Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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“Li amò sino alla fine”
“Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto”[1].
di P. Gianni Schido icms
Nel Vangelo del “discepolo amato” non troviamo la descrizione dell’Ultima Cena, già narrata dagli altri Evangelisti e da S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi[2]. Egli si sofferma su un gesto simbolico, compiuto da Gesù, che spiega quello che il Signore sta per compiere nella “sua ora”, quella cioè di passare da questo mondo al Padre, di dare la vita per la salvezza del mondo. Questo gesto annuncia, infatti, che cosa avverrà da lì a poco nell’offerta totale che Gesù farà di se stesso ai suoi. “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine”[3]. Questo avverrà con la sua Passione, Morte e Risurrezione, sacramentalmente anticipata nel grande sacramento dell’Eucarestia. Non solo Gesù ci amerà fino alla fine della sua vita, cioè fino alla morte, ma anche fino alla pienezza e totalità del suo amore, fino a esclamare dall’alto della croce: “È compiuto”[4], ovvero l’amore è compiuto, è ora completo, totale. Il dono di Cristo sulla Croce e la sua Resurrezione gloriosa si rendono presenti nel Sacrificio Eucaristico, in ogni tempo e in ogni luogo.
Gesù, dunque, prima di compiere il disegno d’amore del Padre, compie questo rito simbolico. Si china a lavare i piedi degli apostoli, i “suoi” che Egli conosce bene[5]. Lava i piedi a Pietro che lo rinnegherà, a Giuda che lo venderà e agli altri che lo abbandoneranno. Li ama gratuitamente e fino alla fine.
Ora, il gesto di lavare i piedi richiama l’azione dello schiavo. Quando un ospite era accolto, gli erano lavati i piedi, perché è questa la parte del corpo più esposta alla sporcizia, alla polvere. Dio, per liberare l’uomo, si rende schiavo e obbediente all’uomo, si consegna nelle sue mani[6]. Tutta la vita di Gesù e in modo speciale la sua consegna a noi nel rito Eucaristico e nel compimento del suo dono totale sulla Croce, rappresentano l’umiliazione del nostro “Maestro e Signore” [7] che si china a lavare i nostri piedi, le nostre miserie. I piedi, infatti, sono le parti più umili del corpo. Egli dal momento della sua Incarnazione, ha condiviso la nostra umana fragilità, la nostra limitatezza. Ma non solo: soprattutto ha accettato di camminare anche Lui con i piedi per terra, cioè a contatto con la nostra polvere. Al primo uomo Dio aveva detto: “polvere sei e polvere ritornerai”[8].
Con il suo Mistero Pasquale, Cristo vuole ridonare all’uomo la condizione gloriosa dell’umanità nella creazione del genere umano, anzi una condizione infinitamente superiore ed eterna, di comunione intima tra Dio e l’uomo, tanto intima da arrivare a condividere tutto della nostra umanità, anche le conseguenze della nostra libertà ribelle, anche la condivisione della sofferenza entrata nel mondo a causa del peccato, anche la limitazione di essere polvere, di farsi calpestare e di morire.
Per l’Incarnazione e la Redenzione, operata da Cristo, simboleggiata dall’acqua della lavanda dei piedi, l’unione di Dio con gli uomini è più intima e profonda di quella che Adamo ed Eva avevano al momento della creazione del mondo. “Svegliati, svegliati, rivestiti della tua magnificenza, Sion; indossa le vesti più splendide (…) Scuotiti la polvere, alzati, Gerusalemme schiava! [9] Cristo si è rivestito della nostra polvere per rivestirci delle vesti più splendide, quelle della figliolanza divina[10].
Per lavare i piedi bisogna abbassarsi, questo gesto esprime tutta la vita di Cristo che è stata un continuo abbassarsi, umiliarsi. La salvezza nasce sempre dall’iniziativa di Dio, è Lui che dall’alto del suo Trono decide scendere tra gli uomini ed essere uno di loro, per portare l’uomo nell’alto della comunione filiale con Dio, nell’intimità divina. Infatti, il gesto di lavare i piedi è anche, come dicevamo, un gesto di ospitalità. “Sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre”[11] cioè, venuta l’ora di tornare al Padre, accoglie i discepoli in questo mistero di comunione, li accoglie nell’amore che il Padre ha per il Figlio e che il Figlio ha per il Padre, donando il Suo Spirito che è appunto l’Amore Increato, dato e ricambiato, del Padre e del Figlio. L’acqua è un rimando al Battesimo e l’Eucarestia stava per essere istituita dal Signore Gesù. I sacramenti sono il modo con cui noi entriamo intimamente a vivere “per Cristo e con Cristo e in Cristo”[12]. Amati nel Figlio, nel Figlio capaci di amare.
Gli Apostoli sono i “suoi”. Come li aveva sempre avuti a cuore! Ma queste persone privilegiate del suo Cuore, le avrebbe lasciate nel mondo, in questo mondo malvagio e perverso che si preparava a lasciare, dove avrebbero incontrato ogni sorta di difficoltà e di pericoli. Ecco che attraverso i sacramenti e in modo tutto particolare attraverso l’Eucarestia, noi siamo “i suoi” che egli amò. Ogni volta, infatti, che partecipiamo con fede alla S. Messa e riceviamo in noi il Corpo di Cristo, anche noi siamo inclusi in quell’amore totale e fino alla fine del Signore, che amò i suoi che erano e che saranno nel mondo sino alla fine dei tempi. Perché, amati, diveniamo capaci di amare e capaci di mostrare nella nostra vita l’amore del Padre, che adesso manda noi nel mondo, per rispondere con la nostra vita d’amore al male e al peccato che in esso dilaga, ma che è già stato vinto da Cristo.
[1] Gv 13,1-5
[2] 1Cor 11,23-39
[3] v.1
[4] Gv 19,30
[5] Cfr. v.11
[6] Cfr. Mc 9,31
[7] v.13
[8] Gen 3,19
[9] Is 52,1a-2
[10] Cfr. Lc 15,22
[11] v.1
[12] Messale Romano, dossologia finale
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
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LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
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LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
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