Pillole di SpiritualiTà
O Immacolata! “Madre, che ci conosci, rimani con i tuoi figli”. (San Giovanni Paolo II)
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"SONO DEL CIELO"
di P. Luis Dias icms
Dall'inizio delle Apparizioni di Fatima, la dimensione dell'eternità è centrale. Dalla prima domanda di Lucia, posta alla Signora più luminosa del sole, scaturisce una risposta che dà il “La” della melodia che guiderà lo svolgere degli eventi: "Sono del Cielo." Queste parole indicano sia la provenienza della bella Signora sia del suo messaggio, un messaggio celeste che guida al Cielo.
Subito dopo Lucia chiede se anche lei e i suoi cugini sarebbero andati in Cielo. Una domanda tutt'altro che scontata, perché presuppone la via obbligatoria per accedere al Cielo, che è quella segnata dalla morte. Non dobbiamo concludere che questi bambini non avessero paura della morte – timore naturale in ogni essere umano – ma piuttosto che tale paura fosse superata di gran lunga da un desiderio più forte: quello del Cielo.
La dimensione eterna della nostra fede è tanto fondamentale quanto trascurata. Spesso riduciamo le parole del Vangelo a strumenti di ordine sociale, vivendo solamente la dimensione “orizzontale” della nostra fede, dimenticando che “la nostra esistenza ha senso ed è bella solo se vissuta in rapporto all'eternità”.
Santa Giacinta, in particolare, è rimasta folgorata dalla realtà eterna. Infatti, dopo aver appreso che nell'eternità c'è sia il Paradiso, che l'Inferno, non poteva capacitarsi che quest’ultimo non sarebbe finito mai. Domandava di continuo a sua cugina Lucia: “E quella gente che c’è là a bruciare non muore? E non diventa cenere? E se noi preghiamo molto per i peccatori, il Signore li libera di là? E anche con i sacrifici? Poveretti! Dobbiamo pregare e fare molti sacrifici per loro!” Nell’apprendere che l’eternità supera completamente le soglie del tempo, è sgorgato nel suo cuore il desiderio di farsi “apostola dell’eternità”. Di lì in poi, il perno della sua vita spirituale, il fuoco che la accendeva di amore per Dio, era lo stesso che la portava a immolarsi per la salvezza di tutti i peccatori. Nessun sacrificio, nessuna prova, nessuna croce le pareva mai sufficiente, pur di poter salvare qualcuno.
Rimasero sbalorditi i medici, che la operarono a Lisbona: non potendo usare l'anestesia, per l’estrema precarietà della salute della piccola, si aspettavano grida, urla o almeno un continuo lamento. Invece, nulla di tutto questo: un silenzio di offerta totale regnava in quella stanza operatoria. Loro, che cercavano di salvare la vita di quella piccola, non erano consapevoli dell’opera di salvezza che stava compiendo Santa Giacinta. Questo impressionante episodio ci fa vergognare per la povertà del nostro cuore, che si lamenta per la più piccola contrarietà. La testimonianza di Giacinta ci deve invogliare a rivolgere lo sguardo là, dove era fisso quello della fanciulla: l’eternità. Quanto poco ci pensiamo... E, quando ci pensiamo, l’attenzione è soprattutto rivolta alla nostra sola salvezza.
Giacinta, al contrario, vedeva nell'eternità l’opportunità per adempiere in pienezza i due comandamenti dell’amore: amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come noi stessi. Chi non vuole la propria salvezza? Allora, allo stesso modo, ognuno deve desiderare la salvezza degli altri e prodigarsi con ogni mezzo, affinché ciò possa avvenire.
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