Pillole di SpiritualiTà
Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace. (dalle Memorie di suor Lucia)
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QUANDO SONO I PIÙ PICCOLI A PARLARE…
di padre Mario Piatti icms
Perdonatemi, ma è insopportabile vedere il volto dei fanciulli velato, sui giornali, in Tv… dovunque, cioè, non sia giunta una “liberatoria”, che eviti l’inevitabile rischio di querele e di denunce. A dire il vero, insieme alla scrupolosa tutela dei “minori”, si passa poi con facilità – sulle pagine dei rotocalchi o nei programmi televisivi – a squallide immagini, colme di oscenità e volgarità, diseducative e contrarie alle regole più elementari del comune senso del pudore. L’ipocrisia, come si sa, trabocca in ampi settori della nostra vita sociale.
Tornando ai bimbi, nonostante la deriva degli ultimi decenni, rimangono inalterati il candore e la bellezza del loro cuore, l’ingenuità e la profondità ineguagliabile delle loro domande, il bisogno di sentirsi amati, accolti, valorizzati.
Se proviamo, dalle nostre sicurezze di adulti, a calarci nel mondo straordinario dell’infanzia, percepiamo ancora la fragranza del Cielo, confermata dalle parole stesse di Gesù: “Se non ritornerete come bambini, non entrerete in Paradiso”, non avrete parte cioè alla Vita eterna, non raggiungerete mai il fine della vostra esistenza. Tutto il nostro operare e affannarci quaggiù risulterà inutile e sterile, se il cuore non ritorna “fanciullo”!
Se la chiave per introdurci nel consesso degli Angeli e dei Beati è l’anima di un bambino, dovremo con umiltà chiedere ai più piccoli di aiutarci a camminare lungo le vie della santità. Impareremo da loro – come suggeriva una bella catechesi di un mio confratello – la “serietà” nel dedicarsi alle proprie occupazioni, anche al gioco stesso;
la capacità di domandare, quando si è in difficoltà; la coscienza di dipendere da qualcuno più grande e più esperto di noi; la fiducia nella presenza consolante del papà e della mamma, alle cui mani ci si abbandona senza troppe preoccupazioni, sapendo di essere amati, protetti e guidati con amore.
I bambini ci insegnano la semplicità, l’immediatezza, la trasparenza; rifuggono dagli inganni, si accorgono dei nostri sotterfugi e sanno puntare all’essenziale. Dichiarano apertamente quello che portano nel cuore, non si nascondono dietro la maschera della convenienza e non costruiscono scenografie fasulle per difendere i propri interessi, come facciamo noi.
Dai più piccoli impariamo a rivolgerci con piena confidenza a Dio, che si commuove alle loro preghiere e ascolta la loro voce e le loro richieste.
I Pastorelli di Fatima sono un esempio insigne e luminoso di tutte queste belle qualità, incarnate nella personalità propria e originale di ciascuno di loro ed espresse nella totale e incondizionata adesione alla Volontà di Dio. Essi “salgono in cattedra” e ci indicano – con la sapienza del loro cuore umile e semplice – i sentieri della salvezza, la via della pace, l’immutabile fecondità del Vangelo di Cristo, unica e sola speranza per l’uomo.
Sono loro a riconsegnarci all’amore dolcissimo e casto della Vergine Maria, la quale segue con apprensione e con sollecitudine materna le nostre vicende e impetra costantemente dal Cielo le grazie che ci sono necessarie, finché siamo immersi nelle prove e nelle fatiche di ogni giorno.
I piccoli veggenti di Fatima ci indicano il Rosario, come arma efficace e invincibile contro le devastazioni del male e le menzogne del Nemico, assicurandoci che la preghiera è la vera e sola potenza posta da Dio nelle nostre mani, capace di sconfiggere le forze avverse e di neutralizzarne i tragici influssi.
Fidiamoci delle strategie del Cielo, delle “Forze armate” della Provvidenza; ripartiamo, anche quest’anno, dalla Grotta Santa di Betlemme, dalla luce che quel Bimbo – tra le braccia rassicuranti di sua Madre e sotto lo sguardo paterno e amorevole di Giuseppe – irradia ancora, sull’inquieto e tormentato mondo di oggi.
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