Pillole di SpiritualiTà
La grazia di Dio sarà il vostro conforto. (dalle Memorie di suor Lucia)
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di Stefano Battezzati
Angela da Foligno è stata una mistica francescana, vissuta nel XIII secolo ed è stata proclamata Santa da Papa Francesco il 9 ottobre 2013 e ciò attraverso la formula della canonizzazione equipollente.
Questo tipo di canonizzazione avviene con semplice decreto del Pontefice, che approva un culto nato spontaneamente da tempo remoto, senza indagini, processi e senza il verificarsi di un miracolo; e questo quando le virtù eroiche (o martirio) e miracoli del Servo di Dio (o della Serva di Dio) sono raccontati da storici affidabili e la fama della sua miracolosa intercessione è ininterrotta.
Infatti, la vita di Angela da Foligno si presta a mille approfondimenti ed è ricca di tanti spunti da poter essere considerata una vera e propria “miniera”. Così pensavano anche coloro che, dopo la morte di Angela, ne perpetuarono la memoria e ne coltivarono piamente la devozione, che nel corso del tempo si consolidò al punto da diventare un vero culto pubblico. Spontaneamente le venne attribuito, sia dalle autorità ecclesiastiche e civili sia dai fedeli, il titolo di “Beata” o di “Santa” in considerazione della solida fama sanctitatis et signorum da essa goduta nella famiglia francescana e nelle Diocesi di Foligno, dell’Umbria e di altre parti della Chiesa.
Nata a Foligno, appunto, nel 1248, Angela proveniva da una famiglia agiata ma, se pur illetterata, era capace di padroneggiare bene la lingua latina usata a quel tempo. Si sposò ed ebbe numerosi figli, ma intorno al 1288 in breve tempo morirono la madre, il marito, i figli. Fu in quella “solitudine” che, secondo la sua stessa testimonianza, mise fine ad una vita «selvaggia, adultera e sacrilega», e si avvicinò alla fede fino a sentire una forte vocazione.
Vendette i suoi beni e nel 1290 entrò nel Terz’Ordine francescano dedicandosi alle opere di carità. In particolare l’anno 1291 segna la vita della religiosa a motivo del pellegrinaggio compiuto ad Assisi per conoscere l’opera e il carisma di Francesco. Lungo il percorso ebbe una visione che segnerà e cambierà la sua vita.
Sospinta inizialmente dalla paura dell’inferno e dalla necessità del pentimento, trasforma man mano la sua vita in un’ascesa continua verso la santità per la via della croce e dell’amore, fino all’unione totale con la Trinità.
Dopo un periodo di grande penitenza e austerità, la Terziaria francescana, attraverso un intenso cammino spirituale, venne condotta da Dio alle più alte vette dell’esperienza mistica, fino a sperimentare l’inabitazione nella sua anima della Santissima Trinità. Tutte queste cose si trovano esposte nel cosiddetto “Libro della Beata Angela”.
“Ho visto una cosa piena, una maestà immensa, che non so dire, ma mi sembrava che era ogni bene. E mi disse molte parole di dolcezza quando partì e con immensa soavità e partì piano, con lentezza».
Frate Arnaldo, suo confessore, durante gli anni dal 1292 al 1296, assolse il suo compito di seguire la mistica per raccogliere il contenuto delle estasi.
Difficile non pensare alla povertà sociale che, sull’esempio del Santo di Assisi, era per lei un forte rimando alla povertà di Dio fattosi uomo: una povertà che non è diminuzione, ma presenza in tutta la sua divinità e potenza. Come dice Angela, san Francesco è colui che sta ai piedi della croce e ne assume ogni dimensione.
Nel descrivere i modi in cui l’anima umana s’incontra con Dio, osserva che, nelle prime esperienze, l’anima “Lo sente” ma non riesce a vederlo, pur essendo piena di una gioia che non arriva ancora a comunicare agli altri.
Il suo itinerario, non tanto verso Dio, quanto dentro Dio, passa per alcuni momenti fondamentali: il momento dell’amore, che è anche quello della croce, di “Gesù passionato”, della totale spoliazione di sé, della più completa nudità; il momento del nulla, della tenebra più tenebra, dove però alla fine Dio ricompare; e poi il momento della resurrezione, nella quale Angela ha l’esperienza più alta, che va anche oltre Francesco, ossia quella della Trinità.
