Pillole di SpiritualiTà
Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace. (dalle Memorie di suor Lucia)
NEWS
DIGIUNO ED ELEMOSINA: «LE DUE ALI DELLA PREGHIERA»
di Mariastella Vanella
Una composta fila di fedeli, a passo lento, si avvicina al sacerdote che cospargerà, sul loro capo chino in segno di pentimento, un pizzico di cenere, ottenuta bruciando rametti di ulivo benedetti durante la Domenica delle Palme dell'anno precedente. Il Sacerdote accompagna la caduta delle ceneri sulla testa dei devoti tracciando una croce e pronunciando questa frase: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”, oppure “Convertiti e credi al Vangelo”.
La cenere simboleggia la natura mortale dell'uomo, la sua caducità, la sua fragile condizione di fronte al Signore e la volontà di pentirsi dei propri peccati. Con il Mercoledì delle Ceneri inizia la Quaresima, il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua, in cui si è invitati particolarmente alla conversione. Durante il periodo di Quaresima ogni venerdì si osserva l’astinenza dalle carni per ricordare la morte di Gesù, tradizione che risale dall’Antico Testamento. Digiuno e astinenza delle carni sono di precetto anche il Venerdì Santo, mentre per i venerdì del tempo quaresimale, che non siano quello Santo, va rispettata soltanto l’astinenza delle carni. Tutti i Cristiani sono esortati sì al digiuno, alla preghiera intesa come Messa e via Crucis, ma anche all’elemosina come aiuto verso i più bisognosi. Sant’Agostino diceva che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera», che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio.
La Quaresima richiama alla mente il ricordo dei quaranta giorni di Gesù nel deserto, della sua lotta con il demonio e della sua vittoria sul tentatore; i quaranta giorni del diluvio universale; i quaranta giorni passati da Mosè sul monte Sinai; i quaranta anni in cui il popolo di Israele impiega prima di giungere alla Terra Promessa, i quaranta giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al Cielo. Il ritornare del numero “quaranta” sembra che rappresenti l’accompagnare Gesù nella Sua vita, nella Sua passione, nella Sua morte, nella Sua resurrezione, nella Sua ascesa al Cielo, consapevoli che la vita cristiana è una strada da percorrere, non una legge da osservare: una via, nella quale, incontrando Cristo, si è portati ad accoglierLo, seguirLo, amarLo.
La Quaresima di quest’anno sarà incastonata in un anno speciale, quello del Giubileo 2025, l’Anno Santo, un tempo particolare per ritrovare il coraggio di ricominciare, lasciando spazio a Gesù nella nostra vita, tornando al Vangelo, affidandoci alla preghiera, vivendo la carità come segno di speranza. Il Giubileo ha sempre rappresentato nella vita della Chiesa un evento di grande rilevanza spirituale, ecclesiale e sociale. Il primo Anno Santo, fu istituito da Bonifacio VIII, nel 1300 ed aveva una ricorrenza secolare; in seguito, diventò cinquantennale, per arrivare agli attuali venticinque anni. In questo tempo di grande Grazia, caratterizzato dal perdono dei peccati, dall’indulgenza - espressione della divina misericordia - il fedele popolo di Dio vive questa celebrazione come dono e opportunità, una chiamata a riscoprire la fede e la speranza nel Signore.
Il motto scelto da papa Francesco: “La speranza non delude” ci spiega come la speranza sia la motivazione profonda del Giubileo, quella speranza che viene dal Signore e ci porta conforto, sostegno e consolazione. La speranza non solo è un aspettare fiduciosi che ciò che desideriamo si realizzi; e nemmeno un sentimento, che ci spinge a pensare che il futuro sia migliore guardando in avanti con ottimismo; né un atteggiamento positivo, che ci aiuti ad affrontare i problemi e a cercare soluzioni. La speranza è una grande virtù teologale, che si regge sulla fede per aiutarci a vivere con fiducia e stabilità. Il Giubileo del 2025 invita tutti alla speranza, ci sprona a fare di tutto perché ognuno di noi riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante, con lo sguardo rivolto al Cielo, perché è certezza di ogni cristiano che la Speranza è Dio.
La Quaresima, che ci apprestiamo a vivere, sarà il tempo più adatto a fortificare la preghiera, perché solo corroborando la preghiera possiamo rinnovare e ravvivare la speranza, diventando testimoni del tempo nuovo, in un tempo in cui Dio “fa nuove tutte le cose”. Le nostre fragilità, gli scoraggiamenti, le delusioni, le cadute, i momenti in cui si vorrebbe rinunciare, desistere e cedere, hanno una sola fonte: la mancanza di speranza. È questa assenza che ci impedisce di guardare al futuro, che distoglie il nostro sguardo da Dio, da quell’unico obiettivo preciso che ci sorregge, che ci permette di andare avanti senza l’assillo delle difficoltà che, inesorabilmente, si possono incontrare lungo il cammino. Volendo rubare un’espressione, già conosciuta da molti, potremmo dire: “la fede è credere sperando e sperare credendo”.
Affidiamo il nostro cammino alla Vergine Maria, Madre della Speranza, perché ci accompagni in questa Quaresima e ci conduca gioiosi alla luce della Pasqua, sperando e credendo.
RICORDATI CHE DEVI VIVERE
Nella brezza leggera del mattino di Pasqua
“LA PACE COMINCIA DA OGNUNO DI NOI” … “Viviamo bene e i tempi saranno buoni”
Discorso del Santo Padre Leone XIV agli operatori della comunicazione
13 MAGGIO: il testo dell'Apparizione e il Santo Rosario meditato
Nell'anniversario dell'apparizione della Madonna a Fatima
A proposito del Convegno Generale FCIM…
Riflessioni e suggestioni da Sacrofano
Con una piccola donazione puoi riaccendere la speranza di uomini, donne e bambini in Brasile e, anche in Italia...
La Rivista ufficiale della
Famiglia del Cuore Immacolato di Maria
Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace. (dalle Memorie di suor Lucia)