Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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Un ideale “viaggio” nel Cuore di Maria Santissima
Carissimi amici,
questa bella riflessione – inoltrataci da un nostro “Novello Sacerdote” – ci aiuta a conoscere, almeno un poco, il modo con cui la Vergine Santa si rapportava costantemente, nel suo Cuore, all’Altissimo.
Il testo costituisce la prima tappa di un cammino progressivo, che vorremmo dedicare, lungo tutto quest’anno, in modo particolare, alla preghiera: tema centrale del 2024, in preparazione al grande Giubileo del 2025.
“Pregate sempre!” dice Gesù, a noi, suoi discepoli: imparate, cioè, a rendere ogni momento della giornata lode, adorazione, richiesta di perdono, invocazione di aiuto e di sostegno, per affrontare le complesse faccende quotidiane.
Sull’esempio dei Pastorelli, non stanchiamoci mai di pregare fiduciosamente il Signore, nella certezza che il Cuore di Dio accoglie ogni espressione sincera di venerazione e di amore, che sgorga dalla nostra anima.
Ai fanciulli di Fatima l’Angelo disse: “Pregate, pregate molto: Dio ha disegni di misericordia su di voi”. Queste parole illuminino anche i nostri passi e infondano luce di speranza in noi.
di P. Andrea Gori icms
Come pregava Maria? Come possiamo descrivere, “raccontare”, la sua preghiera? Cercare di rispondere a queste domande significa andare a “sondare” la parte più intima e più profonda della Madre di Dio e nostra Mamma Celeste; ovvero, cercare di fare un “tuffo” all’interno del suo Cuore Immacolato. Possiamo dire, infatti, che il “segreto” della sua preghiera si trova racchiuso in questa frase: “Maria custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Cerchiamo, allora, di fare assieme un “viaggio”, all’interno della fornace ardente di questo Cuore.
La scena dell’Annunciazione ci fornisce già alcuni preziosi elementi, utili al nostro scopo: Maria è definita “la piena di grazia”: ovvero, letteralmente, la “riempita di grazia”, Colei che è stata resa tutta bella, graziosa. Allo stesso tempo, nelle frasi dell’Angelo riecheggia la figura della “figlia di Sion”, quella parte del Popolo d’Israele che rimane sempre dalla parte di Dio: Maria è la figlia di Sion in persona, il modello della fedele riposta umana a Dio. Mettendo insieme questi due aspetti, che cosa ci suggerisce la nostra anima? Che Maria non si è lasciata sfuggire una sola grazia, una sola ispirazione dello Spirito Santo: non c’è una sola luce o fiamma d’amore che non sia stata accolta nel suo Cuore Immacolato! La sua vita è stata, dunque, un continuo “cuore a cuore” con Dio, una perfetta fedeltà alla preghiera nel tempo. La sua riposta all’angelo Gabriele: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola” non è solo il “sì” isolato di un istante, ma il “programma” di tutta la sua vita. Una vita che è stata, possiamo dire, una continua adorazione di Dio.
Maria è la prima “adoratrice perpetua”…
Continuando il nostro viaggio, non possiamo non soffermarci sul Magnificat, su quelle parole sgorgate direttamente dal suo Cuore: qui la preghiera di Maria si fa stupendo cantico di lode. “L’anima mia magnifica il Signore”: Maria “fa grande”, loda il Signore e il suo spirito “esulta”, gioisce in Dio, suo salvatore: la gioia interiore di Maria prorompe in canto, diventa lode e gratitudine, ringraziamento per le “grandi cose” che ha fatto in Lei l’Onnipotente. Da questa finestra aperta sul suo Cuore Immacolato – che è il canto del Magnificat – vediamo dunque come la preghiera di Maria si arricchisca di queste due dimensioni fondamentali: la lode e il ringraziamento; esse sgorgano spontaneamente dal suo Cuore umile e consapevole che tutto è dono di Dio. Proprio grazie all’umiltà di Maria, alla sua piccolezza, Dio ha potuto compiere grandi cose in Lei.
Spostiamoci, adesso, alle Nozze di Cana, dove vediamo entrare in azione non solo la dolcezza e la delicatezza materna di Maria (sempre attenta ai più piccoli dettagli, sempre pronta ad esclamare: “non hanno più vino”, quando la gioia viene a mancare nella nostra vita); a Cana viene anche mirabilmente rivelata la potenza della sua preghiera di intercessione, che affretta l’”ora” di Gesù. Davvero Maria è “Omnipotentia supplex”, Onnipotenza Supplice, come ricordava anche Giovanni Paolo II (il 31 Maggio 1987, alla solenne conclusione del mese mariano in Vaticano). Maria tutto ottiene dal Cuore di suo Figlio Gesù: la sua è preghiera onnipotente, preghiera che accelera i piani di Dio… preghiera che cambia il mondo.
Infine, andiamo verso altre “nozze”: le nozze tra Gesù e la sia Chiesa; ma – possiamo anche dire – le nozze tra Gesù e ogni singola persona, consumate questa volta sulla croce. E, sotto la croce, nuovamente, troviamo Maria, associata fino alla fine all’opera della Redenzione. In quel momento drammatico, la sua preghiera si fa offerta silenziosa, si fa sofferenza offerta nell’amore per la salvezza del mondo. Maria non vacilla, la sua preghiera rimane forte e fedele fino alla fine, fino a quando la spada profetizzata dal vegliardo Simeone trafiggerà in profondità il suo Cuore Immacolato, fino a quando riceverà tra le sue braccia il Figlio morto, deposto dalla croce.
Sono le doglie del parto, in cui Maria estende la sua maternità a tutti gli uomini. La sua preghiera si è trasformata in straordinaria fecondità. E ancora, la sua preghiera si fa silenziosa attesa, piena di dolore ma anche colma di speranza, nella fiduciosa certezza di riabbracciare finalmente il Figlio amato, vittorioso sulla morte, fino al ricongiungimento definitivo per l’eternità, una volta assunta in corpo e anima e incoronata Regina del Cielo e della terra.
E così, terminato il nostro “viaggio” all’interno del suo Cuore Immacolato, possiamo concludere come abbiamo iniziato: “Maria custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Tutta la sua vita non è stata altro che tenere gli occhi del suo Cuore fissi sulla vita del suo Figlio Gesù. In altre parole, non è stata altro che un continuo “Rosario”: “i ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati quei ricordi a costituire, in un certo senso, il Rosario che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena”( Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae”).
Ecco perché il Rosario è la sua preghiera preferita…
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