Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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La solennità del Primo Novembre
di Mariastella Vanella
Il mese di novembre si apre con la solennità di Tutti i Santi. In questo giorno ricordiamo e veneriamo la nascita al cielo di tutti quei cristiani a cui non è dedicata una data particolare. Per la Chiesa è una festa di precetto, cioè una solennità in cui i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Santa Messa, come per la celebrazione della domenica. Vivere la liturgia della festa di Tutti i Santi unisce la terra al cielo e ci ricorda che non c’è altra missione, per noi, che camminare insieme verso la santità. Una ricorrenza, quindi, che ci invita alla speranza, ricordandoci che la santità è gioia e letizia, non rinunce e sforzi. I Santi godono già della gloria eterna, si sono lasciati permeare in ogni istante della loro vita dalla misericordia e dalla volontà del Padre, ogni fibra del loro cuore è stata invasa dall’essenza dell’Amore, essi contemplano il volto di Dio e gioiscono di questa visione.
La canonizzazione, il “diventare santi”, decreta che una persona morta si trova ufficialmente in Paradiso. Essere santi vuol dire seguire quel cammino che porta a vivere sempre più intensamente l’amicizia con Gesù, sperimentando la gioia di sentirsi amati: è un cammino di felicità.
Spesso si sente dire che la santità è per uomini eccezionali, per super-eroi della fede; si pensa che neanche se ci si impegnasse con tutte le proprie forze la si potrebbe raggiungere. In realtà, la santità non è un cammino percorribile solo da cristiani eccezionali, ma è il progetto di Dio su ciascuno di noi, perché tutti siamo chiamati a questa amicizia col Signore. Probabilmente, in questo, “i santi del calendario” non ci aiutano, perché sentiamo le loro virtù eroiche molto lontane dal nostro quotidiano… Santi sono uomini e donne che ogni giorno hanno cercato di vivere il Vangelo, affidandosi al Signore e ora vivono nella comunione piena con Lui.
Credo che alla domanda sulla santità qualcuno potrebbe anche porsi il quesito su quanto sia lontana la meta: la risposta, in questo caso, la conosce solo Dio. Però, lo sforzo di seguire il Signore, di stare con Lui; di avere l’impressione di camminare bene, di accorgersi altre volte di tornare indietro e di dover ricominciare; sentirsi lontani, ma cercare di tenere il Signore come il riferimento della propria vita, ci dice che siamo sulla strada giusta, che abbiamo preso sul serio il cammino verso la santità. Non possiamo dire a che punto siamo, ma dobbiamo avere la consapevolezza che questa è la strada giusta e metterci in cammino. Per farsi santi non bisogna cambiare direzione, ma lasciarci guidare da Dio: Egli è buono, è misericordioso, ama le nostre fragilità, le nostre debolezze, affidiamo la “regia” della nostra vita a Lui, e Lui farà cose grandi per noi.
Pensando alla santità, mi vengono in mente quelle donne e quegli uomini che hanno trasformato il loro quotidiano in santità e il loro essere santi nella quotidianità. Come non ricordare il giovane Carlo Acutis, Chiara Corbella, don Pino Puglisi, che ci hanno insegnato come ci si può calare nella realtà di ogni giorno, facendo la volontà di Dio e trasformando in cammini di santità i fatti semplici, i gesti quotidiani che con poco rendono straordinari i momenti ordinari.
Anche il lavoro, per i cristiani, è un mezzo di santità e di apostolato, in quanto lo stesso Figlio di Dio, fatto Uomo, ha lavorato per lunghi anni. Senza il lavoro e il sostentamento che ne deriva sarebbe impossibile, inoltre, costituire la famiglia: la più piccola cellula vitale della Chiesa. Senza l'operosità di ogni donna, sarebbe impossibile prendersi cura della prole. Una santità che consiste nel fare, straordinariamente bene, le cose ordinarie. Una santità dell’amore, che si dona con libertà e con pace, giorno dopo giorno. Tutti noi, senza eccezione, siamo chiamati alla santità e dobbiamo raggiungerla nella vita quotidiana.
Per San Francesco di Sales, la perfezione cristiana non è estranea agli uffici, alle botteghe, alle officine, agli ospedali, alle case di famiglia o ai salotti principeschi. Dio chiama alla santità nelle condizioni ordinarie, è la vita quotidiana il luogo privilegiato per incontrarlo. Dio si manifesta nella vita reale e concreta: sulla via della santità è importante essere fedeli nella routine quotidiana, affrontare la vita, non fuggire dalle sue difficoltà, dalle responsabilità personali e sociali.
I piccoli Pastorelli di Fatima ne sono grande esempio: quotidianamente crescevano in santità, con gesti semplici ma pieni d’Amore: quelli che avvicinano a Gesù, quelli che fanno guadagnare il tesoro in cielo; quelli che – accompagnati da tanta preghiera – trasformano in santi.
Quando a san Tommaso D'Aquino fu chiesto quale fosse la cosa principale per andare in Paradiso, il Santo rispose con due semplici parole: «Basta volerlo!».
Mettiamoci in cammino, facciamoci santi: vogliamolo!
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