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LA DIREZIONE SPIRITUALE

Discernimento e accompagnamento personale

di M. Sr. Lucia Cucci icms

La santità è la specifica chiamata che il fedele riceve – in virtù della sua figliolanza divina – a una pienezza di vita e di Grazia. Dio, come Padre premuroso e “geloso”, desidera far partecipe ogni uomo della comunione d’Amore, che eternamente sussiste nella stessa vita trinitaria.

Questa iniziativa d’amore da parte di Dio è sempre viva. Per questo motivo il Signore offre continuamente ai Suoi figli la grazia per progredire nella vita spirituale. Tuttavia l’anima, spesso, avverte il bisogno di una guida, che l’aiuti a comprendere l’agire del Signore, che l’accompagni nel cammino che la Provvidenza ha tracciato e la fortifichi nella volontà di seguire il Vangelo, aiutandola a incarnarlo nel vissuto quotidiano.

Questo aiuto si realizza mediante la direzione spirituale, uno dei mezzi più diffusi e, per sua natura, più ricercati dall’anima, in virtù del suo carattere relazionale.

 

Dio chiama ogni uomo alla santità

“Dio Padre è il Dio vivo che esce incontro all’uomo, rivelandogli il Suo amore di predilezione e invitandolo alla Sua intimità. Tutti gli uomini sono chiamati all’unione con Cristo, allo scopo di seguirlo e di svelare ai fratelli il progetto divino di diffondere il Regno di Dio” [1]. Lo Spirito Santo completa quest’opera: la Sua costante presenza riempie il cuore dei credenti di gioia e di speranza e alimenta il loro intimo desiderio di comunione con Dio.

L’aspirazione più profonda dell’anima consiste nell’entrare in comunione con Dio, nel vivere con e per gli altri. Quest’intima realtà è inscritta nel cuore dell’uomo da Dio stesso che, rivelandosi Padre, chiama l’uomo a un’intima comunione con Lui. La dinamica della vita spirituale, infatti, si sviluppa nella chiamata alla perfetta comunione con Dio, Uno e Trino, fine ultimo della persona umana.

Già nell’Antico Testamento si intravede un legame particolare tra Dio e la Sua creatura. Il Signore introduce Adamo in un mondo che diventa suo possesso, pieno ed esclusivo, e gli accorda un diritto di eredità e figliolanza; Dio Creatore, nel Suo amore di Padre, gli affianca subito una compagna e sottomette, a questa prima coppia, tutta la creazione. Il peccato delle origini, però, infrange le relazioni tra Padre e figlio; ma la realizzazione della speranza, promessa dalla bontà paterna e dalla misericordia infinita di Dio, apre un nuovo orizzonte di fiducia per l’umanità e attua anche una nuova e totale rivelazione di Dio Padre. La rivelazione di questa amorosa paternità segna, per il mondo, una nuova manifestazione e un’esperienza nuova tra Dio e la sua creatura: l’Incarnazione del Figlio, nel quale l’uomo è costituito figlio adottivo. Quando l’uomo, attraverso la grazia, si innesta in Cristo, Dio Padre lo ama dello stesso amore con cui ama il proprio Figlio: “il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio” (Gv 16,27).

In Cristo, la natura divina si unisce alla natura umana e la santifica, introducendola nella vita della Trinità. Cristo è “il Santo” di Dio: lo è nel Suo essere, poiché la Sua umanità è interamente santa, in quanto assunta dalla persona del Figlio di Dio; lo è anche nel Suo agire, per la totale adesione della volontà umana a quella divina, nell’obbedienza e nell’amore. In questo modo Egli, “il Santo”, comunica la santità agli uomini: Cristo infatti è la nostra santificazione (cfr. 1 Cor 1,30).

La rivelazione cristiana non manifesta semplicemente che Dio è Santo, ma anche che Egli, attraverso un atto d’amore incommensurabile e incomprensibile, rende gli uomini Suoi figli in Cristo Gesù, chiamandoli a partecipare della Sua santità.

“Dio ha voluto innalzare l’essere umano fino al livello di Suo Figlio Unigenito per amarci con lo stesso amore unico e totale con cui Suo Figlio viene amato. Da tutta l’eternità siamo stati predestinati alla condizione di figli di Dio” [2].

Il disegno divino di adozione è da sempre, e l’uomo, reso nuova creatura in Cristo, è chiamato a vivere in comunione con la Santissima Trinità. La filiazione divina adottiva, infatti, si fonda sulla partecipazione reale della natura di Dio, che, nell’ordine spirituale, trasforma l’essere umano.

La santità cristiana è una partecipazione alla santità di Dio e alla Sua vita intra-trinitaria. Con il Battesimo, il cristiano diviene una “nuova creatura” (cfr. 2 Pt 1,4), un figlio di Dio adottivo, che diventa partecipe della natura divina, membro di Cristo, coerede con Lui e tempio dello Spirito Santo. Mediante questo Sacramento, infatti, la Trinità viene ad abitare nell’anima e le dona la grazia santificante. Questa figliolanza è, contemporaneamente, dono di Dio, perché “l’amore viene da Dio” (1 Gv 4,7); e compito storico, che impegna la libertà e la risposta dell’uomo. Ciò significa che questa filiazione, che è “porta di salvezza”, diviene realtà pienamente posseduta solo quando il credente corrisponde, con tutta la sua persona, al dono gratuito ricevuto e lo fa proprio, attraverso la fede e il suo costante impegno quotidiano. L’uomo realizza così, mosso dallo Spirito di Cristo – che diventa il suo Spirito (cfr. Rm 8, 14) –, il mirabile piano di salvezza con cui Dio stesso costruisce la storia e dispone i cuori all’eternità: “Ecco io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5).

La bontà di Dio non vuole che alcuno rimanga nella mediocrità, ma desidera che tutti raggiungano quella pienezza di vita che è la santità personale: tutti “chiama a una vita cristiana, a una vita di santità, a una vita di elezione, a una vita eterna” [3] e, in questo modo, “tutti i fedeli sono invitati e tenuti a perseguire la santità e la perfezione del proprio stato” [4]. Tutti ricevono la vocazione alla santità, ma le vie attraverso cui questa si realizza, nella vita del singolo, sono differenti, in quanto è unico il disegno che Dio ha per ciascuno dei Suoi figli. Per questo motivo il Signore, nella Sua infinita premura per ogni anima, predispone per il cammino di ognuno dei mezzi, che aiutino a progredire nella vita spirituale, per giungere alla santità. Uno, fra questi, valido per tutti, è la direzione spirituale, che illumina gli spazi interiori, spesso in penombra, e allarga lo sguardo, aprendolo a Dio e agli altri.

L’esperienza spirituale insegna, infatti, che molte persone, desiderose di intraprendere un cammino nella vita dello Spirito, si mettono alla ricerca di un aiuto concreto, che sia guida e luce e le affianchi nello scoprire e nel discernere la Volontà divina e la via da percorrere, per giungere alla vetta più alta e al porto dell’amore di Dio.

 

[1] B. GOYA, Luce e guida nel cammino, EDB, Bologna 2004, p. 45.

[2] M. BELDA, Guidati dallo spirito di Dio. Corso di teologia spirituale, EDUSC, Roma 2009, cap. 5, p. 123.

[3] Cfr. SAN JOSEMARIA ESCRIVA’, Forgia, ARES, Milano 2011, n. 13.

[4] CONCILIO VATICANO II, Cost. dogm. Lumen Gentium, 21-XI-1964, n. 42.

 

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