Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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di P. Luigi Polvere icms
È certamente un giorno un po’ scomodo il Sabato Santo. É un giorno di silenzio e di dolore, é il giorno dell’attesa e a nessuno piace attendere. Questo mondo frenetico ci abitua a correre e tutto deve essere immediato, a disposizione, sempre secondo i nostri schemi e a nostra misura; ma le opere di Dio maturano nel silenzio e nella pazienza, crescono nel nascondimento e danno frutto a suo tempo. Il Re dei re, Colui che é Signore del tempo e della storia, ha voluto sottomettersi all’impotenza della morte, ha sperimentato l’abbandono e la lontananza da Dio, é entrato nel buio del sepolcro perché nessuno uomo possa mai sentirsi solo; e tutto questo per dimostrarci che persino nei luoghi più oscuri e dolorosi Egli è pronto ad accendere una luce. Come ci ricorda il salmo: “Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce”. (Sal 139,8-12)
Possiamo dire che tutto ció che Dio realizza nella nostra vita porta sempre in sé questa triplice logica: morte, sepoltura e risurrezione. Noi vorremo sempre saltare alla gloria senza passare né dalla morte, né dall’attesa... ma non si puó. Il chicco di grano deve morire e marcire nella terra per poter dare frutto. È un passaggio obbligato e ogni buon contadino lo sa. Per questo non si preoccupa quando non vede piú il seme o quando lo vede scomparire nella nuda terra, ma continua ad avere fiducia e a proteggere la sua semina fino al giorno glorioso della fioritura.
Allora, anche noi sull’esempio di Maria Santissima, siamo chiamati a proteggere quel seme, a credere nella sua potenza. In questo giorno - e in tutti i “sabati santi” della nostra storia - quando sembra che Dio dorma, che sia impotente, che tardi a manifestarsi, siamo chiamati a non perdere la speranza, ad attendere con fiducia perché Dio sa quello che fa, mantiene sempre le sue promesse e con le nostre preghiere - come ha fatto Lei - affrettare l’alba della Resurrezione. “Io salirò fino ai piedi della Croce, mi stringerò al Corpo freddo, al cadavere di Cristo, con il fuoco del mio amore, lo schioderò con i miei atti di riparazione e con le mie mortificazioni, lo avvolgerò nel lenzuolo nuovo della mia vita limpida, e lo seppellirò nel mio cuore di roccia viva, dal quale nessuno me lo potrà strappare, e lì, Signore, puoi riposare! Quand’anche tutto il mondo ti abbandoni e ti disprezzi, serviam! Ti servirò, Signore!” (San Josemaría Escrivá, Via Crucis, XIV stazione).
Chiediamo alla Madonna che ci aiuti in questo giorno a mantenere viva la fiamma della fede, a ricoprire con l’olio del nostro affetto il corpo di Gesú come le tre donne che vanno al sepolcro. E, allora, mentre siamo ancora incerti e impauriti ascolteremo anche noi una voce che da dentro ci sussurra: “Perché cerchi tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”. Ricordati come ti parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno. Questa é sempre la logica di Dio.
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