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SAN GIOVANNI PAOLO II E LA FAMIGLIA

“Custodire, rivelare, comunicare l’amore” (FC 17)

di Sr. M. Rita Colombo icms

In questo servizio al Popolo di Dio, san Giovanni Paolo II è stato il Papa della famiglia. Così lui stesso, una volta, disse che avrebbe voluto essere ricordato, come il Papa della famiglia. Mi piace sottolinearlo mentre stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con le famiglie».

Queste parole, tratte dall’omelia di Papa Francesco per la canonizzazione di san Giovanni Paolo II, del 27 aprile 2014, ci danno subito l’idea dell’impegno e dell’amore da lui avuti per la famiglia.

Convinto del ruolo insostituibile della famiglia, in tutto il suo Pontificato sollecita un impegno ecclesiale più che mai operoso, per difendere quello che lui considera “bene prezioso”, consapevole che, come afferma nell’esortazione post-sinodale Familiaris consortio, “la famiglia è oggetto di numerose forze che cercano di distruggerla o comunque di deformarla”.

Il mondo e la cultura offrono “proposte seducenti che compromettono in diversa misura la verità e la dignità della persona umana”, rafforzate “spesso dalla potente e capillare organizzazione dei mezzi di comunicazione sociale, che mettono sottilmente in pericolo la libertà e la capacità di giudicare con obiettività” (FC 3). I media spesso “giocano sulle debolezze dell’uomo, rendendolo così sempre più debole e indifeso” (LF 13). A questo deve rispondere l’impegno cristiano, che, con la coerenza della testimonianza, deve essere in grado di comunicare la ricchezza del Vangelo della famiglia.

La cura del Papa polacco per le famiglie si concretizza attraverso documenti, scritti, discorsi e iniziative. Solo per citarne alcuni: la Lettera alle famiglie (LF), scritta nel 1994 in occasione dell’Anno internazionale della famiglia; l’esortazione apostolica Familiaris consortio (FC) (1981); l’enciclica Evangelium vitae; l’istituzione nel 1981 del Pontificio Consiglio per la Famiglia e, nello stesso anno, dell’Istituto universitario Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia.

Cerchiamo di cogliere alcuni tratti dell’insegnamento di San Giovanni Paolo II, attraverso dei passaggi contenuti in documenti e discorsi.

 

Fragilità.

Non si sottovaluta la fragilità della famiglia: alla realtà di un’unione destinata a durare nel tempo, fanno riscontro crisi e fallimenti che si traducono in separazioni, divorzi, con il cumulo di sofferenze affettive, familiari e sociali che ne derivano. Non può non preoccupare, ad esempio, il fenomeno della violenza familiare, che si manifesta in proporzioni allarmanti; e, tra vari altri problemi, anche quello della denatalità. Il Papa esorta le famiglie – sia quelle “riuscite”, sia quelle che faticano – a perseverare sulla strada dell’amore reciprocamente donato e ricevuto.

La famiglia ha un’importanza vitale: «Quando manca la famiglia, viene a crearsi nella persona che entra nel mondo una preoccupante e dolorosa assenza che peserà in seguito su tutta la vita» (LF 2). Il Papa esorta alla preghiera, che «raggiunga anche le famiglie in difficoltà o in pericolo, quelle sfiduciate o divise e quelle che si trovano in situazioni irregolari» (LF 5). A tutte desidera manifestare amore e sollecitudine.

 

L’amore e la comunione.

"Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione personale d'amore. Creandola a sua immagine e continuamente conservandola nell'essere, Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione. L'amore è, pertanto, la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano." (FC). L’amore è la parola chiave: l’essere umano, uomo e donna, «non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé» (LF 11). L’amore umano prende forma unica nel matrimonio tra un uomo e una donna, e qualifica il loro essere sposi, genitori, educatori, in una integrazione continua e reciproca.

Quindi: " È il vangelo dell'amore l'inesauribile sorgente di tutto ciò di cui si nutre la famiglia umana come «comunione di persone»”. (LF). “In una prospettiva poi che giunge alle radici stesse della realtà, si deve dire che l'essenza e i compiti della famiglia sono ultimamente definiti dall'amore. […] Ogni compito particolare

della famiglia è l'espressione e l'attuazione concreta di tale missione fondamentale.” (FC 17).

