che Dio dona ai genitori! Ecco perché è necessario che i genitori siano saldi, aggrappandosi alla fede. È con la loro fedeltà all’insegnamento di Cristo, sull’amore umano e sulla famiglia, è con i loro gesti quotidiani di amore che i genitori seminano germi di speranza per il futuro dell’uomo. Preghiamo Maria Santissima e s. Giuseppe per tutte le famiglie, soprattutto per quelle in crisi o in difficoltà.
4. Gesù Bambino è presentato al Tempio.
“Portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore” (Lc 2,22). Ogni uomo porta scritta nella sua coscienza una legge naturale, che è l’espressione della verità del nostro essere uomini. E questa legge naturale - che ci dice anche ciò che è bene e ciò che è male - è la condizione di sviluppo della nostra libertà. Solo quando noi viviamo secondo questa legge, scritta nella nostra coscienza, che è la grammatica della nostra natura, siamo veramente e pienamente felici. E la Chiesa, quando ci richiama a questa legge naturale, non lo fa per dominare le nostre coscienze e per reprimere la nostra libertà, ma per farsi umilmente custode proprio delle condizioni della nostra libertà e della nostra felicità. Quando la Chiesa difende la vita dei bambini dall’aborto, quando difende il matrimonio dalle convivenze, dal divorzio e dalle relazioni omosessuali, quando vuole proteggere la dignità dei malati terminali contro la tentazione dell’eutanasia, quando ammonisce contro il pericolo delle ideologie gender e del transumanesimo, si pone in realtà a servizio della dignità e sacralità dell’essere umano. Chiediamo a Maria Santissima di aiutarci a essere sempre fedeli alla Verità di Dio e di noi stessi.
5. Gesù è ritrovato fra i dottori del Tempio.
“Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?»” (Lc 2,49). Gesù, già da adolescente, vive con gioia e amore questa relazione di figliolanza con Dio Padre; e tutta la Sua vita è un “sì” d’Amore alla Volontà del Padre. Anche noi siamo creature di Dio, anche noi siamo figli di Dio e viviamo nella relazione con questo Padre che ci ama. E la nostra dipendenza da Lui è vivere nello spazio del Suo Amore, scoprirsi costantemente amati da Lui. La verità del nostro essere uomini è in questa esperienza gioiosa di non esserci fatti da noi stessi, di esistere perché Qualcuno ci ha voluto e amato. “Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunziato il mio nome” (Is 49,1) dichiara il profeta Isaia. Con Maria SS.ma, in questo mistero, ringraziamo Dio per il dono grande del Battesimo, attraverso il quale siamo divenuti Suoi figli e membri della Chiesa.
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