Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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di Stefano Battezzati
Abbiamo visto come Gesù ha riscattato TUTTI i peccati, e come questi si sono trasformati nella Divina Misericordia, Divina Misericordia alla quale TUTTI possiamo attingere (anche se i tuoi peccati fossero come lo scarlatto) e abbiamo visto in che modo (la lancia: la riconciliazione e la fiducia).
Quindi il peccato è stato smembrato, sciolto, annientato, sconfitto sulla croce da Gesù.
E siccome il peccato ha portato alla morte, di conseguenza anche la morte è stata vinta, è stata distrutta:ecco la resurrezione.
A riprova di questo è Maria Vergine, l’unica creatura che non ha mai conosciuto il peccato (e che ha compiuto, senza indugio, la volontà divina) e che, quindi, non ha conosciuto neanche la morte, essendo stata assunta in cielo dopo essersi, come descritto nelle rivelazioni di Maria Valtorta, semplicemente “addormentata”.
Infatti dopo la morte di Gesù, scrive Matteo (27,51-52): “Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.”
Eh sì, dopo questa vittoria, che porta la risurrezione, il mondo non sarà più lo stesso; ed il terremoto, fenomeno che arriva dalle viscere della terra (dagli inferi) e che ne modifica la struttura, testimonia questo cambiamento. Ed i resuscitati che entrarono nella città santa non sono che la primizia della fine del mondo.
Anche il velo del tempio, che separava Dio dagli uomini, viene strappato: non è più un Dio lontano, irraggiungibile: con la venuta di Gesù, Dio è adesso in mezzo a noi:“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (Mt. 28,20).
E la Sacra Sindone ha proprio preso il posto, sostituito quel velo del tempio che separava, in un altro velo, un velo (telo) che unisce, testimoniando la presenza del Cristorisorto!
Quindi TUTTI risorgeremo. Ed è certo che risorgeremo, altrimenti perché Dio avrebbe mandato suo Figlio se non ci fosse stato nulla dopo la morte? Non vi pare? L’evangelista Giovanni scrive quanto detto da Gesù in proposito (5,28-29):
“… verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna”. Quello che Dio vuole è che TUTTI abbiamo una risurrezione di vita, che significa amare, lodare Dio per l’eternità, ed essere ricambiati dello stesso amore. Ed è proprio questa la finalità della venuta del suo Figlio! Dio è Amore, è l’essenza dell’Amore: vuole amare ed
essere amato, amato da TUTTI, non vuole perdere nessuno! (Ef. 1,4) “In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità.” Innanzitutto per amare, amare veramente, ci vuole la consapevolezza, la libera volontà di farlo: ecco perché Dio ci ha dato il “libero arbitrio”, proprio perché l’amare deve necessariamente essere una scelta dell’individuo, non può essere un’imposizione!
Ora, proviamo, per avere una flebile idea di cosa significa il paradiso (luogo nel quale “abiteremo” se avremo una risurrezione di vita), a pensare cosa significa essere amati, amati “veramente” da qualcuno. Quel qualcuno, sia esso marito, moglie, madre, padre, amico, e così via, farà di tutto per compiacerci, per servirci, assisterci, per vederci felici, appagati, e lo fa sacrificando per noi il suo tempo, le sue risorse, eccetera. Ed ora immaginiamo di avere non una ma 10 o 100 persone che ci amino così: siamo già “in paradiso” quando ci sentiamo amati da una sola persona, quindi figuriamoci con 10 o addirittura con 100!
Ma la cosa ancora più bella è che, siccome ogni persona è unica ed irrepetibile, saremo amati in un modo sempre diverso da ognuno di loro, mai uguale, ognuno farà per noi qualcosa di unico, speciale, ma che ha sempre un comun denominatore: il vero amore!
Sì, il vero amore, quello privo di ogni più piccola ombra, più piccola imperfezione data dalla colpa, o dal peccato, o dal rimorso di non aver amato. Ecco perché “Non c’è risurrezione senza perdono”, ecco perché Gesù dalla croce ha pregato così per i suoi carnefici: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Risurrezione che ognuno di noi può sperimentare quando sappiamo perdonare: ci sentiamo letteralmente rinascere, leggeri, privati di un peso che diventa sempre più insopportabile: è la presenza nel nostro cuore della salvezza!
Risurrezione che l’umanità ha toccato e tocca con mano attraverso l’opera dei Santi, delle persone che hanno e amano profondamente Dio, che hanno e imitano l’esempio di Gesù. E il paradiso è il luogo nel quale regna questo amore purissimo nell’essenza più intima e vera di ogni persona (il purgatorio serve proprio a “purificare”) e dove le persone che amano Dio sono un numero immenso: e Dio ricambia questo amore facendoci partecipi della sua felicità, felicità mai uguale, proprio perché formata da incalcolabili unicità, unicità che a loro volta formano in Dio, con Dio e per Dio un’immensa unità d’amore.
E tanti si chiedono se nell’aldilà ritroveremo i nostri cari: mi piace pensare che Dio, nella sua imensa bontà, nel farci partecipi di questa unità d’amore, ci farà riconoscere, incontrare per primo proprio l’amore dei nostri cari.
Ed anche alle persone che hanno perso prematuramente un loro caro, magari un figlio, vorrei far soffermare il loro pensiero sul fatto che Dio, credo, avesse bisogno “subito” dell’unicità’ d’amore di quella persona, proprio perché era davvero “speciale”!
E le motivazioni possono essere molteplici, sempre riconducibili alla Sua insondabile Misericordia: forse perché nel suo futuro vedeva sofferenza e voleva preservarla da grandi dolori; forse perché si sarebbe persa nel peccato vivendo in un ambiente perverso (per esempio vedi nel capitolo VI “Il bambino dal pigiama a righe”); forse per redimere le persone rimaste nel dolore. Chissà...
Ed il fine di ogni genitore credente non è forse quello della felicità eterna del proprio figlio? Questi genitori sono certamente confortati da questa certezza!
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