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SAN GIOVANNI BATTISTA

La grazia di essere “al secondo posto”. Dopo Dio stesso

«CHE SARÀ MAI QUESTO BAMBINO?»

di Padre Alessandro Ricciardi icms

 

 

Oggi la Chiesa festeggia la nascita di San Giovanni Battista.

Normalmente dei Santi si celebra il “dies natalis”, cioè il giorno della morte; Giovanni Battista è l'unico Santo - oltre la Beata Vergine Maria - di cui celebriamo sia la nascita gloriosa nella casa del Padre dopo la morte, sia il giorno in cui nacque alla vita terrena nella nostra storia.

È il Santo più raffigurato nell’arte di tutti i secoli: non c’è quasi pala d’altare o quadro di gruppo di Santi - da soli o intorno al trono della Vergine Maria - dove non sia presente, rivestito di solito con una pelle d’animale e con in mano un bastone, terminante a forma di croce. Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina. Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”.

Dalla figura del Battista vogliamo trarre due importanti insegnamenti.

 

Il primo, sulla preghiera.

La preghiera è, infatti, il filo conduttore di tutta la sua esistenza. Giovanni è il dono divino lungamente invocato nella preghiera dai suoi genitori, Zaccaria ed Elisabetta (cfr Lc 1,13). Entrambi erano avanti negli anni ed Elisabetta era sterile (cfr Lc 1,7); ma la preghiera ottiene anche ciò che sembra insperabile: nulla è impossibile a Dio (cfr Lc 1,36).                                                                                                                      L’annuncio della sua nascita avviene in un luogo di preghiera, anzi nel luogo più santo della terra, nel cuore del Tempio di Gerusalemme, dove Zaccaria era entrato per fare l’offerta dell’incenso al Signore (cfr Lc 1,8-20).

La nascita del Precursore è segnata anch’essa dalla preghiera: Zaccaria eleva al Signore il suo canto di gioia, di lode e di ringraziamento: il «Benedictus», che recitiamo ogni mattina nelle Lodi. Tutta l’esistenza del Battista, poi, è alimentata dal rapporto con Dio, in particolar modo pensiamo al periodo trascorso nel deserto. Il fatto che fosse considerato dai suoi un uomo che “sapeva pregare”, un vero maestro di orazione, ce lo dice implicitamente il Vangelo, quando riporta la richiesta dei discepoli di Gesù: «Signore insegnaci a pregare, come Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Dunque, la prima domanda: se la preghiera è l’«onnipotenza di Dio messa nelle nostre mani», e se il Battista e la sua famiglia - come tanti Santi - hanno dedicato molto tempo all’orazione, che spazio essa occupa nella nostra vita?

 

Secondo insegnamento: la fedeltà alla propria vocazione.

Luca annota che i vicini e i parenti, avendo udito che il Signore aveva manifestato in Elisabetta la sua grande misericordia, si rallegravano con lei per la nascita di Giovanni. Gioia e stupore furono l’atmosfera che caratterizzò l’avvenimento: la nascita di un bimbo che avrebbe portato un nome che significa "dono di Dio", o anche “Dio elargisce favore”, o anche "Dio è misericordia".

La nascita di ogni bambino è un dono di Dio, non solo per i genitori, ma per tutta l’umanità. È un avvenimento che dovrebbe ogni volta riempire il cuore di meraviglia e di riconoscenza. Ha sempre il sapore di un prodigio, un bimbo che si affaccia alla vita, dopo aver dimorato per nove mesi nel grembo di sua madre. È un essere “sognato da Dio” che arriva tra noi. Come non rallegrarcene? L’atmosfera di gioia e di stupore pervade tutto il brano ed è come un’eco della meraviglia delle persone di tutta la regione montuosa della Giudea: «Che sarà mai questo bambino?».

Già. Cosa ne sarà mai? Chi deciderà della sua vita?

I testi ci spingono ad alzare lo sguardo verso l’Alto: è Dio che dice a Zaccaria il nome con cui chiamare il figlio.  È Dio che gli rivela cosa ha in mente per il piccolo Giovanni, che gli svela il suo futuro: egli preparerà «al Signore un popolo ben disposto». E fu lo Spirito Santo che lo fece profetizzare: «Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparagli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza, per la remissione dei peccati». È Dio, non i suoi genitori, a decidere cosa dovrà essere Giovanni. Essi lo riconoscono, semplicemente, con gioia, come un «dono di Dio»; ma sanno che non appartiene a loro. E il loro Bambino andrà
perfettamente ad occupare, nella storia della salvezza, il posto che Dio gli aveva assegnato.

La vicenda di Giovanni Battista – dal suo concepimento straordinario, al nome che gli fu dato, alla missione ricevuta dal Cielo –, deve aiutarci a comprendere il valore incommensurabile della nostra esistenza. Hai mai riflettuto che anche tu sei un «dono di Dio»? Che, attraverso di te, Dio vuole “usare misericordia” a tanti fratelli e sorelle?

Non sei frutto del “caso”: sei amato e pensato dall’eternità; Dio vigila sulla tua vita e ti chiama a compiere una speciale missione nella storia della salvezza. Tocca a ciascuno di noi preoccuparsi di scoprire, di accogliere e di realizzare tale compito, che coincide con la propria vocazione, lasciandosi aiutare dallo Spirito Santo e dalla Chiesa. E questa è la chiave della felicità piena e della pace del cuore.

Abbiamo una vocazione, una chiamata, che viene da Dio. Non abbiamo angeli o apparizioni a rivelarcela, bensì la concretezza della realtà in cui viviamo, che ci interpella. Non ti rendi conto che le circostanze in cui tu vivi, letteralmente “gridano” che tu agisca, che tu affronti le difficoltà, che tu faccia la tua parte per preparare la venuta del regno di Gesù in tanti cuori?

Il Signore ha in serbo un futuro grandioso anche per te. Risponderai alla sua chiamata? Passerà anche per le tue ginocchia piegate - per la tua preghiera -, per le tue energie e le tue parole il Regno d’amore che Dio vuole diffondere sulla terra?

Oggi, Dio potrà contare concretamente su di te? E come?

 

 

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