Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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Editoriale del MARIA DI FATIMA - n°7, Novembre 2022
di P. Mario Piatti icms
Lasciatemi in pace! Chissà quante volte ci è capitato di pronunciare tale espressione; o forse di sentire qualcun altro esplodere con esclamazioni di questo genere. A pensarci bene, tali parole sono semplicemente assurde, perché in quei momenti si sta tutt’altro che in pace… Una ingiustizia subita, un disaccordo, uno sgarbo ricevuto o la classica – per lo più incomprensibile, ma assai diffusa – “luna di traverso” ci rendono nemico il mondo e ci fanno chiudere in noi stessi, assaporando la dolce e ingannevole “consolazione” di mandare tutti “a quel paese”…
Che cos’è la pace, allora, tanto desiderata e universalmente invocata, specialmente nei tragici frangenti di una guerra? Che significa “vivere in pace”? Forse godersi il proprio angolo di mondo, minuscolo minuscolo, nel nascosto e ben protetto recinto delle proprie discutibili sicurezze?
Generalmente – in termini politici e sociali – si pensa ad assenza di conflitti e di tensioni, che innescano tra le nazioni le spirali dell’odio, della sopraffazione e della vendetta. Nell’ambito più strettamente personale e famigliare la pace sembra coincidere con la ricerca di condizioni ideali di stabilità, di reciproco rispetto, nella tutela appunto di spazi e di tempi necessari per realizzare i propri progetti, senza infastidire troppo il prossimo.
In realtà, la pace proposta dal mondo è sempre, a tutti i livelli, molto precaria, fondata su fragili equilibri, affidata alle risorse diplomatiche degli Stati o alla salvaguardia della propria “privacy”, ma destinata a frequenti naufragi.
La vera pace nasce dal cuore, è frutto dello Spirito Santo, è l’esito spesso di un conflitto interiore contro le proprie cattive passioni e contro il proprio egoismo. È il risultato di un cammino interiore, di un impegno costante e assiduo, ma prima di tutto è una grazia da chiedere, per se stessi e per ogni uomo, a Colui che è il “Principe della Pace”. Gesù è il solo che ci introduce nelle vie della santità, unica autentica e certa tutela del bene nostro e di tutti. Egli ci insegna ad amare, a servire, a crescere nell’umiltà, nella pazienza verso il prossimo; ci invita al perdono sincero e alla misericordia, nei confronti delle povertà che inevitabilmente riscontriamo negli altri. Ci aiuta a non rassegnarci neppure di fronte alle nostre fragilità.
Il Vangelo è il vero universale “prontuario della pace”, a disposizione di tutti, ricco di soprannaturale sapienza, riassunta nel duplice comandamento dell’amore e nella logica delle beatitudini, che sovvertono il buon senso comune, aprendoci alla imitazione del Cuore stesso di Cristo.
Beati i miti, i poveri in spirito, i misericordiosi, i puri di cuore ci dice il Signore, indicandoci la strada giusta per vincere le insidie della incomprensione, la tentazione della superbia, l’illusione di essere migliori del nostro prossimo.
Fatima è un intreccio mirabile di richiami a questo dono, che va richiesto incessantemente al Cielo e poi custodito e alimentato con la buona volontà di tutti. L’Angelo, apparso ai Pastorelli nel 1916, si presenta come “Angelo della Pace”; la Vergine Maria esorterà i fanciulli a pregare per la fine della Guerra, invitandoli al sacrificio e alla penitenza per ottenere la concordia tra i popoli e ancor più la conversione dei peccatori: Nostra Signora si preoccupa della salvezza eterna dei suoi figli, senza dimenticare le pene del tempo presente, la fatica e le prove della nostra esistenza terrena.
La pace – ci suggeriscono i Santi – nasce dal silenzio, si nutre della nostra preghiera, è fecondata dalla Grazia, è alimentata dal sacrificio quotidiano. La pace è tenerezza, è amore, è contemplazione, è gioia dell’animo, adorazione incessante, risurrezione. La pace è condivisione, desiderio di partecipare della gioia e della pena dei nostri fratelli, accogliendoli negli spazi del cuore, dilatando la nostra carità a tutti.
Proviamo a vivere, quest’anno, così. Allora saremo davvero “uomini e donne di pace”, secondo il Cuore di Cristo e l’Immacolato Cuore di Maria.
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