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Non c’è tempo da perdere

Editoriale del MARIA DI FATIMA - n°5, Luglio/Agosto 2020

MARIA DI FATIMA - n°5, Luglio/Agosto 2020

EDITORIALE

di p. Mario Piatti, icms

 

Non c'è tempo da perdere

Un Inno, che si recita all’inizio dei Vespri -la preghiera serale della Chiesa-, pone sulle nostre labbra queste parole: “Al sorger della luce ci chiamasti al lavoro nella mistica vigna…”. La liturgia è un intreccio straordinario di espressioni, sempre dense di significato, attinte direttamente dalla Sacra Scrittura o provenienti dalla Tradizione viva dei Padri.

Se ci fermassimo a meditare anche solo il breve inciso, appena citato, una sorgente inesauribile di luce e di Grazia scaturirebbe dal nostro cuore, richiamando alla mente la bellezza e la forza delle verità, rivelateci da Dio e proposte ai credenti dalla sapienza bimillenaria della Chiesa. La giornata trascorsa, al di là delle apparenze e sotto il velo superficiale delle “cose da fare”, rivelerebbe improvvisamente il suo autentico volto, riempiendo il cuore di stupore e di gratitudine. Il tempo non è soltanto un intenso susseguirsi di attività, di impegni, di preoccupazioni, che riempiono le ore quotidiane -dall’alba al tramonto- ed esigono la nostra responsabilità, provocando spesso tensioni, a volte malumori o stress.
Tutto quello che abbiamo vissuto, fin dalle prime battute mattutine, trova la sua ragione e il suo senso nel Cuore di un Padre, che ci ama immensamente e che affida a ciascuno un compito, anzi una vera e propria missione. Dovunque siamo, qualunque sia il nostro lavoro, in tutta l’infinita varietà di situazioni che ogni giorno affrontiamo e che costituiscono la trama e l’ordito della nostra esistenza, ci accompagna la provvidente mano di Dio, che sapientemente guida i nostri passi e che sollecita l’adesione di tutto il nostro essere ai suoi progetti di amore.

Non siamo mai disoccupati, agli occhi suoi; non possono esistere “sfaccendati” o pigroni o “perdigiorno” per chi considera la realtà secondo la “prospettiva del Cielo”. La vita, nella sua apparente banalità, rivela tesori insospettati di Grazia, che subito la rendono appassionante, fragrante, degna di essere assaporata, istante dopo istante.
Ogni azione è una occasione per rendere lode a Dio, per crescere in qualche virtù (tra tutte, probabilmente, la pazienza…), per arricchire il cuore di un frammento nuovo di luce, per fare del bene a chi si trova accanto a noi, per ricevere qualche buon esempio dal nostro prossimo e -speriamo- per poterne dare anche noi qualcuno agli altri.
Spesso perdiamo tempo a “piangerci addosso”, a sognare mondi e realtà ideali, a rimpiangere le tante occasioni perse, a recriminare presunte ingiustizie subite: e intanto il tempo scorre comunque, se ne va in silenzio, come un fiume che lentamente procede verso il mare. Sciupiamo il tempo a lamentarci, passiamo la vita “perdendo il tempo”, l’unico tempo che abbiamo, invece di scoprirne la preziosità e l’unicità. Perdiamo il tempo, che è santo, amabile, bagnato e fecondato dal Sangue stesso di Cristo, corredato da una infinita fioritura di doni e di grazie.

Ogni giorno è come un preludio di eternità, posto nella nostra vita, che attende ancora di sprigionare tutta la sua potenzialità di bene e tutta la sua freschezza.

Dice il Vangelo: “Voi siete la luce del mondo… risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,14-16). Se pensiamo ai Pastorelli di Fatima, riconosciamo quanto queste parole di Gesù si siano impresse nel loro cuore e siano diventate il tessuto stesso della loro vita. Non hanno perso neppure un attimo della loro esistenza, l’hanno consacrata tutta a Dio, attraverso il Cuore Immacolato della Vergine Maria, e sono diventati “luce” per una infinita schiera di anime.

Francesco e Giacinta, pur nella loro tenerissima età, e Lucia, nei lunghi anni che la Provvidenza le ha elargito, hanno speso tutto per amore, solo per amore: di Dio, di Maria Santissima, dei “poveri peccatori”. Guardando a loro, impariamo a lamentarci di meno e ad amare di più. E a rendere gloria a Dio, che proprio a noi -proprio in questa epoca tanto contradditoria, proprio nel dramma del coronavirus e nelle incognite di un futuro sempre più incerto- continua a elargire “giorni di Grazia”, bagnati dal Sangue del suo Figlio e benedetti dal Cuore di sua Madre.

 

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