«Diventeranno una comunione-comunità». L’amore reciproco degli sposi è il senso, la finalità, il movente del matrimonio che fonda la famiglia. «La loro unità, tuttavia, anziché chiuderli in sé stessi, li apre a una nuova vita, a una persona» (LF 8). Dal matrimonio nasce la famiglia: c’é un’inscindibile connessione tra essere sposi ed essere genitori. «I figli da loro generati dovrebbero – qui sta la sfida – consolidare tale patto, arricchendo e approfondendo la comunione del padre e della madre» (LF 7).

 

Educazione.

Giovanni Paolo II sottolinea l’importanza dell’educazione come missione peculiare della famiglia umana.

«Se nel donare la vita, i genitori prendono parte all’opera creatrice di Dio, mediante l’educazione essi diventano partecipi della sua paterna e insieme materna pedagogia». Da qui «prende il via ogni processo di educazione cristiana che, al tempo stesso, è sempre educazione alla piena umanità» (LF 16).

Nell'amore trova sostegno e senso definitivo l'intero processo educativo, come frutto maturo della reciproca donazione dei genitori (che il Papa definisce “geniali costruttori di bellezza”). Mediante le fatiche, le sofferenze e le delusioni, che accompagnano l'educazione della persona, l'amore non cessa di essere sottoposto ad una continua verifica. Per superare quest'esame occorre una sorgente di forza spirituale che si trova solo in Colui che «amò sino alla fine» (Gv 13, 1). Così l'educazione si colloca pienamente nell'orizzonte della «civiltà dell'amore»; da essa dipende e, in grande misura, contribuisce a costruirla." (LF).

 “[…] l’amore crea l’onore, la stima reciproca, la cura premurosa, sia nel rapporto dei figli verso i genitori, sia in quello dei genitori verso i figli, e soprattutto nel rapporto fra i coniugi. In questo modo il matrimonio e la famiglia diventano quell’ambiente educativo, che è assolutamente insostituibile: il primo e fondamentale e più consistente ambiente umano […]. Si può dire che nella famiglia anche l’educazione diventa, in modo spesso inavvertito, un’autoeducazione, perché una sana comunità familiare permette di per sé lo sviluppo normale di ogni persona che la compone” (omelia di Giovanni Paolo II, 29 dicembre 1985 – Parrocchia di San Marco – Roma).

La famiglia si distingue dagli altri gruppi perché coniuga in sé amore, vita ed educazione.

 

Relazioni.

Parlando dell’esigenza fondamentale su cui poggia la vita della famiglia, il Papa afferma: “Si tratta di un'esigenza di comunione. L'essere umano non è fatto per la solitudine, porta in sé una vocazione relazionale, radicata nella sua stessa natura spirituale. […] All'essere umano non bastano rapporti puramente funzionali. Ha bisogno di rapporti interpersonali ricchi di interiorità, di gratuità, di oblatività. Tra questi, fondamentale è quello che si realizza nella famiglia: nei rapporti tra i coniugi, come tra questi ed i figli. Tutta la grande rete delle relazioni umane scaturisce e continuamente si rigenera a partire da quel rapporto.” (Giubileo delle famiglie, 15.10.2000).

Rapporti autentici, anche se a volte costruiti con fatica e perseveranza, si imparano a vivere in famiglia. Il Papa afferma che “La famiglia è il luogo in cui esiste una sensibilità estrema per la verità. Se manca la verità nella relazione, nella comunione delle persone si rompe la comunione, si distrugge la missione.” (Giovanni Paolo II, 30 dicembre 1988 - Porto San Giorgio, Ascoli Piceno).

 

L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia.

Un discorso, quello del Papa, che parte quindi dall’amore, per arrivare alla missione, passando per la comunione, i rapporti veri, la testimonianza della vita. E la missione è ancora quella dell’amore: “La famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa.”(FC 17)

  • Custodire significa proteggere e coltivare l’amore come un dono di Dio.
  • Rivelare significa manifestare attraverso la testimonianza della vita.
  • Comunicare significa fare dell’amore un annuncio gioioso.

Possiamo concludere affermando che il Papa ha saputo rivolgersi alle famiglie con fine e alta sensibilità, entrando in dialogo con loro e intuendone domande e fatiche. Raggiunge la famiglia così come è, perché diventi quello che ancora non è, nel disegno di Dio. Ed esorta a diventare testimonianza vissuta.

La Familiaris consortio termina con un appello: “L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia!”(FC 86)

 

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