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SANTA BRIGIDA DI SVEZIA

Della sua gloria si allietano gli angeli e lodano il Figlio di Dio

di p. Giuseppe Brocchi icms

Brigida nacque nel 1303 nel castello di Finsta nell’Upplandi (Svezia). Aristocratica di famiglia, aveva un carattere forte e deciso. Si sposò prestissimo per volere di suo padre, secondo la consuetudine del tempo, ed ebbe otto figli. Dedicava molto tempo ai poveri e alle ragazze indigenti, cercando loro un lavoro onesto, per evitare che cadessero nel vizio della prostituzione. Insieme a suo marito, cercò di vivere la Regola dei Terziari francescani. Fondò un piccolo ospedale, dove ogni giorno si recava ad assistere gli ammalati, lavandoli e rammendando i loro vestiti. Il marito morì dopo una ventina d’anni di matrimonio.

Brigida è stata anche una santa pellegrina; insieme a suo marito andò in pellegrinaggio al Santuario di Santiago di Compostela. A quel tempo intraprendere un pellegrinaggio dalla Svezia per arrivare in Spagna era una vera impresa. Sulla tomba del S. Apostolo Giacomo ebbe un’intuizione mistica che condivise con suo marito: la spiritualità coniugale significa essere l’uno per l’altro per crescere congiuntamente nella fede. Ogni cristiano è chiamato a condividere la fede perché fa parte di una grande famiglia, che è la Chiesa, in cui tutti sono chiamati ad aiutarsi vicendevolmente.

Dopo la morte del marito nel 1350, andò a Roma in occasione del Giubileo. In seguito fu pellegrina ad Assisi per pregare S. Francesco, a S. Michele Gargano, a Bari per venerare S. Nicola e in Terra Santa per visitare i luoghi dove era vissuto Gesù. La Chiesa, in quel tempo, stava vivendo un periodo difficile, e lei ne soffriva molto, soprattutto a causa del malcostume e del degrado diffuso nella città eterna. Scrisse a vari Sovrani e al Papa - che a quel tempo si trovava ad Avignone - con parole semplici, ma molto incisive: “Torna a Roma! Casa tua è qui!”.Brigida era solita meditare con grande fervore la Passione di Gesù e le sofferenze della Vergine Maria, e amava pregare davanti al Crocifisso. Riguardo alle sofferenze di Gesù, che S. Brigida contemplava quotidianamente, sono famose le cosiddette “15 orazioni di S. Brigida” e il “Rosario brigidino”. Le “15 orazioni di S. Brigida” sono una pratica devozionale formata da 15 orazioni da recitare ogni giorno per un anno, in cui si medita la Passione del Signore. Gesù ha promesso infinite grazie a coloro che reciteranno con fede queste preghiere. Può sembrare una devozione complessa e “pomposa”, ma la preghiera del cuore si attua alimentando quotidianamente il dialogo d’amore con Dio, favorito dalla contemplazione dei dolori e delle umiliazioni che Gesù ha sofferto per amore nostro e per la nostra salvezza.

Può capitare anche a noi di fermarci in silenzio davanti a un Crocifisso senza dire nulla. Con l’occhio della fede sappiamo che quando preghiamo consoliamo Dio e riceviamo da Lui tanti benefici, mentre, per colui che non crede, pregare è considerato tempo perso.Brigida era una donna che sapeva bene cosa significava essere madre di famiglia e tutto ciò che faceva parte della sua vita era vissuto in spirito di preghiera, cercando l’unione con Dio attraverso le varie attività quotidiane, prima come sposa e madre, poi come vedova, e, infine, come fondatrice di un Ordine religioso.

Nel 1349 andò a Roma per ottenere il riconoscimento del suo Ordine a cui aveva dato il nome di “Santissimo Salvatore”, composto sia da religiose che da religiosi. Si stabilì nel centro di Roma, precisamente in Piazza Farnese, dove ancora oggi si trova la Curia Generalizia delle Suore. Le Suore brigidine si riconoscono per il tipico ed originale copricapo: due bande formano sul capo una croce i cui bracci sono uniti da una fascia circolare con cinque fiamme: una al centro e quattro sul bordo che ricordano le piaghe di Cristo.

Brigida morì il 23 luglio 1373 a Roma e fu canonizzata nel 1391 da Bonifacio IX. Patrona di Svezia, il 1 ottobre 1999 è stata proclamata patrona d’Europa da San Giovanni Paolo II, insieme a S. Teresa Benedetta della Croce e a S. Caterina da Siena. Santa Brigida ha vissuto diversi secoli fa, ma il suo messaggio continua ancora ad essere attuale anche ai nostri giorni: tutti, come cristiani, dobbiamo meditare quanto Gesù e Maria Santissima hanno sofferto per noi. La sua testimonianza ci aiuta a comprendere l’importanza della preghiera, che non va intesa solo come recita meccanica di determinate formule, ma come dialogo con Dio, contemplandone il mistero con umiltà e nel silenzio, come hanno fatto i santi. Solo così, la nostra orazione ci aiuterà ad immergerci nell’amore infinito di Dio.

 

 

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