Pillole di SpiritualiTà
Coltiva l'intimità con lo Spirito Santo — il Grande Sconosciuto — perché è Lui che ti deve santificare. (San Josemaría Escrivá)
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"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici"
Vangelo
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-17)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore.
Spunti di riflessione
Siamo giunti quasi alla fine del periodo pasquale: la prossima domenica, infatti, contempleremo l’Ascensione di Gesù al cielo e, la domenica successiva, la Pentecoste. Come avremo modo di riflettere oggi e anche nei Vangeli successivi, Gesù prepara i Suoi i discepoli al grande distacco e lo fa esortandoli, come si legge nel vangelo, a crescere nel suo Amore per rimanere in Lui. Nel Vangelo di oggi, come nelle altre due letture, risalta, in modo particolare, questo infinito Amore che Dio ha per ogni uomo. San Giovanni, nella sua prima Lettera, ci raccomanda di amarci gli uni gli altri, riprendendo il comandamento dell’amore lasciato da Gesù ai suoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo dare la vita per i propri amici”. Quando riflettiamo su queste parole, la prima immagine che si forma nella mente è quella di Gesù in croce. Allora, subito pensiamo alla sofferenza, alle croci, a chi ci ha fatto del male, a porgere l’altra guancia, fino a convincerci che amare il Signore a queste condizioni ci è impossibile. San Giovanni nella sua Lettera sottolinea una cosa molto importante quando dice: “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”: pensiamo che amare Dio ci è impossibile perché non lo conosciamo. Infatti, non si può amare una persona se non la si conosce.
Come possiamo allora conoscere Dio per amarlo? La prima cosa che ci è necessaria è essere in grazia di Dio, cioè avere in noi la Sua presenza, attraverso la frequenza ai sacramenti: la confessione, la partecipazione alla Messa domenicale e nei giorni di precetto, il ricevere Gesù nella SS.ma Eucaristia. Dobbiamo coltivare la nostra unione con Lui durante la giornata con la preghiera, la recita del Rosario, l’adorazione eucaristica; offrire a lui ogni azione della giornata con piccoli atti d’amore (giaculatorie); meditare la Sua vita attraverso la lettura del Vangelo, ecc. È importante, inoltre, farsi aiutare da un sacerdote per una guida spirituale, che ci aiuti a riconoscere l’azione di Dio nella nostra anima. Tutti questi sono mezzi che ci aiuteranno a conoscere e crescere nell’amore per il Signore e diventare, come Lui stesso ci dice, Suoi amici.
Attraverso il Vangelo di oggi, Gesù riempie il nostro cuore di speranza perché Lui vuole donare ad ogni cuore la Sua gioia: non un po’ di gioia, ma una gioia piena, che consiste non solo nell’amare Lui, ma nell’amare in Lui anche l’altro. E l’altro può essere quello al mio fianco, la persona a me più cara, ma anche quello lontano da Lui, quello che purtroppo bestemmia, quello che mi fa del male; l’altro può essere quello che vedo in mezzo alla strada a chiedere l’elemosina, ecc. Amare Dio non significa che non avremo più sofferenze, problemi, come molti credono, ma che avremo la forza e soprattutto la grazia di affrontarli in maniera diversa e chissà, magari senza accorgerci, saremo di aiuto anche per altri che attraversano dei momenti bui.
Allora, vedremo i frutti di cui il Signore parla, frutti di santità per noi e di testimonianza cristiana per altri. E quando guarderemo Gesù in croce, non avremo paura di amarLo, perché, se è vero che Lui ci ha detto di prendere la sua croce e di seguirlo, è anche vero che l’unico che ha preso davvero la croce è stato Lui. Noi, sulla croce, troviamo Lui con le braccia aperte per abbracciarci e la croce nemmeno la tocchiamo, ma Lui sulla croce non ha trovato nessuno. Lui solo l’ha trovato nuda, fredda, ruvida e, soprattutto, priva d’amore. Quando noi Lo guardiamo sulla croce, troviamo l’Amore. Da pochi giorni, è iniziato il mese dedicato alla nostra Mamma del Cielo: preghiamola di insegnarci Lei ad amare il Suo Gesù e chiediamoLe che, dal tesoro del Suo Cuore, possa riversare nelle nostre anime le grazie necessarie per il nostro cammino interiore.
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