Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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Molto umani, molto divini - II parte
Tratto dal sito “Opus Dei”
II parte
Continuità e sintonia
Un’altra componente indispensabile dell’amicizia è la continuità della relazione, perché due interiorità non si aprono all’improvviso. Le cose importanti hanno bisogno di tempo per mettere radici e crescere in un cuore umano. Alcune volte ci sembra di aver trovato un nuovo miglior amico, ma in realtà in questa relazione deve ancora crescere. «Occorre molto tempo per parlare, stare insieme, conoscersi... Lì si forma l’amicizia. Solo con questa pazienza l’amicizia può essere reale» [7].
Gli amici vogliono vedersi, stare insieme, poter condividere ciò che ha un valore per ognuno di loro. Agli apostoli piaceva stare con Gesù non solo perché lo consideravano il Messia di Israele, ma perché erano buoni amici. Non lo seguivano solo per convinzioni storiche o intellettuali, ma perché Gesù era diventato parte della loro vita: «Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia» (Gv 16, 22).
Gli incontri e la comunicazione col passare del tempo vanno irrobustendo l’amicizia fino a renderla solida, anche nel caso di lontananza. Allora si genera una particolare sintonia tra gli amici, perché ognuno comunica spontaneamente all’altro i beni che riempiono la propria vita. Questa è la strada per cui si arriva ad apprezzare ciò che l’altra persona apprezza, a godere delle sue cose; e anche, naturalmente, a rattristarsi per ciò che gli causa tristezza. L’amico attrae sinceramente l’altro, non lo convince né lo raggira mascherando di amicizia altri interessi.
Le virtù per la convivenza
San Tommaso d’Aquino dice che «tra le cose del mondo non ce n’è una che si possa degnamente preferire all’amicizia, perché essa è quella che unisce ai virtuosi, e mantiene e innalza la virtù» [8]. La via della virtù è un’alleata delle relazioni di amicizia: quelli che coltivano l’immagine di Dio nella loro vita si riconoscono facilmente tra loro e tendono a condividere questa bellezza interiore.
Non c’è dubbio che alcune di queste virtù sono più adatte a predisporre questo cammino o a farlo crescere: sono le virtù della convivenza. «Questo clima di amicizia, che ognuno è chiamato a portare con sé, è frutto della somma di tanti sforzi per rendere la vita gradevole agli altri. È importante crescere in affabilità, gioia, pazienza, ottimismo, delicatezza e in tutte le virtù che rendono amabile la convivenza, perché così le persone possano sentirsi ben accolte ed essere felici: Una bocca amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile attira i saluti (Sir 6, 5). La lotta per migliorare il proprio carattere è condizione necessaria perché nascano più facilmente rapporti di amicizia» [9].
Non sempre è facile distinguere quali aspetti della propria personalità debbono essere modellati nell’ambito dell’amicizia o quali debbono essere tollerati – e anche amati – dall’amico. Forse non è necessario fare troppe distinzioni, ma è meglio lavorare su se stessi, cosa che è alla nostra portata: se sono timido, cercherò di essere più estroverso; se ho reazioni violente, mi impegnerò ad ammorbidirle; se ho la tendenza a essere indifferente, cercherò di manifestare chiaramente quello che sento, ecc. Quello che in ogni caso non porterebbe molto lontano sarebbe rimanere in una ostinata affermazione del proprio io. San Josemaría invitava tutti a non cadere in questa trappola: «A volte pretendi di giustificarti, dicendo che sei distratto, svagato; o che, per carattere, sei arido, riservato. E aggiungi che, per questo, non conosci a fondo neppure le persone con le quali convivi. – Senti: questa scusa non ti lascia tranquillo, non è vero?» [10].
* * *
Ogni amicizia è un dono che si riceve, e quando viene accettata diventa un dono per l’altro. È una caratteristica dell’amore: può darlo solo chi prima lo ha ricevuto. Anche l’amore che Cristo offre ai suoi apostoli è preceduto da quello che è stato dato a lui: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi» (Gv 15, 9). Perciò, oltre a crescere in tutte le virtù che ci aiutano ad aprirci agli altri, la cosa più importante per essere veri amici è approfondire l’amore di Dio per noi. Man mano che aumenta questa relazione di intimità, la capacità di amare gli altri si amplia. «Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili, sono un unico comandamento. Entrambi però vivono dell'amore preveniente di Dio che ci ha amati per primo [...]. L'amore è “divino” perché viene da Dio e ci unisce a Dio e, mediante questo processo unificante, ci trasforma in un Noi che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia “tutto in tutti” (cfr. 1 Cor 15, 28)» [11].
[7] Papa Francesco, Intervista, 13-IX-2015. Il testo completo si trova nel sito web dell’Agencia Informativa Católica Argentina.
[8] San Tommaso d’Aquino, Del governo dei principi, I, X.
[9] Mons. Fernando Ocáriz, Lettera pastorale, 1-XI-2019, n. 9.
[10] San Josemaría, Solco, n. 755.
[11] Benedetto XVI, Enc. Deus Caritas est, n. 18.
SAN BERNARDINO E IL CRISTOGRAMMA IHS
La devozione per il Santo Nome di Gesù
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
PRIMA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
SECONDA PARTE
LA VERGINITÀ PERPETUA DI MARIA
TERZA PARTE
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