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PRESENTAZIONE della B.V. MARIA

L’offerta radicale della sua vita a Dio

di Marzia Amato

La memoria liturgica del 21 novembre, che richiama l’episodio della consacrazione di Maria al servizio del Tempio di Gerusalemme – e quindi la sua offerta radicale a Dio – rievoca l’ideale della Vita Consacrata e di quella Claustrale, in particolare. 

Per tale motivo la Chiesa universale dal 1953, in questo giorno, celebra la Giornata Pro Orantibus, invitando a pregare per i contemplativi, per chi dedica la sua vita terrena alla contemplazione, che è “sguardo di fede fissato su Gesù”. Come diceva al suo santo Curato un contadino di Ars, in preghiera davanti al Tabernacolo: “Io lo guardo ed egli mi guarda”

Secondo i Protovangeli e gli scritti apocrifi, la Madonna fu presentata dai genitori al tempio di Gerusalemme all’età di un anno e vi fu ricondotta a tre anni per esservi allevata, ricevendo la benedizione del Sacerdote.

Sui genitori di Maria, Gioacchino e Anna, tutte le notizie giunteci (compresi i loro nomi) sono ricavate appunto da testi “apocrifi”, come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo. Pur non essendo ispirati, come i quattro Vangeli “canonici”, quegli antichi scritti contengono diverse informazioni, che la Chiesa, nella sua sapienza, ha accolto nella Tradizione, come plausibili. 

Anna – si racconta – pare fosse figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di Elisabetta e dunque nonna di Giovanni Battista. Gioacchino viene descritto come uomo virtuoso e molto ricco della stirpe di Davide: egli era solito offrire una parte del ricavato dei suoi beni al popolo e una parte in sacrificio a Dio. 

Entrambi vivevano a Gerusalemme. Sposati, Gioacchino e Anna non ebbero figli per oltre vent’anni. Non generare prole, per gli Ebrei, in quell’epoca, era segno della mancanza della benedizione e del favore di Dio; perciò, un giorno, nel portare le sue offerte al Tempio, Gioacchino venne redarguito da un tale Ruben (forse un Sacerdote o uno Scriba): indegno, per non avere procreato, infatti, secondo quell’uomo non aveva il diritto di presentare le sue offerte. Gioacchino, umiliato e sconvolto da quelle parole, decise di ritirarsi nel deserto e per quaranta giorni e quaranta notti implorava Dio, fra lacrime e digiuni, di dargli una discendenza. 

Anche Anna trascorse giorni in preghiera, chiedendo a Dio la grazia della maternità.

Arrivò l’annuncio della nascita di Maria: le suppliche di Gioacchino e di Anna lassù erano state ascoltate. Un Angelo apparve separatamente a entrambi e li avvertì che stavano per diventare genitori. (v. Dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, 8 dicembre 1854)

L’incontro sulla porta di casa fra i due, dopo tale atteso annuncio, si arricchisce di dettagli leggendari. Il bacio, che i due sposi si sarebbero scambiati, è stato tramandato dinanzi alla Porta Aurea di Gerusalemme, il luogo in cui, secondo una tradizione ebraica, si manifestava la presenza divina e si sarebbe manifestato l’avvento del Messia (attraverso questa porta Gesù avrebbe fatto il suo ingresso nella Città Santa, la Domenica delle Palme).

Ubbidendo alla Legge – e così come avevano promesso nelle loro preghiere – quando Maria compì 3 anni, Gioacchino e Anna, per ringraziare Dio, la presentarono al Tempio, per consacrarla al servizio del Tempio stesso. Anche attraverso tale servizio al Signore, Maria preparò il suo corpo, ma soprattutto la sua anima, ad accogliere il Figlio di Dio, sotto l’azione dello Spirito Santo, della cui Grazia era stata riempita già nella sua Immacolata Concezione, e sarebbe divenuta la Madre di Dio, attuando in se stessa la parola di Cristo: 'Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano'.  (Lc 11,27-28)

Oltre al servizio al Tempio, occorre rilevare l’umiltà con cui Anna e Gioacchino condussero Maria al tempio: «Dio volle che tutta la gloria e la maestà di questa processione fosse invisibile e divina, poiché i misteri di Maria Santissima furono così sublimi e nascosti che ancora oggi molti di essi continuano ad essere tali secondo gli imperscrutabili giudizi del Signore, il quale ha stabilito il tempo opportuno per ogni cosa». (Venerabile Maria di Agreda nella Mistica Città di Dio).

Ricordando la Presentazione della Vergine al Tempio, è infine importante meditare sul legame strettissimo che esiste tra Maria e la Chiesa, costituito dalla sua inestimabile santità. 

 Guardare a Lei, vuol dire guardare al modello più fulgido della vita cristiana: Ella non solo ubbidisce alla Legge, ma diventa punto di riferimento per il nostro camminare nel Tempio del Signore, che è la Chiesa.

Lo dice il Concilio: “I fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti” (Lumen Gentium 65).

Buona Festa della Presentazione di Maria Santissima al Tempio!

 

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