Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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Abramo sperando divenne.
di Cristina Righi
Sperare…. Siamo soliti usare questa parola con quel senso umano, a volte quasi sconfitto, di un’attesa positiva su qualcosa che già in anticipo non crediamo possa realizzarsi.
Attaccati continuamente dal nostro passato e paurosi verso un futuro sconosciuto, siamo spesso sfiduciati sul fatto che la vita possa avere esiti di speranza e questo ce la fa vedere sempre scaramanticamente.
Qualcuno collega la speranza a qualche amuleto e di fronte a certe frasi tipo: “Come stai?”, segue: “Benaccio speriamo”, accompagnato dal contatto con qualche cornetto o ferro di cavallo (nascostamente custodito in saccoccia).
Spesso nel sostenere un’attività che possa essere un esame, un lavoro, un incarico particolare ricevuto si è soliti dire: “Speriamo bene!!!”.
Che meraviglia però essere uomini e donne intrisi di SPERANZA.
Il dizionario dice che la speranza è l’attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole. Ogni essere umano, in qualsiasi relazione sia posto, spera sempre. Ciò che è vero è che la speranza ha sempre a che fare con la chiamata.
Sei assunto? Speri che il lavoro sia a tempo indeterminato, che ci sia uno stipendio consono, che ci siano buoni colleghi, che il datore di lavoro sia perlomeno amabile.
Stai diventando prete? Speri in una parrocchia accettabile, in fedeli rispondenti e anime obbedienti.
Stai per sposarti? Quante speranze, troppe per poter elencarle, avendo a che fare con due mondi diversissimi: il maschio e la femmina.
Ma tutti, proprio tutti, di fronte a ciò in cui sono chiamati sperano! La speranza spesso è disattesa, e sovente è non desiderato ciò che segue a quanto si è sperato. Perché questo accade? Perché nello sperare non sappiamo aspettare. La speranza cammina a braccetto con l’attendere. Se non so aspettare non posso sperare!
«Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto…» (Rm 4,18).
Abramo sperando divenne. Abramo credette.
Ecco cosa dicevamo poco sopra. Legati al passato e paurosi del futuro non andiamo verso, non camminiamo fiduciosi. Lo sradicamento, l’uscire dalla propria terra, ci annienta e fa vacillare i nostri passi disegnando la speranza con contorni sfumati. Una donna spera di diventare mamma, di avere un figlio…ma….
La speranza sta nell’aspettare. Se un figlio non arriverà quella speranza sarà delusa ma se avrà imparato ad aspettare vedrà quel figlio in ciò che sarà riconosciuto come tale. Figlio sarà ciò che in lei è generazione perché l’attesa rende leggibile la speranza. Se non sarà un figlio nella carne quella donna avrà la certezza che altro avrà generato la speranza.
Se da bambino non sei stato molto ascoltato e magari ti è stato chiesto di compiacere e di darti da fare, crescendo cercherai ascoltatori e, nella maggior parte dei casi, non li troverai. Così la speranza sarà disattesa e, dietro un’illusione (provocata dal diritto di aver ciò che ci è mancato) seguirà una ovvia delusione. La speranza va oltre. Essa cammina avanti rispetto ai nostri desideri, come quando Abramo, desiderando il figlio, pensò che la soluzione migliore, consigliato tra l’altro dalla propria moglie Sara, fosse quella di unirsi con la schiava Agar.
Ma il Signore lascia la libertà nello sperare. Lui, il nostro Dio, benedirà ugualmente quel figlio di nome Ismaele, ma farà comprendere ad Abramo che, se lui avesse ASPETTATO, Isacco sarebbe arrivato. Perché SPERANZA vuol dire CERTEZZA.
Sperare significa essere certi che dinanzi alla propria vocazione qualunque cosa sarà il meglio per la propria vita.
Sperare significa che se non avrò ottenuto ciò che avevo desiderato era perché il mio bene non sarebbe stato quello.
Sperare significa non forzare, non violentare il corso degli eventi ma… aspettare!
Sperare significa confrontarsi con la verità e non con la caparbietà, la presunzione, il sentirsi in diritto di questo o di quello.
E se sei nella prova, in una difficoltà pazzesca da affrontare, laddove non riesci a vedere una luce ma solo buio, buio e buio… spera e attendi perché il tuo deserto fiorirà!
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