Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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L’IMPORTANZA DI UNA “REGOLA DI VITA”
di padre Andrea Mistrorigo icms
«Gesù aiutami con la tua grazia, aiutami tu, che senza la tua grazia nulla posso fare». È una delle tante preghiere scritte da Antonietta Meo, bambina romana morta ad appena sei anni, in concetto di santità. Nella sua semplicità, la piccola esprimeva con parole sue una verità insegnata da Gesù: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).
I Santi hanno avuto viva consapevolezza che l’agire cristiano ha la sua sorgente nella persona di Gesù Cristo: come i tralci, inseriti nella vite, ne ricevono la linfa, così il fedele inserito in Cristo con il Battesimo riceve da Gesù la “linfa vitale”, che è la grazia santificante.
Cosa è la grazia? La grazia è il dono gratuito che Dio ci dà per renderci partecipi della sua vita trinitaria e capaci di agire per amor suo. È chiamata grazia abituale, o santificante o deificante, perché ci santifica e ci divinizza (CCC 423). Questa “novità di vita”, per la quale il nostro agire da cristiani porta l’impronta, la grazia e il merito del Figlio di Dio, ha il suo fondamento nella comune natura che abbiamo con Cristo: come l’umanità di Gesù è stata presa e assunta dalla natura divina del Verbo (la seconda Persona della Santissima Trinità) per mezzo della Vergine Maria, così in modo analogo, la nostra umanità viene “presa” dalla grazia attraverso i sacramenti per essere risanata, elevata e divinizzata, divenendo in certo qual modo un prolungamento vivo della santa umanità di Gesù.
UN PIANO A DUE LIVELLI
Due sono i livelli del piano di salvezza: il primo consiste nell’opera creatrice, per la quale Dio ha voluto l’uomo con una natura fatta a immagine e somiglianza propria. La creazione è il fondamento di tutti i progetti salvifici di Dio, l’inizio della storia della salvezza, che culmina in Cristo (CCC 298). L’uomo, dunque, con i doni di natura (corpo, intelletto, volontà, sensibilità, affetti…) è creato per ricevere i doni soprannaturali propri della grazia: virtù teologali (fede, speranza e carità), doni dello Spirito Santo, inabitazione della Santissima Trinità. È questo, propriamente, il secondo livello del piano di salvezza: così, abbiamo due livelli, di un unico piano.
Questi doni, infatti, di natura spirituale, vengono infusi nell’anima, ma ridondano per mezzo di essa nel corpo e nella psiche umana, essendo l’anima forma del corpo (cfr. CCC 365) e a questi indissolubilmente unita. Ecco perché San Paolo può affermare la dignità integrale della persona inabitata dalla grazia: «Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio?» (1 Cor 6, 19).
Abbiamo due livelli, dunque (quello naturale e quello soprannaturale), ma una unica dignità e perfetta unità dell’agire cristiano. Questa unità di vita, per cui la grazia eleva e perfeziona la natura – mentre la natura è chiamata a collaborare incessantemente all’azione della grazia –, trova il suo principio e la sua chiave esplicativa in Cristo: come in Lui vi è indissolubile complementarietà tra natura divina e natura umana, così nel cristiano vi è complementarietà tra grazia e natura.
L’ESEMPIO DI MARIA SANTISSIMA
La grazia, per virtù propria, santifica, e ciò supera assolutamente la capacità umana; non di meno, senza collaborazione, senza degna corrispondenza delle capacità umane al dono di grazia, questa non giunge ad effetto.
Sommo esempio di perfetta corrispondenza alla grazia è la Vergine Maria: accogliendo il Verbo, incarnatosi nel suo seno e nella sua anima, è diventata creatura piena di ogni virtù, perché ripiena di Cristo. Come Ella si è disposta ad accogliere il dono di grazia? Nobilitando la sua natura: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura” (Dante, La Divina Commedia, Paradiso, Canto XXXIII).
Che cosa significa “nobilitare”? Significa disporre al meglio quanto di buono vi è nella propria natura umana, affinché virtù teologali e doni dello Spirito Santo guidino a una fioritura armoniosa e divina l’umanità stessa.
COLLABORAZIONE EFFICACE TRA NATURA E GRAZIA
La Chiesa, avendo per fine quello di guidare alla santità i fedeli, offre ad essi mezzi adatti ad integrare l’agire cristiano nei suoi due livelli, umano e divino, così da realizzare una feconda collaborazione tra grazia e natura. Tra questi mezzi, uno assai prezioso è la “regola di vita”: «Pensando a ciò che avrei potuto fare per Dio, vidi che la prima cosa da farsi era conformarmi alla mia vocazione religiosa, osservando la mia Regola con la maggiore perfezione possibile» (Santa Teresa d’Avila, Libro della vita, Cap. 32, 9). Ogni Santo ha avuto una “regola di vita”, la quale, se da una parte stimola il meglio della natura umana (ordine, costanza, attenzione, ecc…) soffocandone le tendenze peccaminose (pigrizia, indolenza, volubilità, dissipazione, ecc…), dall’altra parte – compendiando con equilibrio e armonia esercizi di pietà, mortificazioni, pratica sacramentale – si fa canale alla grazia, irrobustendo l’esercizio della fede, della speranza e della carità.
Tanto aiuta a nobilitare la nostra natura una “regola di vita”, che, il trascurarla, è visto dai Santi come un punto di recessione nel cammino di santità: Dissipazione. «Lasci abbeverare i tuoi sensi e le tue facoltà a ogni pozzanghera. Per questo poi cammini così: senza fermezza, l’attenzione dispersa, la volontà addormentata e la concupiscenza sveglia. Torna con serietà a sottometterti a un programma che ti faccia vivere la vita di cristiano, altrimenti non concluderai mai nulla di buono» (San Josè Maria Escrivà, Cammino n. 375). La sottomissione alla “regola di vita” è di sua natura una continua confessione della propria debolezza, affinché sia sempre sorretta dalla fortezza di Cristo: «Gesù aiutami con la tua grazia, aiutami tu, che senza la tua grazia nulla posso fare» (Venerabile Antonietta Meo).
Come dolce pialla, la nostra piccola “regola di vita” pulisce e nobilita giorno per giorno il nostro cuore, così che tutto il nostro umano sia sempre più preso dal divino.
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
SECONDA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
TERZA PARTE
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La Rivista ufficiale della
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