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Meditare con SANTA TERESA D'AVILA

La meditazione è il mezzo donato dalla Provvidenza per acquistare la perfezione

di padre Eugenio Pozzoli icms

 

Il 15 ottobre la Chiesa celebra la memoria liturgica di santa Teresa di Gesù, vergine e Dottore della Chiesa, riformatrice dell’Ordine Carmelitano, mistica e maestra di vita spirituale e di preghiera. Proponiamo alcuni suoi pensieri sull’orazione.

Ognuno di noi a suo modo “medita” su fatti, persone, comportamenti che lo riguardano. “Meditare” è riflettere attentamente, a fondo, per capire, per scoprire, per possedere la verità, il bene che ci attira, la persona che si ama.

E’ però importante precisare un aspetto nella meditazione “cristiana”. Mentre nella meditazione di un filosofo, di uno scienziato, di un ricercatore prevale soprattutto lo scopo di conoscere o di scoprire la verità o la struttura delle cose, delle leggi della natura, degli eventi della storia ecc., nella meditazione cristiana prevale lo scopo di “amare”. Questa è l’essenza della meditazione cristiana, che ruota attorno ad un unico obiettivo che è l’amore riversato a noi da Dio, per mezzo di Gesù Cristo.

Concetto di orazione

“Orare” in latino è “pregare”. Nel concetto comune pregare è recitare preghiere. Per santa Teresa d’Avila pregare non è questo; parlando della preghiera essa si rifà alla terminologia latina di “pietas”, ovvero “amore”. Dunque nell’orazione, secondo santa Teresa d’Avila, pregare equivale ad amare! Non una recita verbale ripetuta, meccanica, mnemonica, ma l’espressione intima a Dio dei nostri sentimenti personali! Con quella libertà e confidenza che Gesù stesso ci consiglia e ci ha conquistato: quella di figli verso il loro Padre.

Nella Vita scritta dalla Santa stessa, al cap.8 paragrafo 5, S. Teresa tratta dell’orazione mentale e, parlando di coloro che già la praticano, scrive:

“Posso dire soltanto quello che so per esperienza: cioè, che chi ha già cominciato a fare orazione non pensi mai più di tralasciarla, malgrado i peccati in cui gli avvenga di cadere. Con l’orazione potrà presto rialzarsi, ma senza di essa sarà molto difficile. Non si faccia tentare dal demonio a lasciarla per umiltà, come ho fatto io, e si persuada che la parola di Dio non può mancare.

Se il nostro pentimento è sincero e proponiamo di non offenderLo più, Egli ci accoglie nell’amicizia di prima, ci fa le medesime grazie di prima e alle volte anche più grandi, se la sincerità del pentimento lo merita”.

Anche a chi già prega può capitare di dire: “chi sono io per parlare con Dio? Che ci parlino i Santi, i preti, i religiosi, le persone in gamba…non io!” In questo tranello cadde anche la Santa Madre, a quanto scrive. Ma la parola di Dio è immutabile: Dio non cambia, siamo noi a cambiare. Ricordiamo s. Pietro: dopo la sua Resurrezione, Gesù gli chiede per tre volte: “Pietro, mi ami tu?”, quasi per ricordargli di essere stato da lui rinnegato.   E lui, con tutta umiltà: “Signore, Tu sai che ti amo”. E Gesù gli conferma il primato nella Chiesa! Mica ritratta, mica pensa di sostituirlo con Giovanni o con chiunque altro dei 12… “Tu sarai la pietra di fondamento della Chiesa”…Dio non ha paura dei nostri peccati. Ha paura che ci avvenga come a Giuda, di non pentirci così da non ricercare il Suo perdono! Egli teme che perdiamo la nostra confidenza in Lui. A volte ci fa grazie più grandi dopo il peccato!

Santa Teresa continua dando un consiglio fondamentale anche a coloro che ancora non si sono accostati all’orazione mentale e dice:

“Quanto a coloro che non hanno ancora cominciato, io li scongiuro per amore di Dio di non privarsi di un tanto bene. Qui non c’è nulla da temere, ma tutto da desiderare.

Anche se non facessero progressi (nell’orazione), né si sforzassero di essere così perfetti da meritare i favori e le delizie che Dio riserva agli altri, guadagnerebbero sempre con imparare il cammino del cielo; e perseverando essi in questo santo esercizio, ho molta fiducia nella misericordia di quel Dio che nessuno ha mai preso invano per amico, giacché l’orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui da cui sappiamo di essere amati”.

 La santa suggerisce sentimenti di fiducia nella misericordia di Dio. Questo è un atteggiamento che deve durare tutta la vita. Fidarsi di Dio. Si tratta di Amore intimo, come abbiamo letto, frequente, perché l’orazione non va fatta qualche volta e poi rimandata a chissà quando, aspettando che dia poi chissà quali frutti! E’ buona cosa durante il giorno richiamare il pensiero che ci ha interessato e il proposito che abbiamo formulato durante la preghiera, per continuare la giornata alla Sua presenza, con Lui.

Sapere di essere amati significa stare in compagnia con una Persona vera e viva, Colui dal quale sappiamo di essere amati! Nell’orazione ci siamo noi, Dio Padre, Gesù, la Madonna, talvolta i Santi,   ed è il cuore che parla, non solo la mente. La Santa nei suoi scritti ripete questo concetto: “l’orazione non consiste nel molto pensare, ma nel molto amare”. Quindi non si richiede una cultura, bensì capacità di amore.

L’orazione tocca tutta la vita dell’uomo, tutta la nostra vita cristiana, la nostra santità ma anche quella della Chiesa e del mondo.

Ricordiamo che tante volte la nostra preghiera prende una sfumatura vuota, inefficace, perché non pensiamo di riferirci ad una Persona viva e reale, che a sua volta ci ascolta con grande amore e ci risponde.  A volte diciamo: “Sì, sì, ho pregato, ma poi Dio mi avrà ascoltato?”

Ricordiamoci che è Lui che ci spinge a pregare! Ed è Lui che ascolta e risponde. Nessuno dubita che l’amico migliore non lo ascolti quando gli rivolge la parola o gli fa una confidenza. “Dio è amore”, ci rivela S. Giovanni evangelista, e l’Amore come ci risponde? Primariamente attraverso le Sacre Scritture e le situazioni della vita quotidiana; a volte dopo ore e giorni, a volte immediatamente, dandoci luci insperate e preziose, per la conoscenza della Sua Parola e della Sua Persona, per una più profonda comprensione del mondo e del Suo Amore per noi.

A volte non udiamo le sue risposte perché parliamo, parliamo. Proviamo a fare silenzio e pensare solo a quello che ci ha detto nel Vangelo o negli scritti dei Santi. Prima o poi faremo l’orecchio a quella voce senza suono eppure così loquace!

Riassumendo il metodo di orazione di santa Teresa: la meditazione è il mezzo donato dalla divina Provvidenza per acquistare la perfezione. Considerando la vita di Gesù Cristo, la sue parole, azioni ed atteggiamenti, conosciamo noi stessi, vediamo con più chiarezza i nostri pregi e le nostre debolezze. E’ allora che ci incamminiamo a lavorare su noi stessi per diventare come il Signore desidera, nella certezza che ad ogni persona è stata data la possibilità di raggiungere il suo vero fine e che questo richiede da parte di ciascuno la libertà di afferrare con risolutezza la propria vita e intraprendere un cammino di trasformazione verso il centro: Cristo Gesù.

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