Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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di Alessandro Giannetti
L’Evangelista Luca racconta brevemente, ma in modo circostanziato, la nascita di Gesù: “In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo”.
Giuseppe e Maria non vengono accolti nell’albergo e trovano ricovero in una grotta, che, verosimilmente, all’epoca costituiva una pertinenza sul retro delle abitazioni di Betlemme ove erano riparate le “preziose” bestie da soma, come il bue e l’asinello, in modo che non venissero rubati. L’unico posto era, quindi, il rifugio per gli animali sul retro dell’alloggio dove nasce il Bambino Gesù. Il proprietario dell’albergo non li riconosce e probabilmente rifiuta loro l’accoglienza vedendoli modesti e umili, gli ultimi nella scala sociale dell’epoca, ove gli animali da lavoro sono considerati più importanti di un piccolo sconosciuto bimbo inerme con i sui genitori.
Il Dio Forte viene al mondo nella debolezza e nella povertà, attende con pazienza e misericordia che l’uomo lo accolga.
Tante volte anche ciascuno di noi, come a quel tempo, non riconosce Gesù nel prossimo che ci è accanto: in famiglia, a scuola, nel lavoro e in ogni altro momento della quotidianità. In tal modo il cuore dell’uomo si indurisce e non produce “frutti” spirituali e materiali, rifiuta di aprirsi e di abbandonarsi alla volontà e al messaggio di fraternità e accoglienza che Dio ci insegna.
Il Natale che celebriamo non è una ricorrenza storica “filantropica”, bensì l'evento misterioso e straordinario che segna l'inizio, nel tempo, della salvezza dell’umanità che lo accoglie: un Bambino, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, un povero come tanti, un escluso, discriminato come molti, assieme a sua madre Maria e a Giuseppe, perché "non c'era posto per loro nell'albergo": non lo hanno riconosciuto.
È difficile ascrivere al Piccolo di Betlemme tanta potenza e grandezza, ma noi sappiamo che il Cristo, Figlio di Dio e della Beata Vergine Maria, è il vincitore del peccato e della morte, il liberatore e salvatore dell'uomo, l’unico che dona pace all'umanità, perché Lui è la Pace, quella vera che ha riconciliato l'uomo e tutta la creazione con Dio Creatore e Padre.
Il Bambino Gesù si manifesta a persone come Lui, i pastori, gente senza una dimora fissa, giudicata impura per il continuo contatto con gli animali. Si rivela con l'annuncio degli angeli: "C'erano in quella regione alcuni pastori, che vegliavano, di notte, facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato, nella città di Davide, un salvatore, che è il Cristo Signore»".
Improvvisamente il buio di una notte apparentemente insignificante si illumina dell’immensa Luce del Salvatore, è la notte della Natività e i pastori, che in quel tempo non avevano - come detto - alcun peso nella società, diventano, secondo il progetto di Dio, i primi testimoni e destinatari della Rivelazione e, per primi, dopo Maria e Giuseppe, contemplano e adorano il mistero del Dio fatto Uomo.
Alle generazioni di qualsiasi tempo, cultura e appartenenza sociale, Gesù Cristo, il Salvatore, insegna a rinnegare l'empietà, a vivere nel mondo con sobrietà, giustizia e pietà, aprendo il cuore alla speranza nell'attesa della manifestazione della gloria del nostro grande Dio!
Oggi più che mai noi cristiani siamo chiamati a “riconoscere” il S. Natale come un progetto di vita, il grande Evento di gioia ed esultanza per la nascita del Salvatore, difendendolo con coraggio dalle insidie del relativismo e dalle tragedie del tempo presente che vorrebbero ridurlo a un “prodotto consumistico”.
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
SECONDA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
TERZA PARTE
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La Rivista ufficiale della
Famiglia del Cuore Immacolato di Maria
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