Lì, in quel momento, Angela sperimenta la realtà cosmica, l’unione umano-divina di tutto il creato. Lei stessa è Dio in Dio, come Dio è vero essere in lei. Il momento della resurrezione è cosmico perché coinvolge, con l’essere umano, tutta la creazione, e dà il segno della pienezza a ogni vita. Dice, per mano di frate Arnaldo: «E allora sento la sua presenza e capisco come è presente in ogni creatura e in ogni cosa che possieda in sé l’essere: nel demonio e negli angeli buoni, nel paradiso e nell’inferno, nell’adulterio e nell’omicidio e in ogni buona azione, e in ogni cosa che esista o comunque possieda l’essere, tanto se bella quanto se brutta… E allora l’anima, avvertendo la sua presenza, molto si umilia, prova confusione per i suoi peccati, riceve grande dignità di sapienza e larga consolazione divina e gioia».
Negli ultimi anni della sua vita, la Beata, imitando la Vergine Maria di cui era particolarmente devota, sviluppò una speciale maternità spirituale, che la rese particolarmente nota nel mondo francescano.
Degna di rilievo è anche la grande opera di assistenza caritativa svolta da Angela da Foligno. Assistette, infatti, sull’esempio di Francesco, i lebbrosi nell’ospedale della sua città. In ognuno di loro vedeva la persona di Cristo.
Molte volte, nel Memoriale, frate Arnaldo la chiama “fidelis Christi”, che significa sì la fedele di Cristo, ma soprattutto la “credente” che si affida totalmente al suo Signore, la convertita che vive con fede, gioia e fedeltà, colei che pone a fondamento della sua nuova esistenza la fede e l’amorosa unione con il Signore. Angela è la donna piena di fede, ma anche immagine “fedele” di Gesù Cristo e del suo stile di vita, espressione piena di quello che Dio voleva comunicare all’umanità al tempo di Angela, quindi profetessa nel senso più autentico della parola. Ha avuto questa forza arrivando a desiderare ardentemente, come confessa nel suo libro, una morte più spregevole di quella di Gesù Cristo.
Angela in tante visioni, estasi e locuzioni afferma di sentirsi bruciare d’amore per il suo Signore. Quanto all’amore per il prossimo ella invita ad amare, quasi in un abbraccio cosmico, ogni creatura razionale e non razionale e presenta l’amore di Dio come il modello a cui ispirarsi. L’amore verso tutti è vivamente raccomandato da Angela ai suoi discepoli anche alla vigilia del suo beato transito dalla terra al cielo. Nessuno può essere escluso da questo Amore, perché tutti sono figli dello stesso Padre e perciò fratelli e sorelle fra loro. Angela vive l’amore verso il prossimo bisognoso in modo così radicale che vende tutti i suoi beni per distribuirne il cospicuo ricavato ai poveri, mettendosi poi a servire con squisita tenerezza i lebbrosi. Donna forte e sapiente, Angela si distacca dalle cose del mondo per aspirare con tutte le sue forze alle cose di lassù, dove Cristo si trova assiso alla destra del Padre (cf. Col. 3,1). Intuisce che la scelta radicale della povertà è la via indispensabile per arrivare alla croce di Cristo. Tra le virtù che Angela è andata progressivamente acquisendo nel suo lungo itinerario di conversione, la castità è forse quella che, insieme con la povertà, ha maggiormente richiesto tagli dolorosi e aspre battaglie.
“Si comincia così ad arrivare alla conoscenza di Dio; quanto più si conosce, tanto più si ama e quanto più si ama, tanto più si desidera e quanto più si desidera tanto più decisamente si agisce. L’azione è la prova e la misura dell’amore. Che l’amore sia puro, vero e retto si riconosce dal fatto che si ama e si fa ciò che amò e fece Colui a cui si vuol bene.”
La Beata si spense santamente a Foligno il 4 gennaio 1309, circondata dall’affetto e dalla venerazione dei suoi figli spirituali.
Emozionante la catechesi del nostro amico Don Luigi Maria Epicoco: Come S. Angela da Foligno: https://www.youtube.com/watch?v=iSGRD_Swncg
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