Pillole di SpiritualiTà
O Immacolata! “Madre, che ci conosci, rimani con i tuoi figli”. (San Giovanni Paolo II)
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Un passaporto per il Cielo
di Piera di Girolamo
Se penso alla preghiera, la similitudine che trovo più appropriata è quella del “respiro dell’anima”. Se il corpo ha bisogno dell’aria per vivere, l’anima senza aria soffoca e muore. La preghiera è il profumo della vita ed è la sorgente del Bene, perché in essa dimora Dio, fonte di ogni Bene. È un nutrimento necessario che ci aiuta a entrare in relazione con il Signore, ci fortifica, ci sostiene e ci dona tutte le grazie necessarie per combattere le tentazioni e per vincerle. La preghiera personale è dunque indispensabile per camminare nella fede e per acquisire le virtù che ci spalancano le porte del Paradiso. Ma, come non guardare, allora, alla “preghiera in famiglia”, come perno attorno al quale deve girare la relazione fra moglie, marito e figli?
In un tempo in cui la famiglia è fortemente e gravemente attaccata, in cui le famiglie hanno perso il senso del loro esistere e del loro andare, è necessario riscoprire il valore della preghiera insieme, scegliere un tempo per ritrovarsi e unire non solo le voci, ma anche e soprattutto i propri cuori, per innalzare a Dio la lode, il ringraziamento e le suppliche. Una famiglia che prega è una famiglia forte, perché in Dio ripone tutti i suoi affanni, le difficoltà e ogni prova. Sa che da Lui viene l’aiuto, viene la luce, la capacità di affrontare tutto. Penso alla Santa Famiglia, a Maria e Giuseppe con Gesù, esempio fulgido di come la preghiera aiuti ad attraversare le prove, ricolmi di pace, di gioia, di consolazione. Li immagino seduti uno accanto all’altro mentre pregavano i Salmi, leggevano la Sacra Scrittura, lodavano il buon Dio e a Lui si affidavano.
Oggi non c’è più tempo e tanto meno il desiderio di far entrare Dio nella propria famiglia, si vuol fare tutto da soli, si pensa di essere autosufficienti. Ma i numeri delle separazioni, dei divorzi, parlano chiaro: una famiglia, che non dà spazio e tempo a Dio, va facilmente in frantumi. Quando manca il “collante” nei rapporti familiari, i “pezzi” prima o poi cadono, ci si allontana l’uno dall’altro, nascono le incomprensioni, muore l’Amore che è la linfa vitale di ogni famiglia. In una società in cui sembra che la più grande conquista sia l’affermazione nel lavoro, nella vita sociale, in cui la famiglia è posta all’ultimo gradino della scala di valori, gli sposi vivono il loro matrimonio come “un contratto”, che in qualsiasi momento e con estrema facilità può essere sciolto, come un pezzo di carta che viene strappato e buttato nel cestino. Se c’è qualcosa che in questo tempo di confusione e di superficialità può ancora salvare la famiglia è proprio la preghiera. Una casa nella quale i genitori pregano e danno l’esempio ai propri figli, anche nel modo più semplice, benedicendoli, ad esempio, prima del riposo; oppure recitando insieme a loro una breve preghiera prima dei pasti, quella è sicuramente una casa su cui si posa lo sguardo compiaciuto di Dio.
Il Signore mai si impone, non vuole entrare con “violenza” o con prepotenza nelle nostre case: ma, nel momento in cui Gli apriremo la porta, allora entrerà e sarà libero di agire, ci difenderà dagli attacchi del maligno, ci darà coraggio, ci donerà lo Spirito Santo come guida nel nostro cammino. Nessuno di noi dovrebbe mai dimenticare che tutto è dono di Dio; e, se abbiamo creato una famiglia, è perché Dio ha voluto farci questo straordinario regalo. Lui ha posto accanto a noi nostro marito, nostra moglie e noi accanto a loro. Lui ci ha fatto dono dei figli, perché possiamo accompagnarli verso la pienezza della vita, che non è altro che il vivere per Cristo, con Cristo e in Cristo. E prendersi cura di loro non significa soltanto dare cibo per nutrirsi, vestiti per coprirsi o ricchezze per un avvenire sereno nella società, ma è soprattutto far scoprire loro la presenza di Dio, far sentire quel respiro, quell’alito divino che è vita per la famiglia.
Questo mese di maggio, dedicato alla Madonna, è certamente un tempo propizio per tornare alla preghiera nelle nostre famiglie, così come si faceva alcuni decenni fa, quando la sera ci si riuniva dinanzi ad una immagine della Vergine Maria per recitare il Rosario. E quante grazie piovevano dal Cielo! Se non lo abbiamo mai fatto o abbiamo abbandonato questa pia pratica, questo è il momento favorevole per accogliere l’invito della Madonna, che a Fatima raccomandò ai Pastorelli di pregare ogni giorno il Rosario. Anche a noi, oggi, Maria Santissima rivolge questo appello, a cui con prontezza e generosità siamo chiamati a rispondere. Sostiamo durante il giorno dinanzi alla nostra Mamma Celeste assieme alla nostra famiglia, mettiamo la corona del Rosario tra le mani dei nostri bambini e insegniamo loro la via della preghiera. Stiamo certi che quel seme, che con il nostro esempio avremo piantato nel loro cuore, un giorno sicuramente germoglierà e porterà frutti in abbondanza. Facciamo delle nostre famiglie delle piccole chiese domestiche in cui, per mezzo della preghiera, possiamo crescere tutti insieme nell’Amore vicendevole e aprirci alla Carità verso gli altri. Questo sarà il nostro passaporto per il Paradiso.
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